Di corsa, ma a piedi nudi

Le scarpe da corsa alterano la nostra naturale andatura e in alcune circostanze potrebbero creare più danni che benefici all’organismo umano. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori che ha da poco condotto un interessante studio sulle differenze tra la corsa a piedi nudi o con le scarpe. I risultati della ricerca potrebbero ora fornire nuovi elementi per comprendere alcuni stadi della nostra evoluzione verso la posizione eretta.

Insieme al proprio team di ricercatori, Daniel Lieberman (Harvard University – USA) ha studiato circa 200 corridori tra gli Stati Uniti e il Kenya creando un campione statistico molto variegato comprendente: volontari cresciuti utilizzando fin da piccoli le scarpe, volontari che hanno iniziato a utilizzare le scarpe solo in età adulta e volontari che non hanno mai indossato un paio di scarpe nella loro vita. Definito il gruppo, Lieberman ha condotto una serie di esperimenti che comprendevano la corsa con le scarpe o a piedi nudi, misurando di volta in volta l’andatura dei volontari e l’impatto della corsa sulle articolazioni. Leggi tutto “Di corsa, ma a piedi nudi”

Fine dei giochi: la NASA parcheggia Spirit

Niente da fare, Spirit non è riuscito a liberarsi dalla morsa delle sabbie marziane. Attraverso un messaggio pubblicato nella sezione Free Spirit, la NASA ha confermato l’impossibilità di sbloccare il rover nonostante i numerosi sforzi profusi dal team incaricato di liberare il celebre robot inviato su Marte. La decisione dell’ente spaziale americano giunge a un paio di mesi di distanza dalle prime manovre eseguite per rimettere in moto Spirit.

Il Rover Spirit (credit: NASA)
Il Rover Spirit (credit: NASA)

Nel corso degli ultimi sei anni, il rover ha fornito un’enorme serie di dati e informazioni sul suolo marziano, aiutando i ricercatori a comprendere meglio le caratteristiche del Pianeta Rosso. Ora per Spirit scatta il piano B, già previsto dagli esperti della NASA nel caso di un insuccesso: il dispositivo diventerà una stazione di rilevazione fissa e potrà fare affidamento sulla propria fotocamera panoramica e sul proprio spettrometro per inviare nuove informazioni verso la Terra. Ma prima di diventare una sorta di stazione meteo marziana, Spirit dovrà affrontare l’inverno. Leggi tutto “Fine dei giochi: la NASA parcheggia Spirit”

La voce dell’Antartide

Cosa sta accadendo in questo momento nelle profondità dell’Oceano Antartico? Per scoprirlo è sufficiente cliccare sul tasto play (il piccolo triangolo) qui sotto e mettersi all’ascolto dell’Antartide.

[audio:http://icecast.awi.de:8000/PALAOA.MP3]

I rumori che sentite provengono in diretta da sott’acqua e sono registrati da due idrofoni del PALAOA (PerenniAL Acoustic Observatory in the Antarctic Ocean), una stazione di rilevazione autonoma collocata sulla piattaforma di ghiaccio Ekström e alimentata grazie all’energia del vento e del sole. I dati rilevati dal PALAOA vengono poi inviati alla base tedesca in Antartide Neumayer, che a sua volta invia il segnale a un satellite che provvede a trasmetterlo all’Alfred-Wegener-Institut für Polar- und Meeresforschung in Germania. Leggi tutto “La voce dell’Antartide”

L’impronta di un gatto spaziale

Nel film del 1978 Il gatto venuto dallo spazio, un gatto extraterrestre estremamente intelligente porta scompiglio sulla Terra mentre è alla ricerca di una soluzione per tornare sul proprio pianeta. La pellicola è naturalmente di fantasia e, fino a oggi, avvistamenti di felini extraterrestri non ce ne sono stati. Eppure il cosmo ospita le tracce di un gatto: si tratta della grande nube detta “Nebulosa Zampa di Gatto” e catalogata con il meno entusiasmante codice NGC 6334. L’ammasso di gas e polveri, crogiolo di numerose stelle, si trova nei pressi del centro della Via Lattea ed è stato da poco ritratto dall’European Southern Observatory (ESO).

NGC 6334 - Nebulosa Zampa di Gatto (credit: ESO)
NGC 6334 - Nebulosa Zampa di Gatto (credit: ESO)

La Nebulosa Zampa di Gatto deve il proprio nome alla conformazione della nube costituita da gas incandescenti che ricorda molto le impronte solitamente lasciate dai gatti. Questa regione di polveri e gas fu notata per la prima volta nel 1837 dall’astronomo britannico John Herschel, che riuscì a identificare con relativa precisione la parte più luminosa della nube. Leggi tutto “L’impronta di un gatto spaziale”

Batteri alla spina

Oltre all’eccessiva quantità di zucchero e, in alcuni casi, di caffeina, le bibite alla spina dei fast food possono nascondere un’altra insidiosa sorpresa. Secondo una recente ricerca, in questo tipo di bevande si trovano spesso batteri e altri microorganismi che possono causare disturbi temporanei all’apparato digerente e conseguenze molto più gravi negli individui con particolari patologie al sistema immunitario.

Pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Food Microbiology, lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Hollins University (Roanoke, Virginia – USA), che ha analizzato 90 differenti campioni di tre tipologie di bevande (bibite zuccherate, bibite dietetiche e acqua) provenienti da 20 erogatori self service e da 10 erogatori utilizzati direttamente dagli impiegati dei fast food. Il team di ricerca ha successivamente comparato i risultati ottenuti con gli standard minimi imposti dalle leggi statunitensi per l’acqua potabile. Una fase successiva del test è stata condotta attraverso altri 27 campioni di bevande provenienti da 9 erogatori di bibite utilizzati sia al mattino che nelle ore pomeridiane. Leggi tutto “Batteri alla spina”

Record nei cieli per la Sterna Artica

Carsten Egevang
credit: Carsten Egevang

Per gli ornitologi è giunto il momento di registrare un nuovo record. L’adozione di un innovativo localizzatore geografico dal peso estremamente ridotto, un grammo circa, ha consentito di confermare le considerevoli distanze coperte dagli esemplari di Sterna Artica durante la loro migrazione. Questi animali volano per oltre 70mila chilometri nel corso dei loro spostamenti da un polo all’altro.

Per tracciare gli spostamenti della Sterna Artica è stata messa in campo una vera e propria task force costituita dagli esperti della British Antarctic Survey e dai ricercatori della Groenlandia, della Danimarca, degli Stati Uniti e dell’Islanda. Il team ha mappato i movimenti di questi volatili con alcuni dispositivi dal peso di 1,4 grammi in grado di non gravare sulle prestazioni degli esemplari interessati dall’esperimento, l’assenza di tali terminali leggeri non aveva consentito in passato di effettuare simili rilevazioni con la Sterna Artica, il cui peso complessivo supera di poco i 100 grammi. Leggi tutto “Record nei cieli per la Sterna Artica”