Una nebulosa nella nube

La Piccola Nube di Magellano è una galassia nana in orbita intorno alla via Lattea, la galassia in cui si trova il nostro Pianeta. Grazie alla propria luminosità, una delle regioni più note della Piccola Nube di Magellano è l’area NGC 346 qui ritrattata in una immagine da poco rilasciata dall’ESO (European Southern Observatory).

NGC 346 - credit: ESO
NGC 346 - credit: ESO

Distante oltre 210mila anni luce, NGC 346 ha un’estensione pari a circa 200 anni luce ed è classificata come un ammasso di stelle, ovvero un insieme stellare nato dalla medesima nube di materia collassata. La regione della Piccola Nube di Magellano deve la propria luminosità ai gas presenti al suo interno “accesi” dalle stelle che giacciono nella nebulosa.

La maggior parte delle stelle di NGC 346 hanno un’eta giovane di pochi milioni di anni e si sono formate grazie ai violenti venti originati dall’esplosione di una stella massiva, che portò grandi quantità di materia a comprimersi fino a formare i nuovi corpi celesti. Il crogiolo di stelle è stato immortalato dal Wide Field Imager (WFI) del telescopio MPG/ESO dell’osservatorio di La Silla in Cile.

Grazie alla particolare definizione dell’immagine, resa possibile dall’utilizzo di un telescopio da 2,2 metri, gli astrofisici potranno approfondire le loro conoscenze sulle dinamiche che portano alla formazione di nuove stelle, comprendendo meglio i fenomeni che accendono il Cosmo.

Questioni di cuore per il DNA spazzatura

Il tasto per disinnescare alcune delle cause che portano all’infarto potrebbe trovarsi nel DNA spazzatura. Con questa locuzione poco clemente nei confronti della doppia spirale della vita si indicano quelle aree del DNA non codificante, ovvero prive di una funzione (allo stato delle attuali conoscenze). Secondo un gruppo di ricercatori, una sequenza di DNA spazzatura potrebbe essere alla base di almeno una grave patologia che può avere effetti negativi sul muscolo cardiaco.

Negli Stati Uniti, un decesso su cinque è causato dalla coronaropatia (CAD – Coronary Artery Disease), spesso causata dalla presenza di placche di grasso nelle arterie coronarie, i vasi che portano il sangue al cuore. Attraverso uno studio su larga scala condotto su alcune migliaia di volontari, nel 2007 alcuni ricercatori trovarono un collegamento tra la malattia e una sequenza non codificante presente nel cromosoma 9p21. La ricerca portò inoltre alcune evidenze che indicavano come gli individui in possesso di alcune particolari mutazioni in quella specifica sequenza di DNA spazzatura avessero maggiori probabilità di incorrere nella CAD. Leggi tutto “Questioni di cuore per il DNA spazzatura”

Abbattute in un batter d’ali

Abbattere le zanzare con un fascio laser. È questo uno degli obiettivi dell’Intellectual Venture Lab per limitare la diffusione della malaria nei paesi disagiati. Il sistema è in grado di riconoscere la presenza di una zanzara in volo e di colpirla attraverso l’emissione di un fascio laser, letale per l’insetto ma innocuo per gli esseri umani.

L’idea alla base del progetto è relativamente semplice e prevede la creazione di un perimetro impenetrabile per le zanzare, una sorta di zanzariera virtuale sorretta da una serie di pali. Su ogni palo viene collocata una fonte di luce LED che lavora nell’infrarosso e illumina un altro palo (alla distanza massima di 30 metri) rivestito da un materiale in grado di riflettere la luce verso lo fonte dove viene colta dall’obiettivo di una videocamera. La telecamera può così cogliere l’eventuale presenza di coni d’ombra nella luce di ritorno creati dalle zanzare in volo. Leggi tutto “Abbattute in un batter d’ali”

Contro i batteri arriva una nuova strategia di assedio

P. aeruginosa Un farmaco di nuova generazione potrebbe presto debellare alcuni tipi di batteri, come Pseudomonas aeruginosache hanno col tempo sviluppato una particolare resistenza agli antibiotici. L’innovativo antibiotico potrebbe aprire la strada a una nuova serie di protocolli di cura, rendendo più semplice la serrata battaglia contro i batteri particolarmente resistenti.

P. aeruginosa è solitamente contrastato dal nostro sistema immunitario, tuttavia nei soggetti immunodepressi il batterio può causare serie infezioni e nei casi più estremi morte per setticemia. Debellare il bacillo con gli antibiotici non è semplice poiché la membrana cellulare dello stesso è sostanzialmente impenetrabile e dunque non consente sempre ai farmaci di entrare all’interno del batterio. Inoltre, gli antibiotici che superano questa cortina vengono spesso “disattivati” ed espulsi rendendo vana la terapia. Leggi tutto “Contro i batteri arriva una nuova strategia di assedio”

Una Cupola per la Stazione Spaziale Internazionale

Ad alcuni giorni dal magnifico scatto fotografico dello Shuttle Endeavour, dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) giunge una nuova emblematica immagine.

credit: NASA.gov
credit: NASA.gov

La fotografia mostra per la prima volta la vista offerta dal modulo Cupola da poco trasportato nello spazio e unito alla ISS. Cupola è stato costruito dall’italiana Thales Alenia Space, ha un diametro di circa 2 metri ed è alto un metro e mezzo circa. Grazie alle sei finestre laterali e all’oblò centrale, il modulo consentirà agli astronauti della ISS di effettuare alcuni controlli a vista della stazione spaziale, monitorare le fasi di attracco dei veicoli spaziali e offrirà naturalmente un punto di osservazione privilegiato per ammirare la Terra.

L’immagine da poco giunta dallo spazio ricorda l’inquadratura di un film di fantascienza anche a causa del panorama sullo sfondo. Il terreno di colore rosso ricorda il suolo marziano, ma è in realtà una porzione del Deserto del Sahara ripreso nel corso di una delle tante orbite compiute dalla ISS intorno al nostro pianeta. Lassù, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale compiono 15,72 orbite intorno alla Terra al giorno. Gli spunti per l’osservazione dal modulo Cupola non mancheranno di certo.

Alberi a metano

credit: planetware.comIl metano può essere prodotto dalle piante? Da tempo numerosi ricercatori stanno tentando di dare una risposta a questa domanda. Alcuni ipotizzano che i vegetali siano in grado di produrre il noto gas naturale e che la quantità prodotta sia pari al 10 – 30% delle emissioni di metano su scala globale. Una prima ipotesi in merito fu formulata nel corso del 2006 e sembra abbia da poco trovato una parziale conferma.

Secondo un recente studio, infatti, gli alberi trasporterebbero il metano prodotto dai microorganismi che vivono nel suolo dalle radici alle foglie, liberando infine il gas nell’atmosfera. Tale condizione spiegherebbe come mai le quantità di metano rilevate tendono ad aumentare più del previsto nelle aree tropicali umide, dove le zone paludose favoriscono i processi di decomposizione in ambiente anaerobico del materiale organico, ovvero la formazione del gas naturale. Leggi tutto “Alberi a metano”