AIDS: un gel microbicida contro l’HIV

Schema stilizzato di una sezione del virus dell'HIV
Schema stilizzato di una sezione del virus dell'HIV

Dopo numerosi anni di prove e risultati poco soddisfacenti, ora un gruppo di ricercatori potrebbe essere a un passo dalla realizzazione di un microbicida vaginale utile per contrastare le infezioni dovute all’HIV, il virus dell’AIDS. Un importante progresso, che dovrà essere ora testato approfonditamente attraverso numerosi test clinici, utili per costruire una solida statistica per il nuovo farmaco.

I numeri dello studio sono comunque già notevoli: la ricerca ha interessato oltre 3.000 donne in cinque Paesi, quattro dei quali nell’area dell’Africa subsahariana, dove le donne con l’HIV costituiscono circa il 60% della popolazione adulta. Le donne che hanno utilizzato il microbicida Pro2000 prima di avere rapporti sessuali hanno fatto registrare un calo di circa il 30% nell’incidenza delle infezioni da HIV rispetto alle donne cui era stato assegnato un differente microbicida, un placebo o nessun gel da applicare.

Risultati importanti e di poco distanti dalla riduzione del 33% ritenuta statisticamente significativa dai ricercatori. Gli autori della ricerca si attendevano in realtà risultati migliori, ma il trend segnato sembra essere comunque positivo e incoraggiante per le prossime fasi di sviluppo del microbicida. Secondo Abdul Karim, responsabile del Centre for the AIDS Programme Research di Congella (Sud Africa) e coordinatore sul campo dello studio, i risultati ottenuti costituiscono una prima importante speranza per le giovani donne di un intero continente ove il virus dell’HIV è ormai dilagante.

Semplificando molto, il gel Pro2000 lavora inibendo la capacità del virus HIV di legarsi e penetrare nelle cellule. Trovando la porta sbarrata, il virus termina la propria esistenza prima di riuscire a trovare ospitalità nell’organismo che altrimenti avrebbe colonizzato, riducendo così significativamente le possibilità di contagio.

Secondo numerosi osservatori la ricerca condotta nell’Africa subsahariana è la prima a dimostrare chiaramente come un farmaco vaginale possa contribuire alla prevenzione, riducendo il rischio di contrazione dell’HIV. Lo studio va tuttavia confrontato con i test clinici analoghi su altri gel rivelatisi fallimentari nel corso degli ultimi anni. Occorreranno ancora analisi su larga scala e molto tempo per determinare sicurezza e affidabilità del gel. La speranza è quella di arginare quanto prima l’epidemia soprattutto nell’Africa subsahariana, dove si stimano almeno 26 milioni di individui infetti da HIV.