Anni muggenti: mappato il genoma bovino

herefordCi sono voluti circa 6 anni e il lavoro di oltre 300 ricercatori per mappare completamente il genoma dei bovini. L’opera di ricerca, costata 53 milioni di dollari, è ora completa e non solo consentirà di conoscere meglio proprietà e qualità di latte e carne, ma permetterà di comprendere con maggior precisione l’evoluzione del bestiame che ha accompagnato l’uomo per buona parte della sua esistenza.

Il genoma bovino comprende circa 22mila geni e assomiglia molto al nostro e a quello dei cani. A differenza del genoma umano, però, il genoma bovino contiene un maggior numero di geni duplicati e molte più informazioni per le difese immunitarie. Secondo i ricercatori che hanno condotto la mappatura del DNA della razza Hereford, e hanno da poco pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista scientifica Science, tale diversità sarebbe dovuta al fatto che i bovini sono animali ruminanti con più stomaci e sono dunque esposti a un maggior numero di microorganismi. Quello sulle difese immunitarie rimane comunque uno dei principali nodi da sciogliere sul genoma bovino da poco mappato.

Uno studio parallelo ha invece messo in evidenza alcune diversità genetiche tra alcune razze di bovini. In questo caso, i ricercatori hanno cercato le decine di migliaia di variazioni nelle molecole del DNA (polimorfismo a singolo nucleotide – SNP) presenti nella razza Hereford in altre sei differenti razze. Il team di ricerca ha così esaminato circa 37mila SNP in oltre 500 capi di bestiame, i cui processi evolutivi in alcuni casi iniziarono a differenziarsi circa 250mila anni fa.

Le analisi hanno messo in evidenza come la differenza genetica in alcune razze bovine sia mediamente più alta di quella riscontrata negli esseri umani e nelle razze canine. Numerose differenze si sono manifestate in seguito alla decisione degli uomini di utilizzare una data razza bovina per la produzione di latte o per ricavarne la carne.

La Haplotype Map Bovina, la mappa sulle differenze genetiche tra le razze bovine, potrebbe presto costituire un’eccellente risorsa per selezionare meglio il bestiame e ottenere, per esempio, latte di migliore qualità. Secondo alcuni esperti, ciò consentirebbe non solo di migliorare la resa di un singolo esemplare, ma anche di migliorarne l’esistenza scongiurando gli attuali estenuanti cicli di produzione cui sono sottoposti spesso gli esemplari da latte.

La mappatura del genoma bovino costituisce una grande opportunità per gli allevatori, che potranno selezionare le razze in maniera più precisa e meno aleatoria rispetto ai tradizionali sistemi finora utilizzati. Tale processo di innovazione andrà però condotto con estrema cautela per non sovvertire i normali processi naturali che portano alla prosecuzione e alla evoluzione di una specie. Trovare il giusto equilibrio non sarà probabilmente semplice.