Una nebulosa nella nube

La Piccola Nube di Magellano è una galassia nana in orbita intorno alla via Lattea, la galassia in cui si trova il nostro Pianeta. Grazie alla propria luminosità, una delle regioni più note della Piccola Nube di Magellano è l’area NGC 346 qui ritrattata in una immagine da poco rilasciata dall’ESO (European Southern Observatory).

NGC 346 - credit: ESO
NGC 346 - credit: ESO

Distante oltre 210mila anni luce, NGC 346 ha un’estensione pari a circa 200 anni luce ed è classificata come un ammasso di stelle, ovvero un insieme stellare nato dalla medesima nube di materia collassata. La regione della Piccola Nube di Magellano deve la propria luminosità ai gas presenti al suo interno “accesi” dalle stelle che giacciono nella nebulosa.

La maggior parte delle stelle di NGC 346 hanno un’eta giovane di pochi milioni di anni e si sono formate grazie ai violenti venti originati dall’esplosione di una stella massiva, che portò grandi quantità di materia a comprimersi fino a formare i nuovi corpi celesti. Il crogiolo di stelle è stato immortalato dal Wide Field Imager (WFI) del telescopio MPG/ESO dell’osservatorio di La Silla in Cile.

Grazie alla particolare definizione dell’immagine, resa possibile dall’utilizzo di un telescopio da 2,2 metri, gli astrofisici potranno approfondire le loro conoscenze sulle dinamiche che portano alla formazione di nuove stelle, comprendendo meglio i fenomeni che accendono il Cosmo.

Tra Terra e cielo

A volte la Scienza incrocia l’arte e la poesia sul proprio cammino.

credit: NASA.gov
credit: NASA.gov

Durante lo scorso 9 febbraio, un astronauta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha immortalato lo Shuttle Endeavour intento a compiere la propria danza di avvicinamento per agganciarsi alla ISS. Fa da sfondo al particolare incontro l’orizzonte del nostro Pianeta.

Lo scatto è stato da poco diffuso dalla NASA ed è destinato a diventare una delle immagini maggiormente emblematiche della missione spaziale STS-130 iniziata lo scorso 8 febbraio e destinata a terminare il 21. La nuova visita dello Shuttle consentirà di installare il Nodo 3 della Stazione Spaziale Internazionale e Cupola, un innovativo modulo che offrirà agli occupanti della ISS una vista a 360° per controllare le passeggiate spaziali degli astronauti, le operazioni di attracco e l’osservazione di alcuni corpi celesti, Terra compresa naturalmente.

Risveglio sott’acqua

Lo scorso 3 febbraio il vulcano sommerso Fukutoku-Okanoba si è risvegliato con una poderosa esplosione. Fumo, vapore e ceneri sono improvvisamente comparsi sulla superficie dell’acqua superando gli 80 metri di altezza.

credit: Japan Coast Guard

L’immagine dell’inquietante evento è stata scattata da un elicottero della Guardia Costiera giapponese, che si trovava casualmente nell’area insieme alla nave di supporto Yasmina. Stando alle prime informazioni, nessun segnale avrebbe consentito agli esperti di rilevare l’imminente eruzione del Fukutoku-Okanoba. L’esplosione è giunta violenta e sostanzialmente inattesa.

Ricercatori e Guardia Costiera raccoglieranno ora nuove informazioni ed effettueranno alcune rilevazioni nell’area interessata, che a scopo precauzionale è stata interdetta alla navigazione. Il vulcano si trova a sud a circa 1.200 km di distanza da Tokyo e la sua ultima eruzione nota risale allo scorso 2005.

Wasabi nell’aria, al fuoco!

credit: not foundL’isotiocianato di allile (CH2CHCH2NCS) è il primo responsabile del sapore particolarmente piccante di alcune salse come la senape e il wasabi, la pasta di color verde utilizzata per accompagnare il sushi. Oltre a essere un’ottima risorsa per la preparazione di numerosi piatti saporiti, il composto potrebbe presto rivelarsi un valido alleato degli individui con seri problemi di udito.

Partendo dai normali rivelatori per il fumo, una società giapponese ha realizzato un nuovo allarme antincendio in grado di riprodurre il forte odore del wasabi al posto del tradizionale avviso sonoro. In presenza di un incendio, il dispositivo emette isotiocianato di allile, mentre un LED di colore rosso inizia a lampeggiare per attirare ulteriormente l’attenzione. Il sistema odoroso si rivela molto utile per destare dal sonno gli individui con problemi di udito potenzialmente in pericolo a causa delle fiamme. Leggi tutto “Wasabi nell’aria, al fuoco!”

La voce dell’Antartide

Cosa sta accadendo in questo momento nelle profondità dell’Oceano Antartico? Per scoprirlo è sufficiente cliccare sul tasto play (il piccolo triangolo) qui sotto e mettersi all’ascolto dell’Antartide.

[audio:http://icecast.awi.de:8000/PALAOA.MP3]

I rumori che sentite provengono in diretta da sott’acqua e sono registrati da due idrofoni del PALAOA (PerenniAL Acoustic Observatory in the Antarctic Ocean), una stazione di rilevazione autonoma collocata sulla piattaforma di ghiaccio Ekström e alimentata grazie all’energia del vento e del sole. I dati rilevati dal PALAOA vengono poi inviati alla base tedesca in Antartide Neumayer, che a sua volta invia il segnale a un satellite che provvede a trasmetterlo all’Alfred-Wegener-Institut für Polar- und Meeresforschung in Germania. Leggi tutto “La voce dell’Antartide”

Qui un tempo era tutta biosfera

A oltre 20 anni dalla costruzione, Biosfera 2 non gode di buona salute. Il progetto era nato per replicare la biosfera, quella che consente la vita qui sulla Terra, in un ambiente isolato per verificare la possibilità di ricreare un ecosistema completo e autosufficiente su altri pianeti e per studiare alcuni particolari processi biologici. Una iniziativa ambiziosa e dai trascorsi alquanto travagliati.

Noah Sheldon
credit: Noah Sheldon

La struttura di Biosfera 2 occupa uno spazio pari a circa 12.700 metri quadri nei pressi di Oracle in Arizona (Stati Uniti). Avviato inizialmente dalla Space Biosphere Ventures, il progetto è fino a ora costato più di 200 milioni di dollari, ma non ha portato ai risultati sperati a causa di una gestione poco trasparente sia sul fronte amministrativo che su quello scientifico, con polemiche anche molto accese nel corso degli anni Novanta. Leggi tutto “Qui un tempo era tutta biosfera”