Per le termiti, la sopravvivenza è una questione di famiglia

Reticulitermes speratus (credit: harvard.edu)
Reticulitermes speratus (credit: harvard.edu)

Le famiglie reali ci hanno spesso abituato a scandali da antologia, ma le termiti non sono certo da meno. Quando i due regnanti di un termitaio sono al comando da un po’ di tempo, al re viene la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e inizia ad accoppiarsi con le sue figlie per aumentare il numero di individui nella colonia. Un incesto pericoloso, poiché l’incrocio del medesimo DNA potrebbe portare a un indebolimento del termitaio, al quale le regine di una determinata specie di termiti hanno però posto rimedio.

Stando a una recente ricerca, infatti, la regina si riproduce dando vita a una nuova generazione con il suo stesso identico patrimonio genetico. In un certo senso possiamo dunque dire che quando il re del termitaio si accoppia con le sue figlie sta in realtà avendo un rapporto con la regina, per interposta termite.

Per comprendere la portata della scoperta occorre compiere un piccolo passo indietro. Generalmente, una colonia di termiti inizia a formarsi quando un re e una regina si mettono insieme dopo l’annuale lotta per l’accoppiamento e decidono di dar vita a una famiglia. All’inizio, la coppia reale provvedere alla creazione delle termiti operaie e di quelle soldato, che hanno il delicato compito di creare e mantenere in sicurezza il nido. Quando la colonia è sufficientemente grande, la regina e il re iniziano a produrre alcune termiti con le ali, che potranno dunque abbandonare la famiglia per andare a iniziare una nuova colonia per conto loro. Leggi tutto “Per le termiti, la sopravvivenza è una questione di famiglia”

Afidi, provetti parassiti e muratori kamikaze

Molti di voi lo troveranno difficile da credere, ma anche insetti apparentemente semplici come gli afidi sviluppano una forte collaborazione sociale per il bene delle loro colonie. Per proteggere le loro tane, gli afidi sono in grado di riparare e rigenerare le piante che – loro malgrado – li ospitano, come ha dimostrato una recente scoperta.

Galla contenente afidi (credit: ag.arizona.edu)
Galla contenente afidi (credit: ag.arizona.edu)

Generalmente siamo portati a immaginare gli afidi come semplici parassiti impegnati a trascorrere la loro vita sulle foglie delle piante, dalle quali traggono nutrimento attraverso il rostro del loro apparato buccale. La vita per questi piccoli insetti è invece molto più complicata. Per sopravvivere, infatti, numerose specie devono costruirsi all’interno della pianta che le ospita un riparo in grado di ospitare la loro colonia. Le galle, le tane degli affidi, sono generalmente delle escrescenze che si formano sulle foglie, sui rami, sulle parti superficiali del tronco e che richiedono la costante manutenzione da parte di alcuni esemplari “soldato”.

Nel corso di uno studio su questi insetti condotto nel 2003, il ricercatore Takema Fukatsu (National Institute of Advanced Industrial Science and Technology di Tsukuba – Giappone) e i suoi collaboratori scoprirono come gli afidi soldato della specie Nipponaphis monzeni fossero in grado di svolgere una mansione mai osservata prima: riparare le galle della colonia. Forti eventi climatici o l’intervento di altri insetti ghiotti di vegetali, come i bruchi, possono rompere la membrana delle galle che ospitano le colonie, rendendo così visibili e vulnerabili gli afidi nei confronti dei predatori. Fukatsu osservò che, quando si verifica uno squarcio in una tana, gli afidi soldato si dirigono rapidamente verso il foro e iniziano a colmare la ferita con i loro fluidi vitali, depositando il loro sangue particolarmente ricco di zuccheri. Leggi tutto “Afidi, provetti parassiti e muratori kamikaze”

Un virus è il segreto del veleno delle vespe

Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)
Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)

Non è una pratica molto piacevole, ma assicura la prosecuzione di numerose specie di vespe. Sono infatti diverse centinaia le specie di vespe che depositano le loro uova all’interno dei bruchi, iniettando nel loro organismo alcune tossine paralizzanti che consentono alla larve delle vespe di cibarsi di chi le ospita senza correre rischi. Per diverso tempo i ricercatori hanno cercato di capire la tipologia e l’origine di queste tossine senza giungere però a nessun risultato significativo. Ora, però, un nuovo studio sembra aver dimostrato come queste tossine derivino da un particolare virus che infettò le vespe milioni di anni fa.

Utilizzando il microscopio elettronico, già nel corso degli anni Settanta un gruppo di ricercatori aveva scoperto alcune caratteristiche delle tossine utilizzate dalle vespe per conferire la paralisi. Considerata la natura dei loro componenti, venne naturale classificarle come virus e chiamarle polidnavirus, una decisione che sollevò un ampio e acceso dibattito nella comunità scientifica.

Successive analisi sulle caratteristiche genetiche rivelarono che le istruzioni per creare i componenti delle tossine erano comuni al DNA di numerose specie di vespe, ma non implicavano la presenza di molecole generalmente utilizzate dai virus per moltiplicarsi e colonizzare un organismo. Alcuni ricercatori giunsero così alla conclusione che non si potesse trattare di un virus “indipendente” dalle vespe, ma di vere e proprie secrezioni codificate geneticamente. Leggi tutto “Un virus è il segreto del veleno delle vespe”

Gli stercorari gourmet prediligono i millepiedi

Scarabeo stercorario
Scarabeo stercorario

Benché per molte specie animali una dieta a base di escrementi sia del tutto naturale ed estremamente appetibile, sul lungo periodo a qualche esemplare può anche venire la tentazione di provare qualcosa di più fresco. È il caso di una particolare specie di scarabeo stercorario peruviano, che da esperto raccoglitore di rifiuti altrui si sta ora trasformando in uno spietato killer. Un cambiamento rapido di dieta estremamente raro che costituisce un caso di “evoluzione dal vivo” di una specie.

Difficile crederlo, eppure nella foresta pluviale peruviana gli escrementi sono una vera e propria prelibatezza per le numerose specie di scarabei stercorari, che si contendono senza sosta i ricordini degli altri animali anche con accese e sanguinarie battaglie per la supremazia. Un tale fermento ha colto l’interesse di Trond Larsen e del suo team di ricercatori della Princeton University, che hanno così deciso di raggiungere la foresta pluviale per osservare da vicino le abitudini delle specie di scarabeo stercorario che affollano quell’area dell’America del Sud.

Giunti sul luogo, i ricercatori hanno predisposto una serie di piccole trappole contenenti sterco, carne in putrefazione, frutta e funghi per attirare gli stercorari. Inoltre, in un tipo particolare di trappola, Larsen ha deciso di inserire alcuni millepiedi ancora vivi, sapendo che alcune specie di stercorario si cibano talvolta di insetti. In circa 11 mesi di lavoro, il team di ricerca è stato in grado di catalogare ben 132 specie diverse di scarabei stercorari e più di 100.000 esemplari. Tra le tante specie si è distinta quella di Deltochilum valgum, che si è esclusivamente nutrita dei millepiedi lasciati nelle trappole dai ricercatori. Leggi tutto “Gli stercorari gourmet prediligono i millepiedi”

Pasti a base di bachi da seta per gli astronauti

Base Terra chiama Mission to Mars. Che cosa avete per cena?
Bachi da seta, Houston.

Un dialogo del genere potrebbe un giorno diffondersi realmente nello Spazio, almeno secondo un gruppo di ricercatori cinesi. Il baco da seta potrebbe infatti rivelarsi un’ottima risorsa per offrire pasti energetici agli astronauti impegnati nelle lunghe missioni spaziali.

Bozzoli bachi da seta
Bozzoli bachi da seta

Coprire le enormi distanze che separano la Terra da Marte (tra 100 e 56 milioni di Km a seconda del periodo) comporta lo studio di nuove soluzioni per la sopravvivenza degli astronauti nel corso del loro viaggio. Da tempo si ipotizza la creazione di piccoli ecosistemi a bordo delle navicelle spaziali per offrire ossigeno e cibo senza un grande dispendio di energia. Nel corso degli anni, per gli astronauti si sono ipotizzati menù a base di pollame, pesce o addirittura di larve di ricci di mare. Tutti questi esseri viventi hanno dimostrato di comportare non pochi effetti collaterali: il pollame richiede molto cibo e spazio, generalmente poco disponibili sulle navi spaziali, e produce numerose scorie; i pesci e i ricci di mare sono invece estremamente sensibili alle condizioni dell’acqua in cui vivono e un minimo sbalzo potrebbe portarli a morire rapidamente, lasciando così senza risorse per sopravvivere gli astronauti. Leggi tutto “Pasti a base di bachi da seta per gli astronauti”

L’insetto stecco che visse due volte su due isole diverse

Dryococelus australis (credit: Wikimedia.org)
Dryococelus australis (credit: Wikimedia.org)

Questa è la storia di un insetto che visse due volte e vide affondare l’isola su cui si era evoluto. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto che il Dryococelus australis, per gli amici l’insetto stecco dell’isola di Lord Howe, non ebbe le proprie origini sull’isola di Howe al largo delle coste australiane, ma in un’altra isola ora probabilmente sommersa dalle acque dell’Oceano Pacifico.

La storia dell’insetto stecco dell’isola di Lord Howe è molto curiosa. Appartenente all’ordine dei fasmidi, questo particolare insetto può raggiungere i 13 centimetri di lunghezza e – a differenza dei suoi cugini – presenta un corpo relativamente tozzo e poco mimetico. Molto raro e ritrovabile sulla sola isola di Lord Howe, nel corso degli anni trenta il Dryococelus australis fu dato ormai per estinto in seguito a un’invasione di ratti neri giunti sull’isola da una nave di rifornimenti arenatasi nei pressi della costa. I ratti si moltiplicarono rapidamente colonizzando l’intera isola e sterminando la già esigua popolazione di insetti stecco. Una vera ecatombe.

Negli anni Sessanta, alcuni esploratori giunti sull’isola identificarono alcuni esemplari morti di Dryococelus australis, senza però avvistare nemmeno un individuo ancora in vita. Così avvenne anche per alcune spedizioni successive, che rafforzarono la convinzione che quel particolare insetto stecco fosse ormai completamente estinto. Ma nel 2001, accadde l’insperato. Leggi tutto “L’insetto stecco che visse due volte su due isole diverse”