Vaccinati al volo con le zanzare

C’è chi vorrebbe sconfiggere la malaria sterminando le zanzare, la prima via del contagio della patologia, tramite i raggi laser e chi pensa invece a trasformare questi fastidiosi insetti in una formidabile arma per diffondere più rapidamente i vaccini. L’idea è nata in un centro di ricerca giapponese e potrebbe funzionare, ma solleva numerosi problemi sul piano etico.

Per contrastare la malaria gli scienziati cercano da tempo il modo di sfruttare il DNA delle zanzare per disinnescare il meccanismo del contagio.  Alcuni hanno provato a modificare il codice genetico degli insetti per evitare il passaggio della malattia, mentre altri hanno escogitato alcuni sistemi per rendere sterili le zanzare ed evitare così la loro proliferazione, soluzione che potrebbe però compromettere sensibilmente alcuni ecosistemi. Leggi tutto “Vaccinati al volo con le zanzare”

Delitto imperfetto, colpa dei batteri

Nelle serie TV come CSI gli autori dei crimini vengono solitamente identificati grazie alle tracce lasciate sulla scena del delitto. Un’impronta parziale, un capello o alcune tracce di sangue conducono gli investigatori-scienziati verso i responsabili, che non mancano mai di dichiararsi rei confessi alla fine di ogni puntata. Naturalmente la realtà è più complessa di un telefilm, eppure i criminali potrebbero essere presto costretti a fare i conti non solo con il DNA o le impronte digitali, ma anche con i batteri.

Ogni organismo umano ospita diverse centinaia di differenti specie di batteri. Questi microorganismi svolgono spesso alcune importanti funzioni, come la regolazione della digestione, e si trovano sia all’interno che all’esterno dell’organismo. Ognuno di noi ha un mix particolare di batteri, una sorta di impronta batterica unica, che secondo alcuni ricercatori potrebbe essere utilizzata come prova per identificare gli autori dei crimini. Leggi tutto “Delitto imperfetto, colpa dei batteri”

Quando i mitocondri gabbano il sistema immunitario

«Se ti rompi una caviglia e diventa rossa e inizia a gonfiare è un conto. Se subisci un trauma così grande da indurre il tuo corpo ad arrossarsi e gonfiare, rischi di finire intubato, in dialisi e con numerosi organi compromessi». Lo scenario poco allettante prospettato da Carl Hauser, Harvard Medical School (Boston, USA), è la Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica (SIRS), una condizione che porta a un complessivo stato infiammatorio del nostro corpo. Una patologia grave e tra le principali cause di morte nei reparti di terapia intensiva.

La SIRS può essere causata da una infezione o da un grave trauma. Inizialmente si pensava che la fuoriuscita di batteri presenti nell’intestino potesse innescare la SIRS indotta dagli eventi traumatici. Alcune ricerche successive confutarono tale teoria, spostando così l’attenzione dei ricercatori verso i tessuti danneggiati e frantumati dai traumi.

Partendo da questi presupposti, Hauser e colleghi hanno ipotizzato che le molecole mitocondriali, gli organuli cellulari addetti alla produzione di energia, rilasciate dai tessuti danneggiati possano stimolare il sistema immunitario dei pazienti dando così il via alla SIRS. I mitocondri, del resto, sono dei lontani parenti dei batteri e furono assoldati dalle cellule per svolgere alcuni compiti molto importanti per la loro sopravvivenza. Secondo Hauser e colleghi, le molecole mitocondriali conserverebbero alcune similitudini con i batteri sufficienti per trarre in inganno il sistema immunitario e fargli credere di avere a che fare con una infezione vera e propria, spesso su larga scala. Leggi tutto “Quando i mitocondri gabbano il sistema immunitario”

Contro i batteri arriva una nuova strategia di assedio

P. aeruginosa Un farmaco di nuova generazione potrebbe presto debellare alcuni tipi di batteri, come Pseudomonas aeruginosache hanno col tempo sviluppato una particolare resistenza agli antibiotici. L’innovativo antibiotico potrebbe aprire la strada a una nuova serie di protocolli di cura, rendendo più semplice la serrata battaglia contro i batteri particolarmente resistenti.

P. aeruginosa è solitamente contrastato dal nostro sistema immunitario, tuttavia nei soggetti immunodepressi il batterio può causare serie infezioni e nei casi più estremi morte per setticemia. Debellare il bacillo con gli antibiotici non è semplice poiché la membrana cellulare dello stesso è sostanzialmente impenetrabile e dunque non consente sempre ai farmaci di entrare all’interno del batterio. Inoltre, gli antibiotici che superano questa cortina vengono spesso “disattivati” ed espulsi rendendo vana la terapia. Leggi tutto “Contro i batteri arriva una nuova strategia di assedio”

Chi ha più cervello impara tardi a camminare

credit: pendingPer numerose specie animali le prime prove di camminata iniziano a poche ore dalla nascita, per un essere umano occorre generalmente un anno. Che cosa determina questa differenza così marcata?

Secondo una innovativa ricerca, destinata a far discutere, il tempo richiesto per imparare a camminare nei mammiferi, esseri umani compresi, è legato alle dimensioni del cervello di ogni singola specie. Il team di ricercatori guidato da Martin Garwicz (Lund University, Svezia) ha notato come i tempi mediamente richiesti da furetti e ratti per acquisire i movimenti basilari delle zampe siano sostanzialmente uguali nelle prime fasi e diventino successivamente più rapidi per i ratti. Leggi tutto “Chi ha più cervello impara tardi a camminare”

I nuovi neuroni ottimizzano i ricordi

neuroni credit: bio.sci.osaka-u.ac.jpQuando alcuni anni fa i ricercatori appurarono che il cervello umano genera  neuroni anche in età adulta, una scoperta che cambiò buona parte del paradigma delle neuroscienze, numerosi scienziati iniziarono a interrogarsi sui compiti assolti da queste nuove cellule neuronali. Una recente ricerca sembra aver ora risolto l’enigma: i nuovi neuroni aiutano il cervello a cancellare gli ultimi scampoli dei vecchi ricordi nella memoria a breve termine per fare posto a nuove cose da ricordare.

Buona pare dei principali processi legati alla memoria avvengono nell’area dell’ippocampo. Semplificando un poco, in questa porzione del cervello i ricordi si accumulano per poi essere progressivamente eliminati o, nel caso di eventi di particolare rilievo, inviati verso specifiche aree della neocorteccia per diventare ricordi a lungo termine. Partendo da queste conoscenze, i ricercatori guidati da Kaoru Inokuchi (University of Toyama, Giappone) hanno cercato di comprendere il ruolo dei nuovi neuroni nel processo di trasferimento dei ricordi verso la neocorteccia. Leggi tutto “I nuovi neuroni ottimizzano i ricordi”