Come funziona una biro?

Ogni giorno vengono vendute decine di milioni di comunissime biroPrima dell’invenzione della penna stilografica, brevettata per la prima volta in Francia nel 1827, il calamo fu il normale strumento di scrittura per migliaia di anni. Per scrivere si utilizzava la base delle penne di numerosi uccelli di media taglia, come oche e alcune specie di rapaci.
La penna biro, lo strumento per scrivere più utilizzato al mondo, venne inventato circa settant’anni fa dalla mente geniale dell’inventore ungherese László József Bíró che, secondo la leggenda, avrebbe avuto l’intuizione di utilizzare una “punta a sfera” osservando alcuni bambini che giocavano a biglie in strada. Rifugiatosi in Argentina durante i sanguinosi anni della Seconda guerra mondiale, Bíró perfezionò la sua invenzione e – con l’aiuto del fratello Gybrgy – iniziò a produrre in serie la sua penna a sfera.
Per questioni economiche nel 1944 Bíró fu costretto a vedere il proprio brevetto a uno dei suoi finanziatori, che avviò un’intensa produzione di penne per l’aviazione Alleata. Rispetto ai normali strumenti per la scrittura, infatti, la penna a sfera aveva il vantaggio di non risentire delle variazioni di pressione dell’aria sugli aerei da combattimento.
Scomparso dalla scena, il nome di Bíró divenne una parola di uso quotidiano utilizzata da miliardi di persone in tutto il mondo per indicare la sua geniale invenzione.

Ma come funziona una biro?
La sfera di una biro ingrandita 80 volte [credit: Reader’s Digest] Il cuore di ogni penna a sfera è una minuscola pallina metallica, levigata con estrema precisione, in grado di trasferire sulla carta l’inchiostro denso e oleoso contenuto nel serbatoio della biro, una lunga cannuccia che sovrasta la sfera.
Perfettamente sferica, prodotta generalmente in acciaio dolce e inossidabile, questa pallina ha un diametro di appena un millimetro ed è molata (levigata) con un margine di errore inferiore al centomillesimo di millimetro. Realizzata anche in tungsteno e carbonio, a volte può essere volutamente ruvida per migliorare l’attrito con la carta e con l’inchiostro da stendere sul foglio.

Le “creste” nella punta consentono una diffusione omogenea dell’inchiostro sulla sfera [credit: Reader’s Digest]La sfera viene alloggiata nella punta della biro, un cono realizzato in acciaio e ottone in grado di lasciare sufficiente liberà di movimento alla sfera. Con un colpo molto preciso e delicato vengono poi ribattuti i bordi del cono per evitare che la pallina esca dal proprio alloggiamento.
L’inchiostro passa dalla cannuccia (il serbatoio) al cono dove, attraverso una ghiera di minuscole creste, “sporca” la sfera. La minuscola presa d’aria presente nel tubicino di ogni penna evita che all’interno del serbatoio si crei il vuoto, che impedirebbe all’inchiostro di scendere e depositarsi sulla sfera. Una particolare marca di biro utilizza il principio opposto, mantenendo sotto pressione il serbatoio dell’inchiostro. Ciò consente di utilizzare la penna a sfera anche dal basso verso l’alto… e in assenza di gravità nello Spazio.

Una biro al completo con la sua sfera, ai margini della punta si nota il bordo ribattuto per evitare l’uscita della pallina [credit: Reader’s Digest]Muovendo la biro sul foglio la pallina si comporta come un minuscolo rullo. Grazie alla rotazione deposita l’inchiostro proveniente dalla cannuccia sul foglio.
Sono decine di milioni le biro vendute ogni giorno in tutto il mondo. Mediamente una penna a sfera a punta sottile può produrre circa 3,5km di scrittura, con punta “standard” si raggiungono invece i 2,5 km.
Buona scrittura!

6 risposte a “Come funziona una biro?”

  1. “Per questioni economiche nel 1944 Bíró fu costretto a vedere il proprio brevetto…”

    Credo volessi scrivere 1844, no?

  2. @ Sblop
    No. László József Bíró nacque a Budapest il 29 settembre 1899 e fu proprio negli anni Quaranta del Novecento che fu costretto a vendere il brevetto.

  3. Tra le marche di biro, preferisco le Bic: il cappuccio è fantastico per pulirsi le orecchie!!!

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