Denti affilati e veleno fanno del Varano di Komodo un killer spietato

varanoMeglio tenersi alla larga dalle fauci del Varano di Komodo. Una recente ricerca ha infatti dimostrato come il morso letale di questo enorme lucertolone sia reso possibile dalla micidiale combinazione dei suoi denti molto acuminati e del veleno che inietta nelle sue prede.

Utilizzando alcune strumentazioni medicali per la diagnosi per immagini, un gruppo di ricercatori guidato da Bryan Fry (University of Melbourne) ha scoperto che il Varanus komodoensis, Varano di Komodo per gli amici, ha il più complesso apparato ghiandolare per la produzione del veleno finora riscontrato nei rettili, un sistema molto simile a quello adottato da uno dei suoi discendenti più prossimi: il Megalania prisca, l’animale velenoso più grande mai vissuto estintosi circa 40mila anni fa.

Fino a ora si sapeva che il Varano di Komodo tende a infliggere ferite molto profonde nelle proprie prede per poi lasciarle morire per dissanguamento. Grazie al nuovo studio, il team guidato da Fry ha ora dimostrato come il veleno e l’affilata dentatura del rettile siano alla base delle sue formidabili capacità di caccia. Combinando le due caratteristiche, il Varano di Komodo riesce infatti a ridurre al minimo il numero di contatti con la propria preda, una condizione fondamentale per poter cacciare anche animali con una stazza fino a 10 volte superiore alla sua.

Un adulto di varano arriva generalmente a pesare intorno ai 100 kg per una lunghezza complessiva di circa tre metri. La dentatura di questo rettile è mediamente costituita da una sessantina di denti affilati e molto ravvicinati, che vengono rimpiazzati con frequenza per essere sempre taglienti. Il varano affonda rapidamente i propri denti nella carne della preda e contemporaneamente rilascia il veleno, che contribuisce a peggiorare le condizioni della ferita e a immobilizzare il malcapitato animale.

Utilizzando un macchinario per la risonanza magnetica, il team di ricerca è riuscito a scoprire il complesso apparato ghiandolare utilizzato dal Varano di Komodo per produrre il veleno. I ricercatori hanno ricavato il veleno da un esemplare di varano in stadio terminale conservato allo zoo di Singapore e ne hanno analizzato la composizione attraverso uno spettrometro, mentre da una porzione dei tessuti delle ghiandole hanno ricavato le informazioni genetiche sulle tossine prodotte dall’animale.

Come riportano i ricercatori sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, il veleno del Varano di Komodo è molto simile a quello utilizzato da numerose specie di serpenti. Le tossine che lo compongono sono in grado di far abbassare la pressione delle prede causando una dilatazione dei loro vasi sanguigni e portandole così al collasso. Tale caratteristica sembra confermare le numerose osservazioni finora compiute sulle battute di caccia del Varano di Komodo.

Una volta ferite, le prede del varano generalmente non si dimenano e diventano insolitamente calme. Tale comportamento è compatibile con un collasso dovuto a un crollo della pressione sanguigna. Gli animali feriti dal varano tendono inoltre a perdere molto rapidamente il loro sangue, un’altra caratteristica compatibile con la composizione del veleno di questo spietato rettile, che contiene alcune tossine anticoagulanti e dunque utili per fluidificare il sangue impedendo la cicatrizzazione dei tessuti feriti nelle prede.

Lo studio realizzato da Fry e colleghi getta nuova luce sul Varano di Komodo e potrebbe fornire nuove indicazioni per comprendere l’evoluzione di questa particolare specie ed elaborare nuove strategie per salvaguardarla. A causa di una caccia spietata da parte dell’uomo, il più grande sauro vivente rischia infatti l’estinzione.

2 risposte a “Denti affilati e veleno fanno del Varano di Komodo un killer spietato”

  1. wow, prima si diceva che fossero i batteri che conteneva la saliva a infettare le prede, adesso ha addirittura il veleno!!

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