Fu proprio l’emofilia a decimare alcune case reali

Vittoria del Regno Unito
Vittoria del Regno Unito

I discendenti maschi della regina Vittoria non ebbero vita facile a causa di una salute molto cagionevole. Leopoldo, uno dei figli della monarca britannica, morì a causa di una emorragia dopo esser scivolato e caduto a terra. Il nipote di Vittoria, Friedrich, morì dissanguato all’età di due anni, mentre gli altri due nipoti Leopold e Maurice morirono prematuramente a 32 e 23 anni. Il “male regale” si diffuse poi tra le famiglie regnanti europee in seguito ai matrimoni dei discendenti della regina Vittoria portando gravi conseguenze per i monarchi di Germania, Russia e Spagna. Ma quale male affliggeva la stirpe della regina britannica?

Sulla base dei sintomi, intorno agli anni Settanta alcuni studiosi ricondussero il “male regale” all’emofilia, una malattia ereditaria che impedisce al sangue di coagularsi, anche se non vi erano prove schiaccianti in merito. Ora una nuova ricerca basata su alcune analisi del DNA effettuate sulle ossa dei Romanov (l’ultima famiglia reale russa) sembra confermare l’ipotesi della emofilia.

Secondo gli autori della ricerca, il “male regale” non fu altro che una forma molto rara di emofilia appartenente al sottitipo B. Tale patologia impedisce al sangue di coagulare e dunque espone i soggetti che ne sono affetti a numerosi pericoli legati al dissanguamento per una ferita esterna o alla possibilità di perire a causa di una grave emorragia interna. L’emofilia è ereditaria e recessiva ed è presente sul cromosoma X, condizione che aumenta considerevolmente le probabilità per i maschi di esserne affetti, poiché le donne possono contrastare il gene con il loro secondo cromosoma X e diventare dunque portatrici sane della malattia.

Il principe Alessio Romanov, figlio dello Zar Nicola II, e pronipote della regina Vittoria, era affetto da emofilia. Nell’infanzia, l’erede al trono fu spesso vittima di gravi e prolungate emorragie, ma riuscì a superare tale fase per essere poi ucciso a 13 anni durante la Rivoluzione del 1918. I resti del corpo di Alessio e di quello della sorella Maria sono stati identificati solamente lo scorso gennaio, grazie a una ricerca condotta da Evgeny Rogaev, genetista alla University of Massachusetts Medical School di Worcester (USA), sui resti dei corpi trovati nei pressi dell’area dove venne giustiziata la famiglia reale.

Aleksej Nikolaevič Romanov
Aleksej Nikolaevič Romanov

Una volta stabilita l’identità dei resti rinvenuti dei Romanov, Rogaev ha analizzato il DNA di alcuni frammenti ossei alla ricerca di alcuni indizi sull’emofilia A, il sottotipo più diffuso della patologia, senza giungere ad alcun risultato. I genetisti hanno allora provato con l’emofilia di tipo B, che coinvolge il gene F9. La ricerca si è rivelata fruttuosa: i resti di Alessio, della sorella  Anastasia e della madre Alessandra hanno indicato chiaramente la presenza della malattia.

L’importante ricerca realizzata da Rogaev e colleghi è stata da poco pubblicata sulla rivista scientifica Science e potrà fornire nuovi importanti riscontri per gli storici impegnati nella mappatura del “male regale”. Alessio era affetto da emofilia B, mentre la madre e la sorella Anastasia erano portatrici sane della malattia. Una conferma importante sulla progressiva diffusione della patologia tra alcune delle più importanti famiglie regnanti d’Europa.

Secondo Rogaev, la malattia avrebbe di fatto condizionato non solo la famiglia Romanov, ma gli stessi destini della Russia. La condizioni di salute instabili di Alessio indussero Alessandra, la madre, a saldare i legami con l’ambigua figura del mistico Grigori Rasputin, che dichiarava di essere anche un guaritore. «All’epoca non vi era una cura. Alessandra cercò di fare tutto il possibile» ricorda Roagev sul sito web della rivista scientifica. I forti legami con i Romanov consentirono, secondo alcuni storici, a Rasputin di aumentare il proprio potere accrescendo la diffidenza del popolo che alcuni anni dopo avrebbe dato vita alla Rivoluzione. Ma qui la scienza deve lasciare il posto alla storia…

3 risposte a “Fu proprio l’emofilia a decimare alcune case reali”

  1. Bravo, Anecòico. Un pezzo veramente interessante. Mi ha sempre stupito la radice etimologica di «emofilia»: letteralmente «amore per il sangue». Come se anticamente si pensasse che l’emofiliaco volesse mantenere liquida la sua rossa fonte di vita a qualsiasi costo.

    Pierbacco

  2. gli animali sono considerati poco intelligenti ,ma salvo eccezioni cercano di accoppiarsi con estranei al loro gruppo.Lo scualo per esempio percorre oltre 5000 miglie per cercare una compagna.Chi glielo ha insegnato,forse l’informazione è nel suo DNA,come era nell’uomo primitivo .Foese l’estinzione del Neanderthal è dovua a incroci con consanguinei.

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