Giocare a nascondino con gli squali

Squalo Elefante (Cetorhinus maximus)
Squalo Elefante (Cetorhinus maximus)

Durante l’estate, centinaia di squali elefante (Cetorhinus maximus) emergono lungo la costa nordorientale degli Stati Uniti per divorare i microorganismi che costituiscono lo zooplancton, la loro principale risorsa alimentare. Terminata la stagione estiva, questi enormi bestioni che possono arrivare a pesare 10 tonnellate spariscono senza lasciare traccia. Intenzionati a risolvere il mistero, un gruppo di ricercatori ha così deciso di tracciare via satellite gli spostamenti degli squali, un’operazione a dir poco complicata.

Guidato da Gregory Skomal (Massachusetts Division of Marine Fisheries), il team di ricerca ha affittato alcuni aerei per rilevare la presenza degli squali elefante al largo delle coste del Massachusetts. Ottenute le coordinate sulla loro posizione, una squadra ha raggiunto via nave la zona riuscendo nella difficile impresa di posizionare alcuni trasmettitori satellitari sulle pinne dorsali di taluni esemplari intenti a nutrirsi di zooplancton. Oltre a segnalare la loro posizione al satellite, i trasmettitori erano anche in grado di rilevare la profondità e la temperatura dell’acqua.

Grazie alle informazioni fornite da una ventina di trasmettitori, i ricercatori hanno potuto scoprire le rotte e le distanze compiute da questi animali durante i mesi invernali. Molti esemplari si sono spinti molto più distante di quanto previsto, raggiungendo le coste delle Bermuda, di Puerto Rico e in alcuni casi ancora più a sud lungo le coste meridionali del Brasile. Ma la scoperta più sorprendente riguarda la profondità di navigazione degli squali elefante.

I rilevatori hanno infatti registrato una profondità media intorno ai 1000 metri durante gli spostamenti degli squali. La loro predilezione per le profondità marine potrebbe dunque spiegare come mai, fino a ora, non fosse stato possibile scoprire i loro spostamenti al termine dell’estate boreale.

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I misteri intorno a questa specie animale sembrano comunque destinati a persistere. Benché i ricercatori conoscano ora le rotte degli squali elefante, si sa ancora molto poco sulle loro abitudini e sui loro cicli riproduttivi. Nessuno è mai riuscito a identificare un piccolo di squalo elefante, così come nessun ricercatore ha ancora scoperto quando e dove avvenga la stagione dell’accoppiamento. Non è infine ancora chiaro perché numerosi esemplari, ma non tutti, decidano di migrare verso sud durante la stagione fredda.

Il sistema messo a punto da Skomal e colleghi per tracciare i movimenti degli squali elefante potrebbe ora fornire un valido contributo per rispondere ai molto interrogativi irrisolti. I trasmettitori utilizzati dal team di ricerca sono infatti molto particolari. Una volta applicati sulle pinne degli squali, provvedono a registrare numerose informazioni per un dato periodo di tempo determinato dal team di ricerca. Finito il periodo impostato dai ricercatori, i trasmettitori si staccano dalle pinne e riaffiorano a galla per poi inviare i segnali al centro di raccolta dei dati.

Grazie a questa nuova soluzione, i segreti degli squali elefante potrebbero avere i giorni contati.