I primi esseri umani non erano grandi arrampicatori, colpa delle caviglie

Scimpanzé (credit: Anne Fischer)
Scimpanzé (credit: Anne Fischer)

Benché discendessero dalle scimmie, sembra proprio che i primi esseri umani non fossero molto abili nell’arrampicarsi sugli alberi. A rivelarlo è un nuovo studio accademico, che potrebbe presto portare una parola definitiva su una diatriba che da tempo divide la comunità scientifica.

Secondo i ricercatori, gli scimpanzé e gli umani iniziarono a seguire strade evolutive distinte intorno ai 5 – 7 milioni di anni fa. Non si sa ancora molto su che cosa sia accaduto nel periodo che portò alla nascita dei primi ominidi: secondo parte della comunità scientifica i primi esemplari del genere umano vivevano principalmente sugli alberi, sfruttando la particolare conformazione delle loro dita per arrampicarsi facilmente sui rami, mentre per altri studiosi il fisico dei nostri lontani antenati era ormai differenziato dalle scimmie e dunque consentiva già una vita prevalentemente a terra.

Determinato a risolvere l’annosa diatriba, l’antropologo Jeremy DeSilva (Worcester State College, Massachusetts – USA) ha filmato alcuni scimpanzé nel loro ambiente naturale mentre erano intenti a scalare gli alberi del Kibale National Park in Uganda. Osservando attentamente i video realizzati, DeSilva ha così notato che gli scimpanzé inclinano le caviglie di circa 45 gradi per sollevare le zampe posteriori quando si spostano tra un ramo e l’altro. Gli esseri umani moderni, invece, possono flettere le loro caviglie di massimo 15 – 20 gradi quando camminano, poiché un’inclinazione maggiore porterebbe a forti dolori e danni all’articolazione.

Incuriosito da questo particolare, DeSilva ha deciso di analizzare tibia e tallone in alcuni fossili di grandi primati e di ominidi in un periodo compreso tra 4,12 e 1,53 milioni di anni fa. Il ricercatore ha così scoperto come tutte le articolazioni della caviglia degli ominidi siano molto più simili a quelle dell’uomo moderno rispetto a quelle delle scimmie, e che dunque la caviglia abbia assunto la sua specifica configurazione agli inizi dell’evoluzione umana.

Attraverso le sue osservazioni, DeSilva è così giunto a una importante conclusione: quando i primi ominidi si arrampicavano sugli alberi, certamente non erano in grado di flettere le caviglie raggiungendo un’inclinazione dell’articolazione comparabile con quella ottenuta dagli odierni scimpanzé. Nel suo studio, da poco pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, il ricercatore esprime seri dubbi sulla possibilità che i primi ominidi potessero essere buoni camminatori e al tempo stesso validi scalatori di alberi. Secondo DeSilva, il genere umano sarebbe dunque divenuto bipede in tempi relativamente rapidi, poiché le capacità di arrampicarsi sugli alberi scemarono rapidamente con l’evoluzione delle articolazioni degli arti inferiori.

Benché lo studio dell’antropologo fornisca nuovi importanti elementi per comprendere un passaggio fondamentale per il genere umano, la diatriba sui nostri primi stadi evolutivi non è ancora risolta. Secondo alcuni, infatti, una differente conformazione della caviglia non impediva necessariamente agli ominidi di scalare gli alberi: nulla esclude che lo facessero con una tecnica diversa rispetto a quella adottata dagli scimpanzé.

Del resto anche l’uomo moderno si arrampica con relativa facilità sugli alberi…

2 risposte a “I primi esseri umani non erano grandi arrampicatori, colpa delle caviglie”

  1. Ma,come,gli umani che provenivano da un antenato scimmiesco non erano buoni arrampicatrrampicatori :sarebbe ora di farla finita con questa evoluzione socialista.

I commenti sono chiusi.