I tordi di città imparano rapidamente a riconoscere le persone

Tordo (credit: birdwatchersdigest.com)
Tordo (credit: birdwatchersdigest.com)

«Io non piaccio ai tordi». Non ha dubbi in proposito la ricercatrice statunitense Christine Stracey, da anni impegnata nello studio di questi particolari volatili attraverso una attenta catalogazione dei nidi e dei nuovi pulcini nel campus in cui abita, presso la University of Florida (Gainesville, USA). Una recente ricerca sembra ora confermare la curiosa percezione di Christine.

A partire dal 2005, la ricercatrice ha avviato una meticolosa analisi sui tordi che vivono nel comprensorio dell’università e ha svolto regolarmente il calcolo delle uova nei nidi e dei pulcini per il suo progetto di ricerca. Con il passare del tempo, Christine ha però notato una crescente ostilità da parte dei tordi nei suoi confronti: quando passa in prossimità degli alberi in cui hanno i nidi, i volatili si agitano e iniziano a volarle intorno con violente picchiate per allontanarla. Un fenomeno reso ancora più insolito da un sorprendente particolare: i tordi si comportano in questo modo solamente con Christine, mentre non danno alcun segno di insofferenza quando vicino ai loro nidi si avvicinano passanti o gli addetti alla manutenzione del verde nel campus.

Riprendendo alcune teorie sviluppate nel corso degli ultimi anni sulla possibilità che i volatili siano effettivamente in grado di distinguere chiaramente un singolo individuo, la ricercatrice ha convinto il collega Doug Levey a realizzare un esperimento per verificare la capacità dei tordi di riconoscere le persone. Insieme ad altri colleghi, i due ricercatori hanno identificato una femmina di tordo intenta nella cova e hanno chiesto a un volontario di posizionarsi vicino al pennuto per circa trenta secondi e di toccare il suo nido per almeno la metà del tempo. Tale procedura è stata eseguita per diversi giorni consecuitivi sempre in presenza del volatile.

nidoVisita dopo visita, la femmina di tordo si è dimostrata progressivamente più agitata. Il primo giorno il volatile ha atteso che il volontario fosse ormai prossimo al nido per poi volare su un altro albero e iniziare a lanciare richiami di allarme, una tecnica solitamente utilizzata dagli uccelli per distrarre i predatori. Ma durante il quarto giorno, le cose sono sensibilmente cambiate. Non appena il volontario è giunto a circa 14 metri dal nido, la femmina di tordo si è librata in volo per poi compiere una picchiata verso la testa dell’intruso. Un attacco in piena regola cui ha anche partecipato il compagno della pennuta.

Il quinto giorno la procedura è stata nuovamente ripetuta, ma questa volta con un altro volontario. I ricercatori hanno così potuto osservare come in questo caso la femmina di tordo abbia cambiato totalmente comportamento, assumendo un atteggiamento analogo a quello mantenuto durante il primo giorno di sperimentazione. L’esperimento è stato poi ripetuto con il medesimo schema con altri 23 nidi, ottenendo sempre i medesimi risultati.

Secondo i ricercatori, ciò dimostra che i tordi sono in grado di riconoscere un singolo intruso tra le centinaia di persone che vedono quotidianamente passare nei pressi dei loro nidi. Questa particolarità potrebbe spiegare come mai questi volatili riescono a proliferare con facilità negli ambienti urbani molto di più rispetto ad altri uccelli canori. Un animale in città affronta quotidianamente un elevato numero di potenziali pericoli, ma deve essere in grado di distinguere quelli oggettivi dal semplice caos cittadino. Senza tale capacità, un volatile lancerebbe segnali di allarme in continuazione attirando così i predatori verso il suo nido.

Da poco pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, la ricerca getta nuova luce sul particolare rapporto tra volatili, ambiente urbano ed esseri umani. A differenza di quanto si immagina spesso, i pennuti che popolano le nostre città non conducono una vita isolata dalla nostra. Da ora in poi sarà lecito sentirsi un po’ più osservati…

Una risposta a “I tordi di città imparano rapidamente a riconoscere le persone”

  1. Ho fatto l’agricoltore per 30 anni e ho imparato a conoscere gli animali.Ho scoperto che hanno il cervello e lo usano.PER UN pò di tempo ho avuto un merlo che quando tardavo a porgergli le briciole del pane ,mi sollecitava battendo fuoriosamente il becco sul vetro della finestra.Poi ben difficilmente riuscivo ad avvicinare le gazze o i merli.Ho avuto un cane che durante la 2 guerra mi avvisava con alcuni minuti di anticipo dell’ arrivo degli aerei.Era più efficente degli idrofoni della contraerea.Naturalmente gli animali non progettano case ecc.ma interagiscono con l’habitat con intelligenza,non sono idioti.

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