La lebbra è più vecchia del previsto

I segni della lebbra sullo scheletro ritrovato in India (credit: Gwen Robbins et al., PLoS ONE)
I segni della lebbra sullo scheletro ritrovato in India (credit: Gwen Robbins et al., PLoS ONE)

La lebbra affligge l’umanità da molto più tempo di quanto non si pensasse. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori, che ha da poco scoperto in India uno scheletro risalente a circa 4.000 anni fa con evidenti tracce lasciate dalla terribile patologia. Il nuovo ritrovamento riporta indietro di circa 1500 anni le origini della malattia e fornisce nuovi elementi per comprendere come la lebbra si sia diffusa su scala globale.

Fino a oggi, le testimonianze più remote nel tempo della malattia erano state ritrovate in alcuni testi nel sud dell’Asia risalenti al VI secolo prima dell’era volgare, dove venivano descritte le disabilità solitamente causate dalla patologia. In maniera più ambigua, anche nei Veda, gli antichi testi sacri dell’induismo databili intorno a due millenni prima dell’era volgare, si faceva cenno a una malattia simile alla lebbra. Infine, in Egitto fu ritrovato lo scheletro con i segni della lebbra più antico finora conosciuto, risalente al II secolo prima dell’era volgare. Tracce inequivocabili, poiché la lebbra attacca sì la pelle e le terminazioni nervose più periferiche, ma nei casi più gravi può anche diffondersi fino al tessuto osseo.

Un gruppo di ricercatori guidato da Gwen Robbins (Appalachian State University – USA), ha ora scoperto uno scheletro risalente a circa 4000 anni fa che sembra confermare quanto riscontrato nei Veda. Il reperto è stato ritrovato durante gli scavi nel sito di Balathal in Rajastan, dove viveva una piccola comunità di lavoratori del ferro. Le ossa, riportano i ricercatori nella rivista scientifica PLoS One, erano sepolte in un angolo dell’insediamento in una buca protetta da uno spesso muro di pietra.

Utilizzando il radiocarbonio, il team di ricerca è riuscito a datare lo scheletro, appartenuto a un uomo deceduto intorno al suo trentesimo anno di vita. I segni ritrovati sulle costole, sulle vertebre e in prossimità del naso e degli zigomi sono compatibili con le tracce solitamente lasciate dalla lebbra. Analizzando ulteriormente i resti risalenti a 4000 anni fa, i ricercatori hanno notato l’assenza di osteoporosi nell’area vertebrale e hanno potuto così escludere la tubercolosi o la possibilità che l’uomo fosse deceduto a causa di una infezione alle ossa.

La nuova importante scoperta non fornisce solamente nuovi elementi per datare l’inizio della relazione pericolosa tra lebbra ed esseri umani, ma consente anche di valutare come la malattia si sia progressivamente diffusa su scala globale. Basandosi su alcune precedenti ricerche sulle caratteristiche genetiche della patologia, i ricercatori ipotizzano che la lebbra sia comparsa intorno al terzo millennio prima dell’era volgare probabilmente in India grazie alla progressiva urbanizzazione e all’aumento delle vie di comunicazione che hanno favorito contatti più ravvicinati tra gli individui, aumentando dunque le possibilità di contagio.