L’inquinamento luminoso aumenta l’incidenza del cancro alla prostata

Il mondo di notte (credit: . Mayhew & R. Simmon (NASA/GSFC), NOAA/ NGDC, DMSP Digital Archive)
Il mondo di notte (credit: . Mayhew & R. Simmon (NASA/GSFC), NOAA/ NGDC, DMSP Digital Archive)

Sembra esserci un legame diretto tra l’inquinamento luminoso e il cancro alla prostata. La sorprendente scoperta è stata resa possibile da un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori della Università di Haifa. L’eventualità di un collegamento tra eccessiva esposizione alla luce artificiale di notte e tumori era già stata ventilata durante lo scorso anno, con uno studio sul cancro al seno, ma mancavano risultati sufficientemente solidi per confermare tale ipotesi.

La ricerca, condotta da Abraham Haim, Boris A. Portnov, Itai Kloog e Richard Stevens, era stata concepita per valutare gli effetti di numerosi fattori – tra i quali l’inquinamento luminoso notturno – sull’incidenza di alcune patologie tumorali come il cancro alla prostata, al polmone e i carcinomi intestinali nell’uomo su scala globale. Per effettuare il loro studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati forniti dall’International Agency for Research on Cancer sulle tipologie di tumori oggetto di esame in 164 Paesi, incrociandoli con le informazioni e le mappe sulla quantità di luce artificiale nelle ore notturne fornite dal Defence Meteorological Satellite Program.

Ottenuti i dati, il gruppo di studio ha provveduto ad armonizzare le informazioni in suo possesso, così da poter calcolare con un buon grado di approssimazione il livello di illuminazione artificiale notturna per individuo nei Paesi presi in considerazione. La medesima procedura è stata poi seguita per altri importanti fattori come il consumo di energia elettrica pro capite, il livello di urbanizzazione, le condizioni socioeconomiche del campione e numerose altre variabili.

Già al primo stadio dell’analisi, i ricercatori si sono resi conto di quanto l’incidenza del cancro alla prostata sia condizionata dai livelli di luce artificiale nelle ore notturne e dal consumo medio di energia elettrica. Gli esperti della Università di Haifa hanno così isolato la quantità di luce artificiale notturna pro capite per esaminarne con maggiore attenzione gli effetti sull’organismo umano. I 164 Paesi oggetti di studio sono stati suddivisi in tre gruppi a seconda del livello di inquinamento luminoso notturno.

I ricercatori hanno così scoperto che nei Paesi in cui la quantità di luce artificiale è bassa si registra una incidenza minore dei casi di cancro alla prostata con 67 malati ogni 100mila abitati. Nelle aree in cui si riscontra un medio inquinamento luminoso notturno i casi di cancro alla prostata interessano mediamente 87 pazienti ogni 100mila, un aumento di circa il 30% rispetto ai Paesi con meno luce artificiale. Infine, nelle zone in cui si registrano i più alti livelli di inquinamento luminoso notturno si registra anche il maggior numero di casi di cancro alla prostata: 157 individui ogni 100mila abitanti, circa l’80% in più.

La ricerca espone naturalmente un fenomeno, ma non ne spiega le motivazioni. Tuttavia, numerose ipotesi potrebbero spiegare l’aumento dell’incidenza del cancro alla prostata dovuto all’inquinamento luminoso notturno. L’esposizione costante alla luce di notte può comportare: un calo nella produzione della melatonina (un ormone che regola i cicli di sonno e veglia), scompensi nel sistema immunitario e seri problemi al nostro orologio biologico, incapace di distinguere con precisione il giorno dalla notte a causa dell’illuminazione artificiale.

Il legame tra incidenza del cancro alla prostata e livelli di inquinamento luminoso sembra essere incontrovertibile. Un motivo in più per promuovere nuove soluzioni tese al risparmio energetico e all’abbattimento dell’inquinamento luminoso, che in alcuni casi si rivela estremamente dannoso anche per la flora e la fauna che ci circondano.

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