Per la sonda Ulysses arriva il tramonto

ulyssesPer la sonda spaziale Ulysses è giunto il momento della pensione. Dopo quasi 19 anni di onorato servizio nel cosmo, la sonda ha da poco ultimato la sua missione intorno al Sole, durata ben 17 anni. Un periodo di tempo considerevole, se si pensa che in origine il dispositivo era stato progettato per condurre uno studio della durata di 5 anni per analizzare il vento solare e la polvere interstellare da un’area privilegiata di osservazione: i due poli del Sole. La sonda non fornisce più informazioni tali da giustificarne ancora l’utilizzo e l’impiego di una costosa antenna di ricezione e sarà quindi abbandonata al suo destino dagli esperti della NASA e dell’ESA.

Lanciata il 6 ottobre del 1990, la sonda fu indirizzata verso l’orbita di Giove, che le diede la giusta spinta orbitale per raggiungere il Sole. Una volta nei pressi della nostra stella, Ulysses ha consentito di effettuare importanti scoperte sulla natura e le principali proprietà del corpo celeste.

La sonda ha rivelato come il campo magnetico del Sole sia in grado di cattuare le particelle dotate di carica espulse dai poli della stella per poi indirizzarle verso la Terra e gli altri pianeti del sistema solare, creando così una radiazione molto importante quanto pericolosa per le nostre esistenze. I dati forniti nel corso degli anni da Ulysses hanno permesso inoltre di comprendere meglio le dinamiche legate al vento solare. Un tempo si ipotizzava che questa corrente di particelle emessa dal Sole si muovesse mediamente a una velocità pari a circa 400 km al secondo, ma tale stima era unicamente basata sulle rilevazioni all’equatore della stella. Ulysses ha invece svelato come in prossimità dei poli la velocità del vento solare si attesti intorno ai 750 km al secondo, con un sensibile sbalzo tra i due valori conosciuti.

Un getto di raggi-X emesso dal polo nord della corona solare (credit: SAO/NASA/JAXA/NAOJ)
Un getto di raggi-X emesso dal polo nord della corona solare (credit: SAO/NASA/JAXA/NAOJ)

Combinando le informazioni già note sull’attività della nostra stella all’equatore con i dati provenienti dai poli forniti dalla sonda, gli astrofisici sono riusciti a comprendere meglio le dinamiche e le enormi quantità di energia prodotte dal Sole. Ulysses ha osservato un paio di cicli solari (l’attività del sole è ciclica e dura mediamente 11 anni fino all’inversione del campo magnetico) utili per valutare con maggiore precisione le caratteristiche del campo magnetico solare, molto più complesso di quanto si fosse inizialmente ipotizzato.

Nel corso degli anni, la strumentazione a bordo di Ulysses ha anche permesso la rilevazione di un notevole ammontare di atomi di elio nella polvere stellare proveniente dalle profondità dello spazio. Un particolare importante che, insieme ad altre misurazioni, ha indotto numerosi astrofisici a concludere che l’universo contenga poca materia per poter arrestare la propria espansione.

Dopo la disattivazione, la sonda manterrà la sua orbita nell’immensità dello spazio intorno al Sole divenendo di fatto la prima cometa artificiale realizzata dall’uomo. La frase “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscienza” incisa su uno dei suoi lati continuerà a essere accarezzata dal vento solare per molto tempo.

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