Perché nelle domande utilizziamo il punto interrogativo?

Punto interrogativoIl sistema di punteggiatura utilizzato nella nostra lingua deriva dal greco e dal latino classici, lingue nelle quali la punteggiatura era principalmente utilizzata per guidare la lettura ad alta voce e solo marginalmente per contribuire alla comprensione dei testi. Diversi segni permettevano al lettore di capire quando mettere in risalto alcune sillabe, inserire delle pause o prendere fiato per mantenere regolare e cadenzata la lettura di un testo.

Mentre il greco contrassegnava spesso una domanda attraverso l’utilizzo di un punto e virgola, in latino il tono interrogativo era indicato dalla parola quaestio. Durante il Medioevo, non era raro trovare tale parola abbreviata semplicemente con le due lettere QO, espediente utilizzato dai monaci copisti per evitare la ripetizione dell’intera parola.

La dicitura QO poteva però essere confusa con altre abbreviazioni. Ciò spinse numerosi scrivani a tramutare ulteriormente l’abbreviazione, collocando la lettera Q al di sopra della O. Nel corso del tempo le due lettere sovrapposte divennero sempre più stilizzate: la Q si tramutò in una sorta di svolazzo mentre la O divenne un semplice punto. Era nato il punto interrogativo come lo conosciamo oggi.

Nel corso del IX secolo, il punctus interrogativus era utilizzato per aiutare l’esecuzione dei complessi canti gregoriani, ovvero i canti liturgici di stile monodico e in ritmo libero. Il segno assomigliava alla versione ancora oggi utilizzata, ma era lievemente inclinato verso destra e indicava una piccola pausa prima di procedere a un crescendo della voce.

L’avvento della stampa rese necessaria una uniformazione dei segni di interpunzione. Oltre alla definitiva attestazione del punto, dei due punti e della virgola, nel corso del XVI secolo anche il punto interrogativo divenne di comune utilizzo. Il passaggio dalla lettura a voce alta alla lettura a mente, portato proprio dalla rivoluzione della stampa, rese i segni di interpunzione fondamentali specialmente per la lingua italiana, priva delle inflessioni grammaticali legate al cambiamento – per esempio – del caso. Il tono di domanda in una frase divenne così imprescindibile dalla presenza al termine della stessa di un punto interrogativo.

Una risposta a “Perché nelle domande utilizziamo il punto interrogativo?”

  1. Molto interessante, Anecòico. E’ forse utile ricordare che gli spagnoli aiutano ulteriormente il lettore ponendo prima della domanda un punto interrogativo capovolto. Cosa ci dici del punto esclamativo, che Ugo Ojetti definiva: «stuzzicadenti delle bocche vuote»?

    Pierbacco

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