Quando le stelle ingoiano i pianeti

pianeta stellaUn passaggio troppo vicino alla propria stella di riferimento può costare la vita ai pianeti. È questa in estrema sintesi la conclusione di una nuova ricerca, che aiuta a spiegare perché le stelle più antiche abbiano generalmente pochi pianeti in orbita nelle loro vicinanze.

In oltre 20 anni di caccia ai pianeti, gli astronomi hanno scoperto circa 347 corpi celesti in orbita intorno ad altre stelle. Un numero considerevole, che ha consentito di mettere in evidenza due differenti tendenze:

  1. Le stelle più antiche hanno raramente dei pianeti in orbita nelle loro vicinanze.
  2. A poca distanza dalle stelle giovani si muovono spesso pianeti con orbite molto più vicine di quella percorsa da Mercurio intorno al Sole.


In un articolo da poco inviato alla rivista The Astrophysical Journal, un gruppo di ricercatori ha proposto una possibile soluzione per spiegare le due tendenze osservate: con il tempo, le stelle tendono a ingoiare i pianeti che gli si avvicinano troppo. L’idea alla base di questa teoria è in sé relativamente semplice: due corpi che passano l’uno vicino all’altro nello spazio tendono a disturbarsi a vicenda. Una stella è generalmente in grado di sortire maggiori effetti su un pianeta di quanto un pianeta non sia in grado di fare con una stella, dunque passaggio dopo passaggio l’orbita del pianeta inizia a modificarsi avvicinando sempre di più il corpo celeste alla sua stella di riferimento. Il processo prosegue fino a quando il pianeta non va inevitabilmente a scontrarsi contro la stella, sancendo così la propria fine.

Avuta l’intuizione, i ricercatori hanno poi sviluppato un modello per simulare la loro teoria e verificarne l’attendibilità. Secondo la loro simulazione, il pianeta CoRoT-7, da poco scoperto in orbita intorno alla propria stella di riferimento a una distanza di pochi milioni di chilometri, in meno di un miliardo di anni andrà incontro a morte certa scontrandosi contro la sua stella. Il processo può dunque avvenire con relativa rapidità, benché un miliardo di anni appaia a noi mortali come un’enormità, e ciò potrebbe dunque spiegare come mai le stelle di una certa età sono generalmente prive di pianeti in orbita nelle loro vicinanze.

Coordinata da Rory Barnes (University of Washington – USA) la ricerca sembra essere un valido punto di partenza per comprendere alcune dinamiche interne ai sistemi solari e legate alle orbite dei pianeti intorno alle loro stelle di riferimento. Il team di ricerca cercherà ora nuove conferme per il proprio modello analizzando le anomalie riscontrate negli ultimi anni nel moto di alcuni pianeti. La loro scomparsa o l’andamento delle loro orbite potrebbero fornire nuovi validi elementi per comprendere meglio le dinamiche che portano le stelle a inghiottire i loro pianeti.