Saturno a che velocità corre?

Nascosto da una spessa coltre di nubi, Saturno ruota su sé stesso a una velocità costante ancora sconosciuta agli astronomi. Le nuove misurazioni della sonda Cassini potrebbero, però, rivelare preziose informazioni per risolvere questo enigma astronomico, almeno secondo un gruppo di ricercatori che ha recentemente pubblicato i risultati del proprio studio sulla rivista scientifica Science.

Il vento solare distorce la rilevazione delle onde radio emesse da Saturno [credit: NASA.gov]Determinare la lunghezza di un giorno su uno dei giganti gassosi del nostro sistema solare non è semplice. La parte interiore del pianeta è completamente mascherata dalle impenetrabili nubi dell’atmosfera. Per misurare la sua rotazione interna, gli scienziati devono quindi cercare di sfruttare le emissioni radio prodotte dal “cuore” del pianeta.
Le particelle elettriche intrappolate nel campo magnetico, che origina nelle profondità di Saturno, emettono onde radio con una frequenza che si aggira intorno ai 100 kHertz. L’osservazione della variazione delle onde radio in rapporto ai cambiamenti del campo magnetico potrebbe consentire agli astronomi di identificare con sufficiente precisione la velocità di rotazione del pianeta.

Le sonde Ulisse e Voyager sorvolarono Saturno diversi anni, fornendo risultati a dir poco contrastanti. Dai calcoli risultava, infatti, che il pianeta avesse allungato la propria corsa giornaliera di almeno sei minuti: un dato che aveva lasciato molto scettici gli astronomi. Le nuove misurazioni compiute da Cassini sembrano escludere categoricamente questo rallentamento; piuttosto, pare che qualcosa interferisca nelle emissioni radio del pianeta, distorcendo così le rilevazioni dei dati.
Secondo i ricercatori, il vento solare potrebbe essere la causa principale di questa distorsione nei dati registrati da Cassini: le interferenze si verificano regolarmente ogni 25 giorni, proprio in concomitanza con le fasi di maggiore attività del Sole rispetto a Saturno.

Saturno, fotografato dalla sonda Voyager 2 nel 1981 [credit: NASA.gov]Gli astrofisici cercheranno ora di elaborare un modello matematico in grado di filtrare l’influenza negativa del vento solare sulle rilevazioni, ma non sarà semplice. Le “folate” che provengono dal Sole aumentano e diminuiscono progressivamente nell’arco dei 25 giorno. Il cambiamento è dunque graduale e quindi ancor più difficile da escludere dalle misurazioni.
La scoperta della reale velocità di rotazione di questo pianeta gassoso potrebbe essere più vicina di quanto si immagini. Una volta ottenuto un dato certo, gli astronomi potranno elaborare con maggiore precisione le loro teorie legate all’evoluzione di Saturno, il pianeta degli anelli. [fonti principali: Science ed ESA – European Space Agency]