Se l’influenza A (H1N1) lascia senza fiato

H1N1Sembrano giungere notizie confortanti sull’influenza A (H1N1) dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, aree nelle quali il virus ha già espresso buona parte del proprio potenziale durante l’inverno australe. Stando a una recente ricerca, la maggior parte degli individui colpiti da grave insufficienza respiratoria a causa dell’influenza A sono riusciti a sopravvivere grazie a un trattamento per arricchire il sangue di ossigeno.

Una delle complicazioni più pericolose legate all’influenza è la possibilità di incorrere in una sindrome da distress respiratorio (ARDS), una condizione che può portare a danni diffusi dei capillari alveolari a tal punto da causare una forte insufficienza respiratoria e il formarsi di liquido nei polmoni. Alcuni pazienti con H1N1, rivela lo studio, sono stati curati attraverso dispositivi biomedicali per la ossigenazione con membrana extracorporea (ECMO) per ridimensionare la gravità dell’insufficienza respiratoria ottenendo risultati molto promettenti.

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L’insetto stecco che visse due volte su due isole diverse

Dryococelus australis (credit: Wikimedia.org)
Dryococelus australis (credit: Wikimedia.org)

Questa è la storia di un insetto che visse due volte e vide affondare l’isola su cui si era evoluto. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto che il Dryococelus australis, per gli amici l’insetto stecco dell’isola di Lord Howe, non ebbe le proprie origini sull’isola di Howe al largo delle coste australiane, ma in un’altra isola ora probabilmente sommersa dalle acque dell’Oceano Pacifico.

La storia dell’insetto stecco dell’isola di Lord Howe è molto curiosa. Appartenente all’ordine dei fasmidi, questo particolare insetto può raggiungere i 13 centimetri di lunghezza e – a differenza dei suoi cugini – presenta un corpo relativamente tozzo e poco mimetico. Molto raro e ritrovabile sulla sola isola di Lord Howe, nel corso degli anni trenta il Dryococelus australis fu dato ormai per estinto in seguito a un’invasione di ratti neri giunti sull’isola da una nave di rifornimenti arenatasi nei pressi della costa. I ratti si moltiplicarono rapidamente colonizzando l’intera isola e sterminando la già esigua popolazione di insetti stecco. Una vera ecatombe.

Negli anni Sessanta, alcuni esploratori giunti sull’isola identificarono alcuni esemplari morti di Dryococelus australis, senza però avvistare nemmeno un individuo ancora in vita. Così avvenne anche per alcune spedizioni successive, che rafforzarono la convinzione che quel particolare insetto stecco fosse ormai completamente estinto. Ma nel 2001, accadde l’insperato. Leggi tutto “L’insetto stecco che visse due volte su due isole diverse”

Bugie di sopravvivenza per i granchi violinisti

A volte la finzione può diventare la migliore arma per la sopravvivenza. Sembrano averlo imparato molto bene i Granchi violinisti (Uca Uca), che si fingono molto più forti e potenti di quanto in realtà non lo siano per spiazzare i loro contendenti.

Granchio violinista
Granchio violinista

Questi particolari crostacei presentano una evidente sproporzione nella loro conformazione fisica, con una chela enormemente più grande rispetto all’altra e utilizzata come arma di difesa e attacco per proteggere la loro tana dai nemici. Nel corso dei combattimenti più accesi può accadere che un Granchio violinista perda la propria chela in seguito a un colpo ben assestato da parte del suo contendente. La perdita non si rivela quasi mai mortale e nel giro di qualche settimana l’organismo del granchio colpito riesce a rigenerarsi, creando una nuova chela del tutto simile alla precedente, ma meno resistente e mobile.

La differenza tra la chela precedente e il nuovo arto, più leggero e meno affidabile ma più grande, è nota solamente al granchio che la possiede e non ai predatori e agli altri suoi simili che continuano a vedere la solita chela sovradimensionata. Così, stando ad una recente ricerca, i Granchi violinisti farebbero finta di nulla mostrando il loro nuovo – debole – arto ai contendenti per intimorirli ancor prima di ingaggiare la lotta vera e propria. Un inganno che pare si riveli quasi sempre vincente e tale da assicurare buone opportunità di sopravvivenza ai Granchi violinisti reduci dalla perdita della loro enorme chela. Leggi tutto “Bugie di sopravvivenza per i granchi violinisti”