Mille bolle blu per raffreddare il clima

Riempire di bolle gli oceani per riflettere maggiormente i raggi solari e ridurre il surriscaldamento globale. L’idea è di Russel Seitz (Harvard University, USA) e potrebbe fornire nuovi spunti per lo studio delle migliori soluzioni per contrastare l’aumento delle temperature in alcune aree del Pianeta.

Le bolle che si formano naturalmente grazie ai moti ondosi rendono alcune aree dei mari meno scure e dunque riducono l’assorbimento dei raggi solari. Nonostante l’estensione di queste zone, il fenomeno contribuisce solamente per lo 0,1% alla capacità della Terra di riflettere la luce. Secondo Seitz, creando milioni di microbolle dal diametro di qualche centesimo di millimetro si potrebbe acuire sensibilmente il fenomeno, aumentando la capacità degli oceani di riflettere la luce solare. Leggi tutto “Mille bolle blu per raffreddare il clima”

Alberi a metano

credit: planetware.comIl metano può essere prodotto dalle piante? Da tempo numerosi ricercatori stanno tentando di dare una risposta a questa domanda. Alcuni ipotizzano che i vegetali siano in grado di produrre il noto gas naturale e che la quantità prodotta sia pari al 10 – 30% delle emissioni di metano su scala globale. Una prima ipotesi in merito fu formulata nel corso del 2006 e sembra abbia da poco trovato una parziale conferma.

Secondo un recente studio, infatti, gli alberi trasporterebbero il metano prodotto dai microorganismi che vivono nel suolo dalle radici alle foglie, liberando infine il gas nell’atmosfera. Tale condizione spiegherebbe come mai le quantità di metano rilevate tendono ad aumentare più del previsto nelle aree tropicali umide, dove le zone paludose favoriscono i processi di decomposizione in ambiente anaerobico del materiale organico, ovvero la formazione del gas naturale. Leggi tutto “Alberi a metano”

Peggiorano le previsioni sull’innalzamento dei livelli del mare

Un canyon di ghiaccio causato dal progressivo discioglimento in GroenlandiaMentre a Copenhagen la conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite si avvia a una conclusione, senza purtroppo grandi progressi, una ricerca da poco pubblicata lancia nuovi allarmanti prospettive sulla delicata questione dell’innalzamento dei mari.

Guidato da Robert Kopp (Princeton University), un gruppo di ricercatori ha esaminato l’innalzamento dei mari avvenuto nel corso del più recente periodo interglaciale verificatosi circa 125mila anni or sono. All’epoca il clima aveva assunto caratteristiche del tutto simili a quelle previste oggi per il futuro della Terra con un aumento della temperatura ai poli compreso tra i 3 e i 5 °C rispetto all’attuale. Studi analoghi erano già stati condotti in passato, ma si erano occupati solamente di alcuni cambiamenti locali selezionati, senza valutare i possibili effetti su scala globale. Leggi tutto “Peggiorano le previsioni sull’innalzamento dei livelli del mare”

Su Titano è nuvoloso

Anche su Titano talvolta è nuvoloso. Le novità sul clima della luna di Saturno giungono da un gruppo di ricercatori impegnati da tempo a inseguire le nuvole che si formano sul corpo celeste grazie alla sonda spaziale Cassini.

L'orbiter Cassini coglie la presenza di alcune nubi nell'atmosfera di Titano (credit: NASA/JPL/University of Arizona/University of Nantes)
L'orbiter Cassini coglie la presenza di alcune nubi nell'atmosfera di Titano (credit: NASA/JPL/University of Arizona/University of Nantes)

Utilizzando le immagini fornite dall’orbiter spaziale della NASA (lanciato nel 1997), gli scienziati hanno rilevato in circa tre anni e mezzo di osservazioni oltre 200 nubi nell’atmosfera di Titano tra il 2004 e il 2007, che si comportano seguendo sostanzialmente i fenomeni osservabili sulla Terra legati alla circolazione atmosferica globale. L’andamento è del tutto simile, a eccezione della tempistica che fa sì che le nubi siano visibili nell’emisfero sud di Titano anche all’approssimarsi della stagione autunnale. Leggi tutto “Su Titano è nuvoloso”

Storie di satelliti, guano e pinguini

pingempA volte per condurre in porto una ricerca scientifica occorre sporcarsi le mani. Un gruppo di ricercatori ha così scoperto un nuovo modo per identificare con maggiore semplicità le colonie di pinguini in Antartide: osservare dallo spazio i loro escrementi.

Utilizzando questo metodo, alcuni scienziati hanno identificato ben dieci colonie di pinguino imperatore nell’area antartica. È bastato analizzare alcune fotografie satellitari alla ricerca delle chiazze rossastre e marroni del guano dei pinguini sulla bianca superficie della gelida Antartide. Questo nuovo approccio per le ricerche potrebbe rivelarsi molto utile per monitorare la popolazione dei pinguini e le variazioni demografiche causate dal cambiamento del clima. Leggi tutto “Storie di satelliti, guano e pinguini”

Il cambiamento del clima lascerà il segno anche sui grandi incendi stagionali

incendioIl surriscaldamento globale porterà a una sensibile variazione dell’attuale distribuzione dei grandi incendi che stagionalmente interessano alcune aree del Pianeta. A rivelarlo è una nuova ricerca, che getta nuove ombre sul futuro di numerosi ecosistemi in cui gli incendi rivestono un ruolo primario per i cicli di vita di flora e fauna.

Per causare un incendio di grandi dimensioni la Natura ha generalmente bisogno di ben pochi ingredienti: vegetazione estremamente disidratata, molto calore e un’estate particolarmente ventosa. Nonostante il meccanismo possa apparire semplice, in numerosi anni di studi i ricercatori si sono resi conto di quanto sia difficile prevedere con certezza l’esatto periodo in cui un incendio devasterà una data area del Pianeta. Le equazioni che tentano di prevedere tali fenomeni si basano in genere su un alto numero di variabili, ma si rivelano spesso insufficienti per formulare una previsione attendibile. Leggi tutto “Il cambiamento del clima lascerà il segno anche sui grandi incendi stagionali”