Il “grasso buono” aiuta a dimagrire anche in età adulta

Non tutto il grasso vien per nuocere. A rivelarlo sono tre interessanti ricerche sul tessuto adiposo bruno, che potrebbero portare in futuro a nuove soluzioni per il controllo della percentuale di grasso negli individui sovrappeso.

Tessuto adiposo bruno
Tessuto adiposo bruno

Mentre il tessuto adiposo bianco costituisce la principale riserva di energia ottenuta dal cibo per il nostro organismo, il tessuto adiposo bruno (BAT) consuma energie principalmente per produrre calore. Questo tessuto è estremamente ricco di mitocondri (gli organelli, parti della cellula, deputati alla respirazione cellulare) che conferiscono la tipica colorazione scura a questo tipo di grasso, essenziale principalmente per le specie animali che vanno stagionalmente in letargo. Fino a qualche tempo fa, si pensava che il BAT fosse attivo solamente nei primi anni di vita nell’uomo e che poi scomparisse progressivamente divenendo meno funzionale. Leggi tutto “Il “grasso buono” aiuta a dimagrire anche in età adulta”

Mangia di meno, ricorderai di più

dietaRidurre le calorie per aumentare la memoria. Non sembrano avere dubbi in proposito gli autori di una recente ricerca, che ha evidenziato come una riduzione degli apporti calorici nelle diete degli anziani possa contribuire a mantenere sana e allenata la propria memoria.

I primi studi sui benefici apportati dalle diete ipocaloriche risalgono agli anni trenta del secolo scorso, quando i ricercatori scoprirono che la vita dei ratti poteva essere quasi raddoppiata riducendo la loro dieta. Ulteriori studi, svolti anche sui primati, mostrarono alcuni vantaggi legati alla riduzione delle calorie tale da indurre alcune ricerche anche sugli essere umani.

In questo caso, però, i risultati si rivelarono contrastanti. I soggetti con regimi alimentari ipocalorici generalmente hanno una pressione sanguigna e un livello di zuccheri più bassi rispetto agli individui con una normale dieta. Tuttavia, lo scarso numero di studi condotti fino ad ora non ha mai consentito di comprendere quanto una dieta ipocalorica possa davvero apportare benefici all’organismo delle persone molto anziane, né tanto meno di comprendere i vantaggi dal punto di vista delle prestazioni cognitive.

Partendo da questo presupposto, Agnes Flöele e un gruppo di ricercatori della Università di Münster (Germania) hanno deciso di approfondire i risvolti delle diete ipocaloriche sulle capacità cognitive degli anziani. Il team di ricerca ha così assoldato 50 volontari con una età media intorno ai 60 anni e un indice di massa corporea medio pari a 28 (lieve sovrappeso). I ricercatori hanno poi suddiviso a caso i partecipanti all’esperimento in tre gruppi distinti: a 20 persone è stato richiesto di ridurre del 30% il loro apporto calorico giornaliero, mantenendo però il giusto equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi; ad altri 20 individui è stato invece richiesto di mantenere un normale apporto calorico, integrando però la loro dieta con grassi monoinsaturi, come quelli presenti nel salmone o nell’olio di oliva; infine, agli ultimi 10 volontari è stato richiesto di non modificare in nessun aspetto la loro dieta. Leggi tutto “Mangia di meno, ricorderai di più”

Gli stercorari gourmet prediligono i millepiedi

Scarabeo stercorario
Scarabeo stercorario

Benché per molte specie animali una dieta a base di escrementi sia del tutto naturale ed estremamente appetibile, sul lungo periodo a qualche esemplare può anche venire la tentazione di provare qualcosa di più fresco. È il caso di una particolare specie di scarabeo stercorario peruviano, che da esperto raccoglitore di rifiuti altrui si sta ora trasformando in uno spietato killer. Un cambiamento rapido di dieta estremamente raro che costituisce un caso di “evoluzione dal vivo” di una specie.

Difficile crederlo, eppure nella foresta pluviale peruviana gli escrementi sono una vera e propria prelibatezza per le numerose specie di scarabei stercorari, che si contendono senza sosta i ricordini degli altri animali anche con accese e sanguinarie battaglie per la supremazia. Un tale fermento ha colto l’interesse di Trond Larsen e del suo team di ricercatori della Princeton University, che hanno così deciso di raggiungere la foresta pluviale per osservare da vicino le abitudini delle specie di scarabeo stercorario che affollano quell’area dell’America del Sud.

Giunti sul luogo, i ricercatori hanno predisposto una serie di piccole trappole contenenti sterco, carne in putrefazione, frutta e funghi per attirare gli stercorari. Inoltre, in un tipo particolare di trappola, Larsen ha deciso di inserire alcuni millepiedi ancora vivi, sapendo che alcune specie di stercorario si cibano talvolta di insetti. In circa 11 mesi di lavoro, il team di ricerca è stato in grado di catalogare ben 132 specie diverse di scarabei stercorari e più di 100.000 esemplari. Tra le tante specie si è distinta quella di Deltochilum valgum, che si è esclusivamente nutrita dei millepiedi lasciati nelle trappole dai ricercatori. Leggi tutto “Gli stercorari gourmet prediligono i millepiedi”