Sogliola d’imitazione

Simile alla sogliola, il Bothus lunatus popola numerose regioni occidentali dell’Oceano Atlantico e vanta un formidabile imitatore. Il polpo dei Caraibi, Macrotitopus defillipi, ha infatti evoluto la capacità di imitare le movenze sul fondale marino del Bothus per sfuggire ai predatori.

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Quando è immobile, il Macrotitopus riesce a mimetizzarsi con la sabbia grazie alla propria colorazione tenue grigio-verde. Muovendosi per procacciare il cibo, il piccolo animale marino diventa invece evidente, correndo così il rischio di diventare la preda di qualche altra famelica creatura che popola i fondali. Per risolvere il problema, gli esemplari di Macrotitopus hanno sviluppato una particolare capacità per mimetizzarsi anche in movimento. Leggi tutto “Sogliola d’imitazione”

Abbattute in un batter d’ali

Abbattere le zanzare con un fascio laser. È questo uno degli obiettivi dell’Intellectual Venture Lab per limitare la diffusione della malaria nei paesi disagiati. Il sistema è in grado di riconoscere la presenza di una zanzara in volo e di colpirla attraverso l’emissione di un fascio laser, letale per l’insetto ma innocuo per gli esseri umani.

L’idea alla base del progetto è relativamente semplice e prevede la creazione di un perimetro impenetrabile per le zanzare, una sorta di zanzariera virtuale sorretta da una serie di pali. Su ogni palo viene collocata una fonte di luce LED che lavora nell’infrarosso e illumina un altro palo (alla distanza massima di 30 metri) rivestito da un materiale in grado di riflettere la luce verso lo fonte dove viene colta dall’obiettivo di una videocamera. La telecamera può così cogliere l’eventuale presenza di coni d’ombra nella luce di ritorno creati dalle zanzare in volo. Leggi tutto “Abbattute in un batter d’ali”

Challenger, 24 anni dopo un nuovo video dell’incidente

Nella mattina del 28 gennaio del 1986, lo Space Shuttle Challenger si disintegrava nei cieli della Florida ad appena 73 secondi dal lancio e dall’inizio della missione STS-51L. Un guasto a una guarnizione nella porzione inferiore del razzo a propellente solido destro portò a una violenta fuoriuscita di fiamme che, insieme alle notevoli forze aerodinamiche in atto, portò a un cedimento strutturale fatale per lo Shuttle e l’equipaggio.

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A distanza di 24 anni circa da quel tragico mattino, il Courier Journal di Louisville (Kentucky – USA) ha pubblicato un filmato amatoriale realizzato all’epoca dal videoamatore Jack R. Moss. Il video venne realizzato tra le abitazioni di un’area residenziale di Winter Haven, ma non fu mai diffuso dal suo autore. Lo scorso dicembre, a una settimana circa dalla propria morte, l’88enne Moss ha deciso di donare il filmato allo Space Exploration Archive, una organizzazione non-profit di Lousiville.

Il documento video non ha subito alcuna forma di editing e rappresenta dunque fedelmente i tempi e la sequenza del tragico incidente, ma da un punto di vista nuovo rispetto alla riprese raccolte nel 1986 dalla NASA. L’audio del filmato, realizzato nel formato BETA, consente di ascoltare il dialogo tra Moss, la propria compagna e alcuni vicini intenti a osservare il lancio del Challenger. Dopo pochi secondi, l’autore del filmato nota qualcosa di strano e riceve conferme dai vicini, che probabilmente hanno già assistito ad altri lanci (quella di Moss è una seconda casa). Poco dopo giungono le prime conferme: lo Shuttle si è disintegrato nel corso del lancio.

In seguito all’incidente, il presidente Ronald Reagan decise di rimandare di una settimana il tradizionale discorso sullo stato dell’Unione e diede l’annuncio del disastro alla nazione, terminando il proprio messaggio con una citazione di John Gillespie Magee:

Non li dimenticheremo mai, né l’ultima volta li vedemmo, questa mattina, mentre si preparavano per il loro viaggio, salutavano e “fuggivano dalla scontrosa superficie della Terra” per “sfiorare il volto di Dio”.

L’Universo conosciuto, in sei minuti

Il tempo scorre inesorabile, e non solo sulla Terra dove abbiamo da poco festeggiato l’inizio di un nuovo anno.

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Per rendersene conto è sufficiente osservare il magnifico video The Known Universe realizzato con il Digital Universe Atlas curato e costantemente aggiornato dagli astrofisici dell’American Museum of Natural History di New York. Il filmato, da poco diffuso online, offre un viaggio molto affascinante attraverso il Cosmo per conoscere e comprendere meglio le distanze e lo scorrere del tempo là fuori, oltre il Pianeta azzurro.

Il viaggio inizia sulle vette dell’Himalaya e prosegue attraverso l’atmosfera terrestre, il nostro sistema solare, la Via Lattea e le tracce del Big Bang, ciò che si ipotizza diede vita al tutto in cui siamo immersi. Ogni stella, ogni pianeta e qualsiasi altro corpo celeste è riprodotto nel video nella giusta scala e nell’effettiva posizione occupata nello spazio al di qua dello schermo. Una mappa fedele utile per conoscere meglio il Cosmo e forse anche un po’ noi stessi.

Buon Anno!

Natale scientifico

Come è ormai tradizione, nel corso di questi giorni di festa gli aggiornamenti su bloGalileo saranno rarefatti e saltuari. Una breve pausa prima di affrontare un nuovo anno insieme alla scoperta dei segreti di ciò che ci circonda, dalle particelle di dimensioni infinitesimali alle distanze siderali del Cosmo.

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Il filmato qui sopra illustra una serie di semplici esperimenti per sorprendere amici e parenti. Non sono necessarie particolari abilità per realizzarli, ma alcuni prevedono l’utilizzo di fiammiferi e candele, dunque la bravura sta nel non dar fuoco agli arredi o ai parenti stessi.

Ai tanti lettori del blog e a chi non lo legge mai…

Auguri!

Un robot da cogliere al volo

Muoversi in uno scenario sconosciuto, come un edificio invaso dal fumo, in una condizione di emergenza non è mai semplice, specialmente per i soccorritori chiamati a recuperare quanto prima possibili vittime e feriti. Il compito di chi porta i soccorsi potrebbe essere presto semplificato grazie all’introduzione di un innovativo robot concepito espressamente per esplorare gli ambienti sconosciuti anche in condizioni estreme.

Battezzato RANGE, Robust Aerial Navigation in GPS-denied Environments, il dispositivo ricorda un piccolo elicottero giocattolo ed è in grado di muoversi agilmente all’interno di numerosi scenari. Il robot vola attraverso l’impiego di quattro rotori indipendenti gestiti da una centralina che ne gestisce l’assetto grazie a una serie di sofisticati algoritmi. Il dispositivo può impattare contro una parete o essere colpito da una forza esterna senza perdere il proprio assetto e dunque rischiare di sfracellarsi al suolo. Leggi tutto “Un robot da cogliere al volo”