Tre telescopi per una nebulosa

Questa suggestiva immagine ritrae la Nebulosa del Granchio ed è il risultato di un vero e proprio puzzle stellare. L’elaborazione grafica è stata ottenuta utilizzando i dati forniti da tre differenti sistemi di osservazione del cosmo messi a punto nel corso degli anni dalla NASA.

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Nebulosa del Granchio (credit: X-ray: NASA/CXC/SAO/F.Seward; Optical: NASA/ESA/ASU/J.Hester & A.Loll; Infrared: NASA/JPL-Caltech/Univ. Minn./R.Gehrz)

Le parti di colore blu/azzurro dell’immagine sono il risultato delle rilevazioni effettuate da Chandra, un potente telescopio a raggi X in orbita intorno alla Terra da ormai una decina di anni. Le porzioni con una colorazione tra il rosso e il giallo sono il frutto delle osservazioni del telescopio spaziale Hubble, mentre le aree in viola sono state rilevate dallo Spitzer Space Telescope nello spettro dell’infrarosso.

Il soggetto ritratto è la Nebulosa del Granchio ed è ciò che rimane della devastante esplosione di una supernova avvistata sulla Terra nel luglio del 1054 e segnalata da alcuni astronomi cinesi e arabi di quel tempo. La nebulosa si trova a oltre 6.500 anni luce di distanza dalla Terra ed è visibile osservando la costellazione del Toro. L’esplosione registrata nel 1054 avvenne dunque diverse migliaia di anni prima, intorno al 5400 prima dell’era volgare. La Nebulosa del Granchio si espande a una velocità stimata di circa 1.500 chilometri al secondo e ospita al proprio centro una stella di neutroni (Pulsar del Granchio).

Nell’immagine da poco rilasciata, e basata su una serie di rilevazioni condotte tra il 2001 e il 2004, l’immagine realizzata ai raggi X ha una estensione minore rispetto alle altre poiché gli elettroni coinvolti nel processo di emissione dei raggi X emettono energia molto più rapidamente degli elettroni legati all’emissione della luce nello spettro del visibile e dell’infrarosso.

Il formidabile scatto frutto del lavoro dei tre telescopi consentirà agli astronomi di approfondire le conoscenze sulla Nebulosa del Granchio, uno degli oggetti celesti maggiormente studiati, e di comprendere meglio le dinamiche legate alle stelle di neutroni.