Una proteina spazzina pigra è la causa principale della cataratta

È una delle principali voci nel bilancio annuale della spesa pubblica per la sanità e colpisce milioni di persone. La cataratta, ovvero la progressiva opacizzazione del cristallino (la lente naturale presente nel nostro occhio), affligge circa il 42% della popolazione tra i 70 e gli 80 anni in buona parte dei paesi sviluppati, con punte del 68% tra gli anziani al di sopra delle 80 primavere.

Dopo numerose e alacri ricerche, un docente della Univeristy of Missouri ha identificato uno dei principali meccanismi alla base della formazione della cataratta. La scoperta, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica The Journal of Biological Chemistry, potrebbe portare presto a un miglior trattamento e cura per questa particolare patologia.
K. Krishna Sharma, docente di oftalmologia, ha scoperto che un particolare tipo di proteina, implicata nella formazione della cataratta, perde progressivamente la propria funzionalità con l’avanzare dell’età. Man mano che questa proteina decade, alcune serie di minuscoli peptidi, catene molto corte di amminoacidi (i mattoncini che costituiscono le proteine), iniziano a stratificarsi accelerando la formazione della cataratta nell’occhio.
Secondo il professore, inibendo la formazione di questi peptidi si potrebbe rallentare in maniera significativa l’opacizzazione del cristallino, evitando così le operazioni in microchirurgia per effettuarne la sostituzione.

Una delle principali funzioni del cristallino, infatti, è quella di mantenere la propria limpidezza attraverso un ricambio costante dei peptidi che lo costituiscono. Con l’avanzare dell’età, la produzione di questi peptidi aumenta considerevolmente mentre il loro smaltimento rallenta, comportando la formazione di uno strato sempre più spesso di aminoacidi sul cristallino, che perde progressivamente la propria trasparenza opacizzandosi.
Tale accumulo di materiale è dovuto alla perdita di funzionalità di una proteina che ha il compito di “spazzare” via dal cristallino i peptidi ormai vecchi per lasciare spazio a quelli nuovi.

Grazie alle sue ricerche, il professor Sharma ha scoperto le principali caratteristiche di questa proteina deputata alla pulizia del cristallino. Un progresso notevole nella ricerca di una soluzione per prevenire la cataratta. Conoscendo a fondo il meccanismo che sottende al funzionamento della proteina, si potrebbero creare nuovi farmaci in grado di contrastarne il decadimento e – di conseguenza – l’accumulo di peptidi sul cristallino.

Ad oggi, la maggior parte delle cause legate alla cataratta sono dovute all’età, ma anche alcuni altri fattori di rischio come le predisposizioni genetiche, il fumo, l’esposizione eccessiva ai raggi UV e alcune forme di diabete possono causare una precoce opacizzazione del cristallino. Quando lenti e migliore illuminazione non sono sufficienti per ovviare al problema, l’unica soluzione possibile rimane l’intervento chirurgico teso a eliminare il vecchio cristallino opaco per inserirne uno nuovo sintetico. L’operazione è molto costosa, ma assolutamente non invasiva e viene in genere svolta ambulatorialmente.