Perché la sabbia umida sembra più scura di quella asciutta?

Camminando lungo la battigia, si vede subito dove le onde arrivano a lambire la spiaggia: la sabbia più umida e compatta risulta infatti più scura alla vista. Al senso comune, questo fenomeno sembra quasi inspiegabile. Dopotutto, la sola differenza fra sabbia bagnata e asciutta è che una ha una sorta di “rivestimento” d’acqua. E perché mai un liquido trasparente dovrebbe far sembrare la sabbia tanto più scura?

La risposta non ha nulla a che vedere con la purezza dell’acqua. Anche utilizzando l’acqua più pura, distillata e limpida del mondo sulla sabbia pulita e asciutta il risultato sarà lo stesso.
L’acqua tende a scurire la sabbia perché ne maschera i singoli granelli che la costituiscono. Da bagnati, questi hanno una minore tendenza a riflettere la luce. Anziché venire riflessa, essa viene assorbita e, quanta più ciò accade, tanto più scura sembra la sabbia. Al contrario, quanta più luce viene riflessa, tanto più chiara e bianca appare la sabbia. In un giorno di sole splendente, la sabbia al di sopra del segno di marea può risultare perfino abbacinante. Merito della polvere delle conchiglie, finemente tritate dal costante moto ondoso. Leggi tutto “Perché la sabbia umida sembra più scura di quella asciutta?”

Scovate le aree genetiche della celiachia

Frumento [credit: nouriche.com]Un gruppo di ricercatori, che nel corso del 2007 aveva identificato uno dei fattori genetici che possono predisporre alla celiachia, ha da poco scoperto altre sette aree genetiche implicate nella creazione della predisposizione alla malattia. Guidato dal prof. David van Heel, docente della The London School of Medicine and Dentistry, il team di ricerca ha inoltre dimostrato come nove delle regioni appena identificate siano implicate anche nella predisposizione al diabete di tipo 1. La ricerca, recentemente pubblicata su Nature Genetics, apre dunque la strada per uno studio maggiormente approfondito delle due patologie.

Per ottenere questo importante risultato, i ricercatori hanno condotto una lunga serie di analisi sul genoma umano, cercando tutte le possibili associazioni con la celiachia. I marcatori genetici (una sequenza di DNA conosciuta e quindi utilizzabile come “chiave di ricerca” per trovare un legame tra una malattia e la sua causa genetica) sono stati poi confrontati sul patrimonio genetico di soggetti sani e di pazienti affetti da celiachia. Così facendo, i ricercatori hanno potuto isolare sette aree specifiche, le principali responsabili dello sviluppo della malattia.

Leggi tutto “Scovate le aree genetiche della celiachia”

I batteri della pioggia

PioggiaPrima che una nuvola possa produrre una precipitazione, come pioggia o neve, è necessario che si formino particelle di acqua e ghiaccio. Ciò richiede la presenza degli aerosoli: minuscole particelle che svolgono la funzione di nucleo attorno al quale possa avvenire il fenomeno di condensazione. Generalmente queste particelle hanno origine minerale, ma alcuni particolari microbi che vivono nell’aria – come batteri, funghi e persino minuscole alghe – possono svolgere ugualmente questa funzione. A differenza degli aerosoli minerali, i microorganismi possono catalizzare (cioè favorire e accelerare) la formazione del ghiaccio anche a temperature vicine agli zero gradi centigradi.

L’effetto di questi “nucleatori di ghiaccio” sulle precipitazioni atmosferiche è stato per molto tempo un vero e proprio mistero, poiché identificare tali microorganismi nelle nubi era estremamente complicato. A distanza di numerosi anni, un gruppo di ricercatori guidati dal microbiologo Brent Christner, Louisiana State University (Baton Rouge, USA), sono riusciti a catalogare alcuni di questi microbi in grado di catalizzare le precipitazioni atmosferiche. La catalogazione è stata effettuata studiando alcuni campioni di neve fresca raccolti a diverse altitudini nel Nord America, in Antartide e in Europa.
Ogni campione è stato filtrato per isolare le microparticelle, che sono state poi inserite in alcune provette contenenti acqua pura. I ricercatori hanno poi abbassato gradualmente la temperatura dei contenitori per valutare a quanti gradi l’acqua iniziasse a congelarsi. Il team di Christner ha così scoperto che all’aumentare della temperatura necessaria per congelare ogni campione corrispondeva un maggior numero di nucleatori, così come aumentavano le probabilità che essi fossero di natura biologica. Leggi tutto “I batteri della pioggia”