All’orangotango Bonnie piace fischiare da autodidatta

Deve essere stata una grande sorpresa sentire Bonnie fischiettare per la prima volta. Bonnie non è infatti una cantante di prima fila di un gruppo country, ma una femmina di orangotango di circa 30 anni ospite da tempo dello Smithsonian National Zoo negli Stati Uniti.

I ricercatori dell’importante istituzione non avevano idea che il primate sapesse fischiare, mentre pare lo sapessero bene alcuni custodi dello zoo, dai quali Bonnie ha appreso del tutto spontaneamente il segreto nel corso dei suoi anni di vita. L’importanza di questa scoperta in differita è notevole: la femmina di orangotango dello Smithsonian risulta essere il primo primate al mondo ad aver spontaneamente imitato i suoni prodotti da un’altra specie, e nel caso specifico dagli uomini.

Bonnie non è in grado di produrre una sequenza melodiosa di note, ma pare proprio si diverta a fischiettare. Se invitata a fischiare dai ricercatori, la lontana cugina del genere umano risponde felice soffiando l’aria tra le sue labbra e producendo così un suono. Per raccontare il dono di Bonnie, un gruppo di ricerca ha recentemente dedicato uno studio alla ospite dello zoo pubblicato sulla rivista scientifica Primates, documentando anche le sue doti da insegnante di musica. A quanto pare, infatti, la femmina di orangotango è riuscita a insegnare a un suo simile, Indah, a fischiare.

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Sincronizzate gli orologi, la Terra è in ritardo di un secondo

terraSi farà attendere un secondo più del solito il nuovo anno. Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre verrà infatti aggiunto un secondo per coordinare l’ora artificiale scandita dagli orologi atomici con la rotazione terrestre.

Il tempo sembra essere una delle poche convenzioni su cui la comunità internazionale si trova universalmente d’accordo. Non a caso, l’aggiunta di un secondo interessa tutti gli orologi atomici con i quali viene accuratamente misurato lo scorrere del tempo sul nostro Pianeta. Tale aggiustamento, che avviene ogniqualvolta la differenza tra tempo solare e il tempo misurato dagli orologi atomici supera il valore di 0,9 secondi, è reso necessario dal moto di rotazione terrestre che non è costante e dunque accumula spesso un ritardo rispetto al tempo artificiale.

Allo scoccare delle 23:59:60 (ora di Greenwich) del prossimo 31 dicembre, l’Earth Rotation and Reference Systems Service aggiungerà una “pausa” di un secondo prima di far scoccare la mezzanotte, rimettendo così in sincrono i precisi orologi atomici con l’imprecisa Terra. Una pratica non così insolita e messa in atto già una ventina di volte negli ultimi 30 anni.

Il ritardo della rotazione terrestre rispetto agli orologi atomici è dovuto a numerose variabili che possono influenzare la velocità con la quale la Terra ruota intorno al suo asse. La differente densità del nucleo terrestre, il movimento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci e gli effetti dovuti ai campi gravitazionali di Sole e Luna rendono la rotazione particolarmente irregolare, comportando una perdita media di circa 2 millisecondi al giorno. Sul medio periodo, ciò compromette la sincronizzazione degli orologi atomici con la Terra. Da qui la necessità di aggiungere quando necessario un secondo intercalare per riportare le cose in ordine. Leggi tutto “Sincronizzate gli orologi, la Terra è in ritardo di un secondo”

Babbo Natale tra scienza e magia: indagine semiseria

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Mancano ormai poche ore al fatidico scoccare della mezzanotte e, in tutto il mondo, milioni di bambini andranno a dormire immaginando l’arrivo di un paffuto signore che vola su una slitta trainata dalle renne: Babbo Natale.
Da numerosi anni circolano online molti studi, tra il serio e il faceto, che cercano non tanto di spiegare l’esistenza di Babbo Natale, quanto di verificare se il suo fantomatico viaggio tra i comignoli del mondo sia oggettivamente realizzabile. Ecco una breve rassegna di ipotesi tratta da The Science of Santa Claus, che propone dati scientificamente opinabili, ma molto divertenti.

  • Nessuna specie conosciuta di renna può volare. Eppure, si stima che al mondo vi siano ancora 300.000 specie viventi da catalogare e, nonostante la maggior parte siano insetti e batteri, nulla può categoricamente escludere l’esistenza di una specie di renne simili a quelle utilizzate da Babbo Natale.
  • Sono circa due miliardi i bambini al di sotto dei 16 anni nel mondo. A quanto pare Babbo Natale non è però culturalmente diffuso tra i musulmani, gli indù, gli ebrei e i buddisti: ciò riduce il bacino dei “clienti” a meno di 400 milioni di bambini, mediamente 3,5 per ogni abitazione. Babbo Natale dovrebbe quindi fare visita a circa 92 milioni di case in tutto il mondo.
  • Per compiere il suo itinerario, Babbo Natale ha 31 ore a disposizione grazie alla differenza dei fusi orari, assumendo che compia il proprio viaggio da est a ovest. L’arzillo portatore di doni dovrebbe effettuare quasi 823 visite al secondo, con circa un millesimo di secondo per parcheggiare la slitta, scendere dal camino, lasciare i doni, bere il tradizionale bicchiere di latte con i biscotti, scalare il camino, rimontare sulla slitta e partire per la casa successiva. Leggi tutto “Babbo Natale tra scienza e magia: indagine semiseria”

Piero Angela: 80 anni e una vita dedicata alla divulgazione

Piero Angela
Piero Angela

«Se dopo i 60 anni al mattino ti alzi senza qualche doloretto vuol dire che sei morto». Ama dire così Piero Angela, classe 1928, da un giorno oltre la soglia degli 80 anni. Il divulgatore scientifico più famoso d’Italia merita sicuramente di essere festeggiato e ricordato per aver portato la scienza nei tinelli di milioni di famiglie italiane, scrivendo libri e creando programmi televisivi pacati e obiettivi in grado di spiegare con semplicità l’incredibile complessità della Scienza.

In pochi paragrafi un altro padre della divulgazione scientifica italiana, Piero Bianucci, disegna con efficacia il profilo dalle mille sfaccettature di Piero Angela.

Migliaia di ore di televisione, 32 libri per tre milioni di copie vendute, il premio dell’Unesco per la divulgazione, otto lauree ad honorem. E’ il mezzo secolo di lavoro che Piero Angela ha dedicato alla diffusione della scienza. Delle otto lauree, una gliel’ha data l’Università di Torino. Bella rivincita per il ragazzo che dopo due anni di Politecnico aveva preferito fare jazz e tentare un concorso da annunciatore alla Rai per poi passare al giornalismo.

Radiocronista, corrispondente da Parigi, conduttore del tg. Anche senza essere ingegnere, Angela fa la sua bella carriera nella Rai degli Anni 50 e 60. Il virus della scienza lo contrae raccontando le imprese spaziali: la corsa alla Luna, le prime sonde sparate verso i pianeti. E’ lì che decide di dedicarsi in modo esclusivo a programmi di divulgazione. Scienza, alla Rai, significa anche libertà, i manovratori politici si occupano di altre cose.

Così Angela attraversa imperturbabile la grande metamorfosi dal monopolio alla tv commerciale, dalle calze nere delle Kessler agli strip delle casalinghe alle Isole dei famosi. Lui non cambia: sempre con il ginocchio ben accavallato, cravatta, voce da salotto, casa e lavoro, astemio e parco a tavola, un po’ di jazz con gli amici quando càpita. Una longevità biologica unita a quella, ancora più rara, dei primati di share.

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C’è un enzima tra le cause dell’artrite reumatoide

microscopioLa ricerca per contrastare l’artrite reumatoide segna un nuovo punto a suo favore. Un gruppo di ricercatori ha scoperto nuovi importanti dettagli sulle cause che portano a questa particolare patologia, che comporta un progressivo assottigliamento delle ossa e una dolorosa deformazione delle articolazioni tale da precludere anche i più semplici movimenti a chi ne è affetto.

Semplificando molto, l’artrite reumatoide è causata da un comportamento errato del nostro sistema immunitario – la nostra principale difesa contro malattie, virus e batteri – che identifica le ossa come corpi estranei del nostro organismo e dunque da distruggere attraverso specifiche reazioni chimiche. Il Fattore di Necrosi Tumorale alfa (TNF-alfa) è uno degli elementi che portano alla distruzione delle ossa e delle cartilagini. Il TNF-alfa è inoltre in grado di influenzare la massa delle ossa condizionando sensibilmente le dinamiche che portano alla costante rigenerazione dell’apparato scheletrico.

Per mantenere costante la resistenza delle ossa, l’organismo umano procede ha una continua opera di smantellamento e ricostruzione. Due tipi di cellule, gli osteoclasti e gli osteoblasti, si occupano di questo delicato compito seguendo i segnali che ricevano da alcune molecole regolatrici come quelle del TNF-alfa. Gli osteoclasti provvedono a smantellare le cellule dell’osso ormai invecchiate preparando la strada per gli osteoblasti che costruiscono invece le nuove parti dell’osso. In un organismo sano, osteoblasti e osteoclasti lavorano in perfetto equilibrio, consentendo una costante rigenerazione delle ossa. Leggi tutto “C’è un enzima tra le cause dell’artrite reumatoide”

Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova

Oviraptor (credit: Wikimedia.org)
Oviraptor (credit: Wikimedia.org)

È un padre così attento e premuroso, un vero dinosauro. Considerati spesso come delle vere e proprie macchine di morte, anche grazie all’immagine tramandata da alcune pellicole cinematografiche di successo, i dinosauri erano in realtà molto attenti al loro ruolo genitoriale e pronti a prendersi amorevolmente cura della propria prole. A rivelarlo è un recente studio che ha svelato come i maschi di tre specie di dinosauro accudissero le uova al posto delle femmine, rimanendo a “casa” a curare il nido.

Le teorie su questo genere di comportamento dei dinosauri non sono del resto nuove. Nel corso di una spedizione nel Deserto del Gobi, nei primi anni Novanta i paleontologi ritrovarono i resti fossili di un Oviraptor intento a proteggere il proprio nido e le uova in esso contenute. Inoltre, tale comportamento può essere ritrovato anche tra i lontani parenti contemporanei dei dinosauri come gli uccelli e i rettili, che creano un nido per accudire le uova contenenti la loro prole in potenza.

Un gruppo di paleontologi, guidato da David Varricchio della Montana State University (USA), ha confrontato tre specie di dinosauri, con caratteristiche simili agli uccelli, con i volatili e i coccodrilli dei giorni nostri. Per la ricerca sono stati utilizzati i resti fossili di Oviraptor, Citipati e Troodonte ritrovati insieme ai loro nidi, contenenti ciascuno una nidiata costituita da una trentina di uova. Conoscendo le dimensioni medie dei dinosauri e quelle delle uova, i paleontologi hanno provato a desumere il comportamento degli animali rispetto al nido. Leggi tutto “Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova”