Un’alga più vecchia del previsto mette in crisi gli evoluzionisti

Volvox aureus
Volvox aureus

L’unione fa la forza, e anche la scienza lo conferma. Se le prime cellule che popolarono il nostro pianeta non avessero iniziato ad unirsi e organizzarsi, dando vita a organismi complessi, non si sarebbe verificata una piena evoluzione e oggi la Terra sarebbe probabilmente una landa desolata come tanti altri corpi celesti.

Una nuova ricerca ha da poco messo in luce come le cellule di una particolare alga, Volvox, abbiano imparato a collaborare tra loro molto prima di quanto ipotizzato fino ad ora. Se così fosse, questi particolari organismi potrebbero comportare una retrodatazione dell’inizio dei processi evolutivi di diversi milioni di anni. La controversa scoperta potrebbe dunque portare a una revisione dell’attuale suddivisione temporale legata all’evoluzione di alcune specie.

L’alga Volvox è oggetto di studio da parte dei ricercatori ormai da diverso tempo. Nel corso degli anni Settanta del secolo scorso, alcuni studi suggerirono come le cellule di questa alga verde si fossero specializzate tra i 50 e i 75 milioni di anni fa. Un processo evolutivo iniziato dunque più di un miliardo di anno dopo la nascita dei primi organismi multicellulari, e dunque un ottimo terreno di studio per comprendere i segreti dell’evoluzione. Leggi tutto “Un’alga più vecchia del previsto mette in crisi gli evoluzionisti”

Brookesia, il camaleonte da record

Camaleonte
Brookesia

Lunghi poco più di un centimetro, i camaleonti appartenenti al genere Brookesia sono tra i rettili più piccoli al mondo. Noti agli etologi da pochi decenni, questi camaleonti vivono principalmente in Madagascar.

Fino ad oggi sono state identificate 26 specie differenti di Brookesia, ma alcuni ricercatori non escludono l’esistenza di ulteriori esemplari ancora sconosciuti. Questi camaleonti popolano aree molto ristrette e, a causa delle loro minuscole dimensioni, incontrano spesso grandi difficoltà di sopravvivenza nelle folte foreste del Madagascar.

La caccia a una semplice zanzara deve essere un piccolo safari per questi rettili…

Vittoria e illusione della vincita pari sono per il nostro cervello

Vincita mancata di poco alla slot machine
Vincita mancata di poco alla slot machine

Prima ancora che una slot machine si fermi, il cervello del giocatore prova ad anticipare mentalmente la potenziale vincita. Se la combinazione si avvicina di poco a quella vincente, esempio due coppie di ciliegie allineate e una no, tale fenomeno fa sì che il cervello si comporti come nel caso di una vittoria, inducendo così il giocatore a tentare ancora e con convinzione la sorte.

Questo effetto è noto da tempi ai produttori di slot machine, che naturalmente lo sfruttano per creare macchine da gioco in grado di fermarsi con frequenza a un passo dalla vincita. Le perdite per un soffio ricorrono infatti nel 30% dei casi nelle slot machine, un numero ottimale per fare in modo che i giocatori d’azzardo prolunghino il loro gioco con l’illusione di essere ormai prossimi alla vittoria.

Partendo da questi presupposti, un team di ricerca coordinato da Luke Clark (University of Cambridge, UK) ha creato una versione semplificata di una slot machine attraverso un programma per computer. I ricercatori hanno poi chiesto a 15 volontari – per la maggior parte di sesso maschile e con un’età media di 26 anni – di giocare con il software mentre un dispositivo per la risonanza magnetica funzionale ne rilevava l’attività cerebrale. Il gioco al computer consisteva nel fermare una delle due ruote della slot machine virtuale, decorate con sei simboli ciascuna tra cui una arancia, una bottiglia del latte e un elefante. Una volta fermata una delle due ruote, i volontari dovevano osservare lo schermo fino all’arresto della seconda ruota. Leggi tutto “Vittoria e illusione della vincita pari sono per il nostro cervello”

Perché uno stagno ghiaccia solamente in superficie?

Vi siete mai chiesti come mai in inverno stagni, laghi e specchi d’acqua rimangono congelati solamente in superficie?

lago gelatoLa caratteristica che porta il ghiaccio a comportarsi in questo modo è una vera e propria fortuna per numerose specie viventi, tra cui anche l’uomo. Se l’acqua gelasse nel medesimo modo di altri liquidi, infatti, per una porzione considerevole dell’anno gran parte delle nostre acque sarebbero completamente gelate e inutilizzabili con evidenti problemi per l’approvvigionamento idrico. Il ghiaccio si formerebbe solo a partire dal fondo dei laghi e dei fiumi, lasciandoci a disposizione uno strato sottile d’acqua in superficie grazie al calore del Sole.

A differenza degli altri liquidi, tra 0 e 4 °C l’acqua assume un comportamento del tutto particolare. Al punto di congelamento (intorno agli 0 °C), infatti, le molecole dell’acqua ghiacciata sono più distanti tra loro, rendendo così il ghiaccio più leggero e voluminoso. Se la temperatura aumenta, spostandosi dunque dal punto di congelamento, il reticolo cristallino dell’acqua ghiacciata si rompe, dando origine a una miriade di molecole unite a coppie tra loro. Questi frammenti del reticolo non costituiscono dei cristalli di ghiaccio veri e propri, ma sono comunque più leggeri delle molecole d’acqua più calda. Leggi tutto “Perché uno stagno ghiaccia solamente in superficie?”

Un virus è il segreto del veleno delle vespe

Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)
Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)

Non è una pratica molto piacevole, ma assicura la prosecuzione di numerose specie di vespe. Sono infatti diverse centinaia le specie di vespe che depositano le loro uova all’interno dei bruchi, iniettando nel loro organismo alcune tossine paralizzanti che consentono alla larve delle vespe di cibarsi di chi le ospita senza correre rischi. Per diverso tempo i ricercatori hanno cercato di capire la tipologia e l’origine di queste tossine senza giungere però a nessun risultato significativo. Ora, però, un nuovo studio sembra aver dimostrato come queste tossine derivino da un particolare virus che infettò le vespe milioni di anni fa.

Utilizzando il microscopio elettronico, già nel corso degli anni Settanta un gruppo di ricercatori aveva scoperto alcune caratteristiche delle tossine utilizzate dalle vespe per conferire la paralisi. Considerata la natura dei loro componenti, venne naturale classificarle come virus e chiamarle polidnavirus, una decisione che sollevò un ampio e acceso dibattito nella comunità scientifica.

Successive analisi sulle caratteristiche genetiche rivelarono che le istruzioni per creare i componenti delle tossine erano comuni al DNA di numerose specie di vespe, ma non implicavano la presenza di molecole generalmente utilizzate dai virus per moltiplicarsi e colonizzare un organismo. Alcuni ricercatori giunsero così alla conclusione che non si potesse trattare di un virus “indipendente” dalle vespe, ma di vere e proprie secrezioni codificate geneticamente. Leggi tutto “Un virus è il segreto del veleno delle vespe”

Sulle tracce di Charles Darwin

Il 12 febbraio di due secoli fa, nella cittadina britannica di Shrewsbury nasceva un uomo destinato a rivoluzionare la nostra visione del mondo. Quell’uomo era Charles Darwin.

Charles Darwin (1809 - 1882)
Charles Darwin (1809 - 1882)

Grazie alle sue intuizioni e alle numerose osservazioni condotte in alcune delle isole più remote del Pianeta, il famoso naturalista giunse alla fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento alla formulazione delle sue teorie sull’evoluzione e l’origine delle specie. Darwin, infatti, intuì che le specie vegetali e animali evolvono per la selezione naturale di alcune mutazioni, del tutto casuali ed ereditarie, che si rivelano utili per la prosecuzione della specie. Con le sue teorie, Darwin mise profondamente in discussione la Scienza del suo tempo, fornendo nuove evidenze sull’evoluzione stessa dell’uomo da un antenato comune anche ai primati e dunque non creato uguale e immutabile da una divinità.

Le iniziative per ricordare e divulgare l’opera del naturalista britannico a duecento anni dalla sua nascita sono innumerevoli, e naturalmente interessano anche il Web. Ecco qualche spunto per conoscere e approfondire il fondamentale apporto alla Scienza fornito da quella mente brillante che fu Charles Darwin. Leggi tutto “Sulle tracce di Charles Darwin”