Un microbicida vecchio stile contro l’AIDS

Schema stilizzato di una sezione del virus dell'HIV
Schema stilizzato di una sezione del virus dell'HIV

Da diverso tempo, i ricercatori impegnati nella difficile battaglia contro l’AIDS hanno provato a realizzare un microbicida vaginale in grado di fermare il virus HIV, impedendo così l’avvio della contaminazione. Nonostante gli sforzi profusi, i risultati sinora raggiunti non si sono rivelati particolarmente entusiasmanti, fatta eccezione per una ricerca ancora in corso realizzata su larga scala. Ora, un nuovo studio realizzato sulle scimmie sembra suggerire che un particolare composto – abbandonato da diverso tempo dai team di ricerca – possa forse avere la capacità di contrastare efficacemente il virus dell’AIDS.

Il fallimento dei test sui microbicidi vaginali di prima generazione aveva, infatti, spinto molti laboratori ad abbandonare la strada dei composti semplici e la strategia di provare a bloccare i virus senza attaccarli direttamente. La maggior parte dei microbicidi ora allo studio sono concepiti per contrastare direttamente il virus dell’HIV con farmaci specifici che generalmente mirano a specifici enzimi per provare a disinnescare l’infezione da AIDS. Nonostante ciò, nel corso dell’ultimo periodo il ricercatore Ashley Haase (Universisty of Minnesota – USA) ha condotto con il suo team una serie di ricerche su un microbicida non specializzato per le risposte immunitarie a livello vaginale, ottenendo sorprendenti risultati nei test condotti sulle scimmie.

Il gruppo di ricerca ha, prima di tutto, studiato attentamente le modalità di infezione vaginale del virus SIV, la versione del virus dell’AIDS che colpisce le scimmie. Analizzando i tessuti vaginali e alcuni campioni di sangue, i ricercatori hanno scoperto che SIV causa una infiammazione come risposta immunitaria, un fenomeno che richiede l’intervento massiccio dei globuli bianchi CD4, una reazione controproducente poiché proprio sui CD4 interviene il virus per dar vita all’infezione. Leggi tutto “Un microbicida vecchio stile contro l’AIDS”

Tiro alla fune tra galassie

Le galassie sono solitamente estremamente distanti l’una dall’altra nell’universo, tuttavia capita che nelle profondità del cosmo alcune di esse collidano tra loro. Intercettare questi fenomeni non è semplice, ma nel corso degli anni il famoso telescopio spaziale Hubble è riuscito nell’impresa di immortalare numerose e spettacolari collisioni tra galassie.

Gli scontri tra due o più galassie non sono mai uguali tra loro e danno dunque vita a fenomeni molto differenti. Le variabili in campo sono molteplici, così ogni collisione costituisce uno spettacolo unico e irripetibile per gli astronomi.

"Tiro alla fune" tra galassie (credit: NASA, ESA, and R. Sharples - University of Durham)
"Tiro alla fune" tra galassie (credit: NASA, ESA, and R. Sharples - University of Durham)

L’immagine qui sopra rappresenta uno degli “incontri” più incredibili sinora catalogati da Hubble. La fotografia ritrae tre galassie intente in una sorta di tiro alla fune gravitazionale che potrebbe portare alla morte di una di loro. L’area di questo singolare scontro galattico si trova a circa 100 milioni di anni luce di distanza dalla Terra nella costellazione del Pesce Australe. Leggi tutto “Tiro alla fune tra galassie”

La nicotina preferisce il cervello ai muscoli

fumoSe la nicotina provasse per i recettori muscolari la medesima attrazione che prova per i recettori cerebrali, una sola sigaretta potrebbe rivelarsi letale per il nostro organismo. A rivelarlo è una recente ricerca che ha infine scoperto per quale motivo la molecola della nicotina sia così selettiva e in grado di creare dipendenza per il fumo.

Per poter interagire, molecole e recettori devono essere in grado di saldarsi tra loro. Cariche opposte tra molecola e recettore nel luogo di legame solitamente aiutano questo processo. I recettori della nicotina presenti nel cervello e nei muscoli sono, però, pressoché identici: la nicotina ha una carica positiva, mentre invece il luogo di legame del recettore ha una carica negativa. Eppure, solamente il cervello risponde alla nicotina, mentre invece i muscoli la evitano accuratamente.

Incuriosito da questo particolare, Denni Dougherty (California Institute of Technology, Pasadena – USA) ha dedicato oltre 10 anni della sua vita professionale alla ricerca di una risposta. Insieme ai suoi collaboratori, il ricercatore ha così scoperto che la chiave dell’intero fenomeno si trova in un unico amminoacido. Leggi tutto “La nicotina preferisce il cervello ai muscoli”

Perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?

All’equatore, dove ruota più velocemente, il nostro Pianeta raggiunge una velocità di circa 1670 Km/h. Ma allora perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?

terraSe la Terra ruota così velocemente, sembrerebbe ragionevole prevedere che chi compie un salto in aria in linea retta debba atterrare in un punto diverso rispetto a quello di partenza. Il Pianeta si è ovviamente mosso sotto ai piedi del saltatore ci dice il buonsenso.

Nel corso dei secoli, tale questione – apparentemente banale – è stata sollevata numerose volte dagli astronomi, consci di trovarsi sopra un globo rotante ad alta velocità. Semplificando molto, oggi sappiamo che tutto ciò che è compreso in un oggetto in moto si muove. Proprio per questo motivo sui mezzi di locomozione utilizziamo le cinture di sicurezza. Se non siamo ben ancorati al veicolo che ci ospita, quando questo compie un brusco rallentamento tendiamo a mantenere una certa inerzia che ci fa continuare a muovere benché il mezzo sia ormai fermo.

Un oggetto mal assicurato all’interno dell’abitacolo di un’automobile, per esempio, vola in avanti se la vettura si ferma d’improvviso in quanto l’oggetto viaggia alla medesima velocità dell’automobile. Se così non fosse, sarebbe impossibile lanciare al passeggero seduto di fronte a noi una rivista su un treno in movimento. Leggi tutto “Perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?”