Anche i nativi del Nord America impazzivano per la cioccolata

Chaco canyon
Chaco canyon

Anche in Nord America, circa mille anni fa, non si disdegnava una bella tazza di cioccolata. L’importante scoperta, destinata ad vere numerose ripercussioni sulle nostre conoscenze legate alle popolazioni native d’America, è stata realizzata osservando del vasellame rinvenuto nel Nuovo Messico e risalente a un millennio fa. I piccoli vasetti erano, infatti, utilizzati come recipienti per contenere una bevanda a base di cacao, una vera e propria prelibatezza, molto preziosa e probabilmente utilizzata nel corso dei rituali più importanti dai nativi.

Tra il IX e il XII secolo e.V., l’area del Chaco Canyon nel nordovest del Nuovo Messico era densamente popolata. In particolar modo, la zona corrispondente all’attuale Pueblo Bonito ospitava uno dei principali accampamenti, popolato da circa 1000 Anasazi, un popolo nativo del Nord America. Per oltre otto anni, l’archeologa Patricia Crown della University of New Mexico ha studiato il vasellame ritrovato nell’area di Chaco, cercando di capire a che cosa facessero riferimento le decorazioni sui piccoli recipienti di ceramica, decorati per l’appunto con particolari linee geometriche.

La curiosità intorno a questi piccoli vasi era dettata dalla presenza di contenitori con simili decorazioni presso le popolazioni del Centro America, che utilizzavano quel tipo di vasellame per bervi una bevanda a base di cacao durante alcuni rituali.  La ricetta era molto differente dall’attuale e comprendeva tra gli ingredienti: fave di cacao, mais, peperoncino e acqua.

Fave di cacao
Fave di cacao

Le similitudini tra il vasellame delle popolazioni centroamericane e degli Anasazi hanno così spinto Patricia Crown ad approfondire i suoi studi. Insieme al collega Jeffrey Hurst, l’archeologa ha analizzato tre frammenti di altrettanti vasetti, risalenti a un periodo compreso tra l’anno 1000 e il 1125 e.V., riscontrando tracce consistenti di teobromina, un alcaloide naturale presente nelle piante di cacao. Le ipotesi sul vasellame erano dunque corrette: il cioccolato giunse nel Nord America ben prima del colonialismo europeo, una scoperta molto importante per comprendere i rapporti tra l’America centrale e quella settentrionale un millennio fa.

La ricerca di Patricia Crown, pubblicata sul numero di questa settimana della rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, conferma inoltre l’esistenza di una via commerciale lunga almeno 2000 km che correva dal Nuovo Messico fino all’America centrale. Gli Anasazi importavano non solo il cacao, ma anche altri importanti beni instaurando rapporti commerciali molto intensi con le popolazioni del centroamerica.

Secondo Patricia Crown, il cacao era utilizzato dalla comunità durante alcune cerimonie probabilmente simili a quelle della cultura Maya. Bene prezioso e molto raro così a nord, veniva utilizzato con parsimonia e in pochi accampamenti degli Anasazi. Il viaggio di 2000 km rendeva le fave di cacao un prodotto per pochi, un vero e proprio status simbol per un numero ristretto di eletti all’interno della comunità.