Batteri alla spina

Oltre all’eccessiva quantità di zucchero e, in alcuni casi, di caffeina, le bibite alla spina dei fast food possono nascondere un’altra insidiosa sorpresa. Secondo una recente ricerca, in questo tipo di bevande si trovano spesso batteri e altri microorganismi che possono causare disturbi temporanei all’apparato digerente e conseguenze molto più gravi negli individui con particolari patologie al sistema immunitario.

Pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Food Microbiology, lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Hollins University (Roanoke, Virginia – USA), che ha analizzato 90 differenti campioni di tre tipologie di bevande (bibite zuccherate, bibite dietetiche e acqua) provenienti da 20 erogatori self service e da 10 erogatori utilizzati direttamente dagli impiegati dei fast food. Il team di ricerca ha successivamente comparato i risultati ottenuti con gli standard minimi imposti dalle leggi statunitensi per l’acqua potabile. Una fase successiva del test è stata condotta attraverso altri 27 campioni di bevande provenienti da 9 erogatori di bibite utilizzati sia al mattino che nelle ore pomeridiane.

Attraverso le analisi, i ricercatori hanno potuto rilevare una presenza consistente di batteri, coliformi inclusi, nel 48% dei campioni presi in considerazione. Oltre l’11% delle bevande analizzate conteneva batteri fecali appartenenti alla specie Escherichia coli, ma sono stati riscontrati anche altri microrganismi appartenenti ai generi KlebsiellaStafilococco, Candida e Serratia. Un’ampia gamma di agenti potenzialmente pericolosi per la salute umana e presenti con concentrazioni anche superiori ai 500 cfu/ml (Unità Formante Colonia batterica per ml).

Secondo i ricercatori della Hollins University, le bevande alla spina potrebbero essere alla base di numerose forme di disturbi gastrici. Stabilire con esattezza l’entità del problema sanitario non è però semplice: generalmente questi disturbi hanno un decorso relativamente rapido e non vengono segnalati dai clienti dei fast food, che ignorano l’esistenza di un legame tra il loro mal di stomaco e le bevande alla spina consumate.

Le evidenze portate alla luce dalla ricerca potrebbero ora aprire la strada a una nuova serie di indagini su un campione più ampio di bibite alla spina per stabilire l’effettiva portata del problema. Del resto, secondo le attuali leggi, la medesima concentrazione di microorganismi rende non potabile l’acqua.