La reazione al pianto, atavico retaggio per il nostro cervello

Dopo un’attenta analisi, un gruppo di ricercatori ha dimostrato come i lamenti degli animali implichino nella nostra mente una reazione emotiva pressoché identica a quella causata dal pianto di un neonato.

I ricercatori hanno fatto ascoltare ad alcuni volontari il pianto di un bambino e i lamenti di un gatto e di una scimmia. Le reazioni cerebrali dei partecipanti all’esperimento sono state registrate grazie a uno scanner per la risonanza magnetica.
Il test ha evidenziato come le richieste di aiuto degli animali attivino le medesime aree cerebrali attivate dal pianto di un neonato. La corteccia orbitofrontale si è dimostrata come l’area più attiva nel corso dell’intero esperimento. Questa particolare zona dell’encefalo è deputata all’elaborazione dei processi decisionali che ci spingono a compiere un’azione.

La ricerca, a prima vista fine a sé stessa, dimostra invece con chiarezza come alcuni suoni siano pressoché universali nel regno animale. Pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, lo studio mette in stretta relazione l’ascolto di particolari suoni con reazioni, spesso istintive, tese a preservare la conservazione di una specie.

2008, anno bisestile

L’anno che ognuno di noi si appresta a vivere sarà bisestile, durerà dunque un giorno in più rispetto alla tradizionale durata di 365 giorni. Perché?

29 febbraioNel corso della durata di un anno tropico (il periodo di tempo scandito da due equinozi e altrettanti solstizi) si manifestano le quattro stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Il loro ciclo completo è pari alla durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Essendo impossibile organizzare la scansione dei giorni su un numero decimale, si è adottata la convenzione dell’anno bisestile per recuperare l’inevitabile slittamento temporale di circa 24 ore che si verifica nel corso di quattro anni.
Il giorno in più viene inserito in coda al mese di febbraio, che negli anni bisestili prevede 29 giorni al posto dei tradizionali 28. Così facendo è possibile ottenere un anno con una durata media pari a un numero non intero di giorni.

Il calendario gregoriano, lo strumento utilizzato dalla maggior parte dei Paesi del mondo per suddividere il tempo, osserva una particolare regola per organizzare gli anni di 366 giorni. Un anno è bisestile se la cifra che lo contraddistingue è divisibile per 4, fatta eccezione per quelle annate divisibili anche per 100.
Gli anni la cui numerazione termina con 04, 08, 12, 16, 20, 24… 88, 92, 96 sono dunque bisestili, mentre le annate le cui cifre sono 00 possono essere bisestili solo se il numero del secolo è perfettamente divisibile per 400. Il 2000 è stato, infatti, un anno bisestile, così come lo fu il 1600 e lo sarà il 2400.

Il 2008, divisibile perfettamente per 4, sarà dunque un anno bisestile che ci consentirà di recuperare le 24 ore circa “perse” negli ultimi quattro anni… e di far festeggiare il compleanno nella giusta data ai nati il 29 febbraio.

bloGalileo riprenderà le pubblicazioni
giovedì 3 gennaio 2008.
Buon anno a tutti!

Un anno di scienza nelle immagini del 2007

Come da tradizione, anche quest’anno il sito Web della rivista scientifica Nature propone una galleria delle immagini più significative del 2007 legate alla Scienza.
Attraverso 17 curiose immagini, è possibile ripercorrere l’incredibile corsa della ricerca scientifica di quest’ultimo anno, così da affrontare con nuove energie e ottimismo il 2008. Ecco una breve selezione dell’ottimo lavoro di ricerca svolto dalla redattrice di Nature Emma Marris.

Schiuma da spiaggia [credit: Credit: B. COUNSELL/ICON IMAGES]
Per un curioso fenomeno fisico, alcune spiagge dell’Australia si sono riempite di schiuma nel corso della scorsa estate.
Zampa di Drosophila [credit: Nature.com]
Questa immagine ottenuta al microscopio, rappresenta l’articolazione di una zampa appartenente a un moscerino della frutta.
Abbraccio dal Neolitico [credit: AP]
Resti umani di un uomo e una donna abbracciati. I reperti sono stati ritrovati a Valdaro (Mantova) e risalgono a circa 5.000 anni fa.
Mammut [credit: A. TKACHEV/ITAR-TASS]
Questa mummia di Mammut, perfettamente conservata, è stata ritrovata alcuni mesi fa in Siberia durante la fusione di parte del permafrost, la porzione di suolo perennemente ghiacciata.
Olio silossanico [credit: M. THRASHER, H. SWINNEY]
Un getto di olio silossanico si “tuffa” in un bagno d’olio.
Giapeto, la Luna bifronte [credit: NASA/JPL/SPACE SCI. INST.]
La sonda Cassini ha recentemente fotografato Giapeto, la luna più enigmatica tra i satelliti di Saturno.
 
Le selezione delle immagini svolta da Emma Marris è naturalmente parziale, ma illustra in una rapida carrellata il dinamico mondo della Scienza, in costante evoluzione.
Quella proposta da Nature non è certo l’unica galleria delle migliori fotografie del 2007. Un’altra ottima selezione è costituita, infatti, dagli scatti premiati dall’International Small World Competition. Ecco i premiati del 2007.

La cometa dei Re Magi è realmente esistita?

Secondo le sacre scritture, quando Gesù nacque, i tre Magi videro una stella brillare ad est che segnalava la “nascita di un nuovo re”. Da un punto di vista prettamente scientifico, cosa videro realmente i Re Magi, o da cosa trasse l’ispirazione chi raccontò/inventò la loro storia? Secondo Fred Grosse, docente di fisica e astronomia alla Susquehanna University di Selinsgrove (USA), una particolare teoria potrebbe svelare l’arcano.

Il corpo celeste avvistato dai Magi sarebbe stato il frutto di una congiunzione planetaria, un particolare fenomeno che avviene quando due astri possiedono la medesima longitudine rispetto a un punto di osservazione sulla Terra. Spesso, questo genere di congiunzioni venivano interpretate dagli antichi come un unico grande astro e non la somma di due distinti corpi celesti.
«Nell’anno 6 prima dell’Era Volgare (avanti Cristo), Giove e Saturno si incrociarono per ben tre volte, in Maggio, Settembre e Dicembre originando una congiunzione planetaria» ha dichiarato il prof. Grosse. Il periodo indicato potrebbe essere un ottimo candidato per spiegare cosa realmente videro i re Magi: da alcuni anni si immagina, infatti, che l’anno di nascita di Gesù sia precedente al convenzionale anno zero. Inoltre, un evento del genere accade molto di rado, mediamente ogni 140 anni.

Luna, Saturno, Giove e Marte in congiunzione planetaria [credit: http://www.dosgatos.com/au/4620conjunc.html]«Un’ipotesi potrebbe essere che i Magi abbiano visto uno dei due primi incroci prima di giungere a Betlemme con il terzo incrocio di Dicembre». Nonostante questa sia la tesi maggiormente affermata sul falso avvistamento di una cometa intorno all’anno zero, avallato anche dal grande astronomo Keplero, altre teorie cercano di spiegare il curioso fenomeno astronomico.
Grosse ipotizza che il forte bagliore colto nei cieli d’oriente possa essere stato causato da una Nova, o da una Supernova: corpi celesti estremamente luminosi che compaiono in cielo per una breve durata di tempo. «Alcuni osservatori delle stelle segnalarono, nel 1006, un corpo celeste luminoso quasi quanto il sole, e visibile ad occhio nudo per almeno un paio d’anni nei cieli notturni». Secondo alcuni documenti recuperati in Cina, una “stella temporanea” apparve nel cielo intorno agli anni della nascita di Gesù, tra il 4 e il 5 prima dell’Era Volgare.

Forse non sapremo mai se ciò che raccontano le Sacre Scritture sia realmente autentico, o il frutto di numerose stratificazioni culturali che hanno trovato la loro sintesi nei Vangeli. È indubbio, però, che un evento nella volta celeste sconvolse in quegli anni la vita di numerose persone. Ciò vale per la Scienza, materiale e razionale, quanto per i percorsi di fede dei credenti che a quel punto luminoso attribuiscono un particolare valore trascendentale.

La galassia fantasma riscoperta da Hubble

Lassù nel cosmo, fa bella mostra di sé questo “gorgo celeste” distante circa 32 milioni di anni luce dalla Terra. Nella sua magnifica orbita, la galassia racchiude oltre 100 miliardi di stelle e può essere osservata con facilità nelle notti molto limpide con un semplice binocolo. Questo insieme di corpi celesti è conosciuto dagli astronomi amatoriali come “galassia fantasma”. Tale appellativo fu ideato dallo scienziato-scrittore Steven James O’Meara nel suo libro The Messier Objects poiché, osservandola con un telescopio poco potente, la galassia può apparire come una macchia trasparente simile a un fantasma che fluttua nel Cosmo.

NGC 628 fotografata da Hubble [credit: hubblesite.org]

L’immagine [qui ad altissima definizione 2,30Mb] è stata scattata da Hubble, il telescopio spaziale che da oltre 17 anni regala immagini incredibilmente suggestive, ma soprattutto dall’immenso valore scientifico.
La galassia fu scoperta e analizzata dagli astronomi francesi Pierre Méchain e Charles Messier nel XVIII secolo, quando fu battezzata “Messier 74”. Nella nuova catalogazione dei corpi celesti, la galassia è stata registrata con il codice un po’ criptico “NGC 628”, che non ne ha comunque turbato il fascino. L’immagine è stata ottenuta da un collage di fotografie e dati rilevati tra il 2003 e il 2005 da alcuni sensori del telescopio spaziale.
Mentre i due bracci formanti la spirale indicano tipo e caratteristiche principali di NGC 628, il colore rosa chiaro denota l’età relativamente giovane della galassia e identifica le regioni in cui i gas di idrogeno ionizzato si fondono con le stelle in formazione.

Mappa per identificare NGC628 nel cielo

Chi ha il petrolio?

Ogni nazione in questa mappa è rappresentata in scala in proporzione alle quantità di petrolio possedute. I colori, invece, rappresentano l’uso medio dell’oro nero in ogni nazione. Ad esempio: gli Stati Uniti possiedono appena il 2% di tutte le scorte di petrolio ancora disponibili sul Pianeta, ma ne utilizzano ogni giorno 20 milioni di barili.

La maggiore riserva di oro nero si trova in Arabia Saudita, che detiene il 22,3% di tutte le scorte mondiali. Seguono l’Iran a quota 11,2% e l’Iraq a quota 9,7%. La distribuzione del petrolio sul nostro Pianeta è un ottimo elemento per analizzare, e giudicare, le scelte geopolitiche di coloro che ci governano.

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