Il “tagliando” dello scorso maggio ha giovato molto al celebre telescopio spaziale Hubble. A distanza di alcuni mesi dalle spettacolari passeggiate spaziali degli astronauti della missione Sts-125, organizzata per riparare e implementare le ottiche e l’equipaggiamento del telescopio, la NASA ha da poco rilasciato alcune immagini per mostrare al mondo la ritrovata vista di Hubble.
Tra le immagini più suggestive da poco diffuse online, spicca sicuramente la fotografia della galassia a spirale barrata NGC 6217, la prima a essere realizzata con la versione riparata e aggiornata dell’Advanced Camera for Surveys (ACS) collocata a bordo del telescopio spaziale. Gli scatti di questo affascinante angolo del cosmo sono stati effettuati tra il 13 giugno e l’8 luglio per calibrare al meglio la strumentazione di Hubble.
Collocata a circa 6 milioni di anni luce dalla Terra, a nord della costellazione dell’Orsa Maggiore, la galassia NGC 6217 è a spirale barrata, ovvero i bracci che danno vita alla spirale partono dalla barra (la zona rosa e marrone al centro dell’immagine) e non dal nucleo della galassia.
Una seconda immagine, altrettanto affascinante, proviene dalla NGC 6302, comunemente nota come Nebulosa Farfalla, a causa del suo particolare aspetto; distante circa 3.800 anni luce ha un’ampiezza che supera i due anni luce. Ma laggiù nulla è delicato e lieve quanto il battito d’ali di un lepidottero.
Le “ali” della nebulosa sono infatti costituite da gas che bruciano a circa 20mila °C e che si muovono a velocità intorno ai 966mila chilometri all’ora. Il centro di NGC 6302 è costituito da una stella – con una massa pari a cinque volte quella del nostro Sole – ormai prossima alla morte. Ha dunque disperso buona parte dei gas nello spazio circostante insieme alle radiazioni ultraviolette, che hanno reso luminescenti i gas e i detriti.
L’immagine è stata scattata da Hubble utilizzando la Wide Field Camera 3, una nuova fotocamera collocata dagli astronauti della STS-125 lo scorso maggio, e dimostra efficacemente la travagliata storia della stella al centro della nebulosa. Nel corso del suo ciclo di vita, la stella si è trasformata in una immensa gigante rossa con un diametro pari a 1000 volte quello del nostro Sole. Successivamente ha perso i propri strati più esterni di gas a differenti velocità: i gas emessi lentamente dall’area equatoriale (32mila km/h) hanno così portato alla formazione dell’anello scuro che sembra stringere al centro la nebulosa dividendo le due ali, prodotte invece da gas emessi a grande velocità in direzione perpendicolare rispetto all’anello. La stella ha poi continuato a scaldarsi generando un vento solare molto più veloce, con un flusso di particelle intente a muoversi alla velocità di oltre 3 milioni di km/h, condizione che ha modificato in parte l’aspetto dell’intera nebulosa.
La nuova Wide Field Camera 3 di Hubble è in grado di utilizzare un’ampia gamma di filtri per isolare lo spettro luminoso emesso da diverse tipologie di elementi chimici. Ciò consente agli astronomi di studiare con maggiore precisione i gas che costituiscono le nebulose e di conoscerne temperatura, densità e naturalmente composizione. L’immagine risale al 27 luglio scorso ed è stata utilizzata combinando filtri per la luce visibile e per l’ultravioletto. Successivamente la nebulosa è stata immortalata con altri filtri in grado di percepire le emissioni luminose di ossigeno, elio, idrogeno, azoto e zolfo.
Insomma, il nuovo paio di occhiali di Hubble sembra proprio far faville.