Pinguino gigante

Pinguinogigante_3Grazie a film di successo, come Happy Feet, e alla crescente diffusione del software libero Linux, i pinguini sono diventati in questi ultimi anni delle vere e proprie star. Amati per il loro buffo aspetto e le simpatiche movenze, questi curiosi uccelli capaci di volare solo in acqua hanno conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Eppure, la recente scoperta di un fossile in Perù ci dimostra come il pinguino non sia stato sempre il simpatico volatile in smoking intento a scorrazzare sul pack antartico.

Nei giorni scorsi in Perù, un’équipe di paleontologi ha riportato alla luce i resti dei primi antenati del pinguino, comparsi in quell’area 36 milioni di anni fa con fattezze a dir poco mostruose. Le misurazioni sul fossile lasciano ben poco spazio alla fantasia. Questo enorme uccello tropicale era alto 1,5 metri e pesava quanto una persona adulta. Dal petto largo e prominente si sviluppava il collo, largo e tozzo, su cui poggiava la testa relativamente piccola, ma dotata di un affilato e micidiale becco lungo 18 centimetri.

L’eccezionale scoperta ha messo in crisi il tradizionale schema adottato dagli scienziati per analizzare i flussi migratori, fondamentali per spiegare l’evoluzione di questa specie. Senza alcuna esitazione, Julia Clarke della North Carolina State University non ha esitato a definire il pinguino gigante un mostro. “La conservazione delle ossa è molto buona – ha dichiarato a un giornalista del Guardian – Avevamo così poche informazioni chiare e complete su quello specifico periodo di evoluzione dei pinguini”. Per il team di Julia Clarke si prospettano mesi di intense e appassionanti ricerche sui recenti ritrovamenti. Occorrerà stabilire con certezza il periodo di vita del pinguino gigante, le capacità di muoversi nell’acqua e la tecniche di pesca, probabilmente molto differenti da quelle attuate dai pinguini del ventunesimo secolo.

Ma il vero rompicapo da risolvere sarà legato al percorso evolutivo di molte specie animali. La scoperta del pinguino gigante mette infatti in discussione le tradizionali teorie evolutive, secondo cui i climi caldi spingono le specie ad evolvere riducendo le proprie dimensioni. Il pinguino gigante, battezzato Icadyptes, è stato ritrovato in un’area climatica che, 36 milioni di anni fa, era calda quanto le zone desertiche del Cile, eppure era molto più grande dei suoi odierni parenti. Inoltre, scienziati e paleontologi collocavano l’arrivo dei pinguini nelle zone equatoriali in un periodo compreso tra i 4 e gli 8 milioni di anni fa. Quasi 30 milioni di anni dopo la scoperta presenza dell’Icadyptes nelle aree del Perù.

La strada per comprendere appieno l’evoluzione di questi simpatici animali è ancora lunga. Ma ogni scoperta contribuisce anche alla mappatura dei periodi termici del nostro Pianeta, fondamentale per capire le attuali dinamiche di surriscaldamento terrestre. E intanto si pensa già al parente prossimo dell’Icadyptes, il pinguino gigante di Nordenskjoeld, un “mostro” alto due metri per cento chilogrammi di peso…

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