L’Unione Europea potrebbe presto costringere le nuove centrali, che utilizzano combustibili fossili per la produzione di energia, a dotarsi di appositi siti di stoccaggio (CSS) per la conservazione dell’anidride carbonica. La proposta dovrebbe essere presentata la prossima settimana e vincolerà la costruzione di nuovi centrali elettriche alla presenza di spazi idonei per la compressione e il mantenimento della CO2. I costruttori saranno quindi tenuti a dimostrare la sussistenza dei prerequisiti necessari al mantenimento di un CSS prima di ottenere il permesso definitivo per l’installazione della nuova centrale. Una volta ratificata dal Parlamento Europeo, la direttiva potrebbe essere adottata già nei primi mesi del 2009.
Secondo gli esperti consultati dalla Commissione Europea, i CSS potrebbero contribuire a un sensibile abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, che potrebbe aggirarsi intorno a 1/3 entro il 2050 se correttamente utilizzati. Con il provvedimento al vaglio del Parlamento Europeo, il Vecchio Continente si pone all’avanguardia nello sviluppo e utilizzo dei siti di stoccaggio per la CO2. L’impiego di appositi incentivi dovrebbe favorire l’adozione dei CSS, tecnologia ancora molto costosa e non priva di difetti.
Isolare l’anidride carbonica dai gas di scarico emessi da una centrale è un processo estremamente costoso e che diminuisce sensibilmente l’efficienza delle centrali a carbone. Anche a causa di questi motivi, i CSS non sono ancora utilizzati dagli Stati europei. Norvegia e Gran Bretagna hanno da tempo elaborato alcuni progetti pilota, che dovrebbero essere realizzati nei prossimi anni.
Il procedimento più utilizzato per la rimozione della CO2 dai gas di scarico è quello della post-combustione. L’anidride carbonica viene isolata, compressa e stoccata in apposite cisterne. Attraverso il trasporto su gomma, via mare o gasdotto, la CO2 viene poi stoccata definitivamente in appositi siti.
La conservazione geologica prevede, banalizzando molto, una vera e propria iniezione di CO2 nel sottosuolo. Giacimenti di gas e di petrolio o vecchie cave saline sono i luoghi maggiormente indicati per lo stoccaggio di questo gas altamente inquinante per l’atmosfera. Secondo le accurate proiezioni prodotte in questi anni da numerosi enti accademici, un sito ben isolato è in grado di trattenere il 99% della CO2 introdotta per oltre un millennio.
Anche gli oceani sono stati proposti come un ideale sito di stoccaggio per l’anidride carbonica. In questo caso sussistono due differenti scuole di pensiero: secondo alcuni ricercatori l’iniezione di CO2 a un chilometro di profondità consente la dispersione sicura del gas; altri studiosi ritengono sia più opportuno iniettare l’anidride carbonica a tre chilometri di profondità, creando un vero e proprio “lago” di CO2 che – schiacciato dalla forte pressione – non potrebbe raggiungere la superficie.
Nonostante le buone intenzioni della Commissione Europea, i progetti per lo stoccaggio sicuro ed ecocompatibile della CO2 paiono ancora molto poco definiti. Anche se approvata, la nuova direttiva prevederà probabilmente alcune deroghe, in attesa di maggiori dati e di tecnologie abbordabili e utilizzabili su larga scala.
Anche Cina e Stati Uniti stanno valutando l’opportunità di costruire le prime centrali elettriche dotate di impianti sperimentali di CSS nei prossimi dieci anni. Alcuni istituti universitari, in collaborazione con il governo americano, hanno inoltre iniziato la sperimentazione in 22 siti, per studiare la migliore combinazione per lo stoccaggio geologico dell’anidride carbonica.
Ridurre rapidamente le emissioni di CO2 è ormai un imperativo per rallentare il più possibile i devastanti effetti del surriscaldamento globale. La soluzione dei CSS potrebbe costituire un buon compromesso per iniziare a tamponare l’emergenza, ma conservare i gas serra nel sottosuolo e negli oceani è un poco come nascondere la polvere sotto al tappeto: dà l’illusione, ma non risolve alla radice il problema.
L’idea non sembra male anche se mi pare più un’utopia cmq l’Europa dovrebbe puntare a incentivare l’uso delle energie alternative applicando delle leggi severe.
ma nello spazio? non si può dissolvere?
Che meraviglia! Se funzionerà potranno brindare con lo Champagne, che produce anch’esso sana e pizzichevole anidride carbonica… Pierbacco
Bè Marco, i costi per disperderlo nello spazio sarebbero davvero esorbitanti!!
Il sottosuolo rimane l’idea migliore…
Sotto gli oceani ci sono le stesse problematiche che sotto i continenti, ma con in più le rogne che solo un battente idraulico può garantire!