Quando le stelle creano i cristalli per le comete

L'esplosione stellare trasforma la polvere in cristalli di silicati (credit: NASA/JPL-Caltech)
L'esplosione stellare trasforma la polvere in silicati cristallini (credit: NASA/JPL-Caltech)

Da tempo gli astrofisici si chiedevano come i minuscoli silicati cristallini, che necessitano solitamente di alte temperature per formarsi, possano trovarsi nel cuore gelido delle comete. Ora un gruppo di ricercatori è forse riuscito a risolvere l’enigma.

Utilizzando il telescopio spaziale Spitzer della NASA, il team di ricerca ha osservato le turbolenze di una giovane stella, molto simile al nostro Sole, scoprendo come i silicati si possano trasformare in cristalli in seguito a una violenta esplosione stellare. Nel disco di polvere e gas intorno alla turbolenta stella EX Lupi, i ricercatori hanno notato la comparsa dei cristalli confrontando le immagini fornite da Spitzer con quelle raccolte in un periodo di relativa calma del corpo celeste.

In un articolo da poco pubblicato sulla rivista scientifica Nature, gli autori dello studio affermano di aver assistito per la prima volta nella storia “in diretta” al processo di formazione dei silicati cristallini nello spazio. «Pensiamo che i cristalli si siano formati in seguito alla tempra delle piccole particelle presenti sulla superficie dello strato più interno del disco di materiali e gas che orbita intorno alla stella, a causa del forte calore dovuto all’esplosione» ha dichiarato Attila Juhasz, uno degli autori della ricerca, ipotizzando il ciclo di formazione dei cristalli di silicati intorno a EX Lupi.

La tempra è un trattamento termico mediante il quale un materiale viene portato ad alte temperature, causando una riorganizzazione della sua struttura e un cambiamento nelle sue proprietà fisiche. Questo è uno dei modi possibili per ottenere i silicati cristallini, ma non era stato preso molto in considerazione fino alle nuove recenti scoperte rese possibili dall’analisi delle immagini del telescopio spaziale Spitzer.

EX Lupi è una stella giovane, con un’età simile a quella del nostro Sole, e ciclicamente va incontro a periodi particolarmente turbolenti caratterizzati da violente esplosioni ed eruzioni probabilmente dovute al progressivo aumento della sua massa. Tra le immagini della stella realizzate nel 2005 e quelle realizzate nel 2008, i ricercatori hanno così notato una considerevole differenza nelle caratteristiche del corpo celeste.

Quelli che nel 2005 apparivano come semplici granelli sulla superficie del disco di materia e gas, che circonda la stella, tre anni dopo apparivano come silicati cristallini con una forma ben definita. Secondo i ricercatori, potrebbe trattarsi di forsterite, un minerale molto comune nelle comete.

«Durante l’esplosione, EX Lupi è diventata 100 volte più luminosa. I cristalli si sono formati sullo strato superficiale del disco a una distanza dalla stella ove la temperatura era alta a sufficienza per temprare i silicati (circa 726 °C), ma non superiore ai 1.226 °C. Al di sopra di questa temperatura i granelli di polvere sarebbero evaporati» ha spiegato Juhasz.

Secondo i ricercatori, la scoperta potrebbe fornire validi indizi per comprendere come mai numerose comete del nostro sistema solare celino al loro interno i cristalli di silicati. Questi si sarebbero formati durante i periodi di maggiore turbolenza del Sole per poi essere successivamente inglobati nelle comete in tempi estremamente remoti, quando il sistema solare era ancora molto giovane. Un souvenir dal passato che potrebbe aiutarci a comprendere la storia di questo “piccolo” angolo di spazio che ci ospita.

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