Record nei cieli per la Sterna Artica

Carsten Egevang
credit: Carsten Egevang

Per gli ornitologi è giunto il momento di registrare un nuovo record. L’adozione di un innovativo localizzatore geografico dal peso estremamente ridotto, un grammo circa, ha consentito di confermare le considerevoli distanze coperte dagli esemplari di Sterna Artica durante la loro migrazione. Questi animali volano per oltre 70mila chilometri nel corso dei loro spostamenti da un polo all’altro.

Per tracciare gli spostamenti della Sterna Artica è stata messa in campo una vera e propria task force costituita dagli esperti della British Antarctic Survey e dai ricercatori della Groenlandia, della Danimarca, degli Stati Uniti e dell’Islanda. Il team ha mappato i movimenti di questi volatili con alcuni dispositivi dal peso di 1,4 grammi in grado di non gravare sulle prestazioni degli esemplari interessati dall’esperimento, l’assenza di tali terminali leggeri non aveva consentito in passato di effettuare simili rilevazioni con la Sterna Artica, il cui peso complessivo supera di poco i 100 grammi.

La ricerca, da poco portata a termine e pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, conferma che la Sterna Artica compie la più lunga migrazione annuale tra i volatili, spostandosi dalle terre della Groenlandia fino al Mare di Weddell nei pressi delle coste antartiche per poi tornare indietro in tempo per la stagione degli accoppiamenti.

I geolocalizzatori hanno consentito di tracciare anche le tappe intermedie del viaggio degli esemplari di Sterna Artica studiati. Durante la migrazione verso sud, gli uccelli si sono fermati per circa un mese nella fascia centrale della parte settentrionale dell’Oceano Atlantico, a circa 1.000 km di distanza dalle Azzorre. I volatili hanno poi ripreso il volo seguendo le coste dell’Africa occidentale fino alle isole di Capo Verde, dove lo stormo ha subito una sorta di scissione: circa metà degli esemplari ha proseguito il viaggio verso sud lungo le coste dell’Africa, mente l’altra metà ha attraversato l’Oceano Atlantico per poi proseguire seguendo le coste orientali dell’America del Sud.

Spostamenti della Sterna Artica durante la migrazione (credit: BAS)
Spostamenti della Sterna Artica durante la migrazione (credit: BAS)

Gli uccelli hanno trascorso i mesi invernali nella parte settentrionale delle acque antartiche per poi tornare sui loro passi seguendo un percorso più lungo di quanto previsto dai ricercatori. Gli esemplari di Sterna Artica hanno compiuto uno spostamento a forma di “S” prima in direzione delle coste dell’Africa e successivamente verso le coste dell’America centrale e del Nord. Uno spostamento che ha allungato sensibilmente il loro viaggio di alcune migliaia di chilometri.

Secondo gli autori della ricerca, la pausa di un mese nel viaggio verso sud è fondamentale per accumulare le energie necessarie per affrontare la parte più lunga del viaggio. Le acque in quella fascia di Atlantico sono particolarmente ricche di pesce e di piccoli invertebrati di cui vanno ghiotte le sterne. Il viaggio a forma di “S” è invece giustificato dalla necessità di sfruttare al meglio i venti e ridurre dunque il consumo di energie durante lo spostamento verso nord.

Le informazioni raccolte grazie ai geolocalizzatori hanno consentito per la prima volta di ricostruire con precisione gli spostamenti e il comportamento degli esemplari di Sterna Artica. Il medesimo equipaggiamento potrà essere ora utilizzato per tracciare i flussi migratori di altri volatili così da poter comprendere meglio le strategie adottate durante i lunghi spostamenti e le conseguenze per gli ecosistemi coinvolti dalle migrazioni.