L’Universo conosciuto, in sei minuti

Il tempo scorre inesorabile, e non solo sulla Terra dove abbiamo da poco festeggiato l’inizio di un nuovo anno.

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Per rendersene conto è sufficiente osservare il magnifico video The Known Universe realizzato con il Digital Universe Atlas curato e costantemente aggiornato dagli astrofisici dell’American Museum of Natural History di New York. Il filmato, da poco diffuso online, offre un viaggio molto affascinante attraverso il Cosmo per conoscere e comprendere meglio le distanze e lo scorrere del tempo là fuori, oltre il Pianeta azzurro.

Il viaggio inizia sulle vette dell’Himalaya e prosegue attraverso l’atmosfera terrestre, il nostro sistema solare, la Via Lattea e le tracce del Big Bang, ciò che si ipotizza diede vita al tutto in cui siamo immersi. Ogni stella, ogni pianeta e qualsiasi altro corpo celeste è riprodotto nel video nella giusta scala e nell’effettiva posizione occupata nello spazio al di qua dello schermo. Una mappa fedele utile per conoscere meglio il Cosmo e forse anche un po’ noi stessi.

Buon Anno!

Metano marziano: c’è dunque vita su Marte?

Marte, immortalato da Hubble
Marte, immortalato da Hubble

Dopo cinque anni di intense ricerche, la comunità scientifica sembra essere ormai concorde: su Marte sono state rilevate tracce di metano. Nel corso di una conferenza stampa nella sede principale della Nasa a Washington (USA), e in uno studio da poco pubblicato sulla rivista scientifica Science, i ricercatori hanno rivelato come da un approfondito studio delle osservazioni, delle analisi e delle controanalisi sia stato possibile identificare il metano in tre aree del pianeta rosso. Permangono però ancora dubbi sulla dinamica della sua formazione, che potrebbe essere differente da quella biologica che avviene sulla Terra.

Da circa cinque anni gli astrofisici ipotizzavano la presenza di gas metano su Marte, ma i dati fino ad ora raccolti non consentivano di confermare con certezza tale ipotesi. Le sonde inviate verso il pianeta, per esempio, non avevano rilevato tutte le tracce necessarie per stabilire con certezza la presenza del gas. Anche le osservazioni compiute dalla Terra non si erano rivelate sufficientemente precise a causa delle interferenze prodotte dall’atmosfera terrestre.

Affinando le osservazioni finora compiute e rimuovendo i disturbi causati dal nostro pianeta, i ricercatori della NASA sono infine riusciti a ottenere dati sufficientemente attendibili per confermare la presenza di metano su Marte. L’annuncio è stato dato da Michael Mumma, del Goddard Space Flight Center di Greenbel della NASA, che nel corso di una conferenza ha dichiarato di «aver eliminato tutto ciò che disturbava le rilevazioni compiute. Abbiamo eseguito molto lavoro che ci consente di avere risultati sufficientemente saldi». Leggi tutto “Metano marziano: c’è dunque vita su Marte?”

Per 16 anni nel cuore della nostra Galassia a caccia di stelle

Il centro della Via Lattea (credit: Credit: ESO/S. Gillessen et al.)
Il centro della Via Lattea (credit: ESO/S. Gillessen et al.)

Spesso la costanza viene ripagata. Lo sanno bene gli astrofisici del Max Planck Institut (Monaco) che hanno condotto studi e rilevazioni per 16 anni su una trentina di stelle situate nell’area centrale della nostra galassia, la Via Lattea. La ricerca ha consentito di affinare le conoscenze sul buco nero “Sagittarius A” e sulle stelle collocate vicino al suo perimetro.

Utilizzando dispositivi di rilevazione basati sull’infrarosso, necessari per penetrare la fitta coltre di polvere interstellare presente in quell’area della Galassia, i ricercatori guidati da Reinhard Genzel sono stati in grado di osservare i movimenti di 28 stelle utili per comprendere e monitorare le caratteristiche di Sagittarius A. Secondo gli astrofisici, i dati raccolti negli anni costituirebbero una chiara dimostrazione empirica dell’esistenza dei buchi neri supermassici, ovvero caratterizzati da una massa di milioni e miliardi di volte superiore a quella del Sole.

Le orbite delle stelle rilevate al centro della Galassia sembrano infatti confermare la presenza di un elemento estremamente massivo, pari a circa 4 milioni di volte la massa del Sole, un indizio sufficiente per concludere che in quell’area della Via Lattea vi sia un buco nero vero e proprio. Le osservazioni hanno inoltre consentito agli astrofisici di misurare con maggiore accuratezza la distanza della Terra del centro della Galassia. Stando alle rilevazioni condotte osservando per 16 anni l’area, il nostro Pianeta dovrebbe trovarsi a circa 27.000 anni luce dal centro della Galassia. Leggi tutto “Per 16 anni nel cuore della nostra Galassia a caccia di stelle”