Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico

Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)
Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)

Da tempo i paleontologi cercano di capire con precisione come i primi vertebrati preistorici riuscissero a mantenersi in volo. Ora, un recente studio sembra aver svelato l’arcano, rivelando come gli Pterosauri – vissuti tra i 220 e i 65 milioni di anni fa – sfruttassero le medesime caratteristiche dei volatili dei giorni nostri per volare.

Gli Pterosauri dominarono i cieli del nostro Pianeta durante il Triassico e il Cretaceo. Questi particolari rettili in grado di volare avevano dimensioni molto differenti a seconda delle specie e spaziavano dai più piccoli, grandi quanto un passerotto, agli esemplari più grandi che potevano raggiungere le dimensioni di un aeroplano da turismo.

Dopo averne studiato per decenni l’anatomia, la maggior parte dei paleontologi  sembra ormai convenire su un’unica ipotesi: gli Pterosauri volavano sbattendo le ali e non planando. Una teoria che trova numerose rispondenze nelle caratteristiche anatomiche di questi rettili, ma che solleva non pochi interrogativi sulla capacità muscolare e metabolica posseduta da questi animali per librarsi nei cieli preistorici. Sbattere le ali mette a dura prova la muscolatura e richiede un dispendio considerevole di energia.

Determinato a fare maggiore chiarezza, nel corso degli ultimi cinque anni il paleontologo Leon Claessens (College of the Holy Cross di Worcester, USA) ha confrontato le caratteristiche di 100 fossili di Pterosauro per approfondire le sue conoscenze sull’anatomia di questi incredibili animali. Dopodiché, il ricercatore ha svolto un’accurata indagine rilevando, attraverso i raggi-X, il movimento delle ossa – durante la respirazione – di alcuni rettili e volatili dei giorni nostri. Leggi tutto “Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico”

Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova

Oviraptor (credit: Wikimedia.org)
Oviraptor (credit: Wikimedia.org)

È un padre così attento e premuroso, un vero dinosauro. Considerati spesso come delle vere e proprie macchine di morte, anche grazie all’immagine tramandata da alcune pellicole cinematografiche di successo, i dinosauri erano in realtà molto attenti al loro ruolo genitoriale e pronti a prendersi amorevolmente cura della propria prole. A rivelarlo è un recente studio che ha svelato come i maschi di tre specie di dinosauro accudissero le uova al posto delle femmine, rimanendo a “casa” a curare il nido.

Le teorie su questo genere di comportamento dei dinosauri non sono del resto nuove. Nel corso di una spedizione nel Deserto del Gobi, nei primi anni Novanta i paleontologi ritrovarono i resti fossili di un Oviraptor intento a proteggere il proprio nido e le uova in esso contenute. Inoltre, tale comportamento può essere ritrovato anche tra i lontani parenti contemporanei dei dinosauri come gli uccelli e i rettili, che creano un nido per accudire le uova contenenti la loro prole in potenza.

Un gruppo di paleontologi, guidato da David Varricchio della Montana State University (USA), ha confrontato tre specie di dinosauri, con caratteristiche simili agli uccelli, con i volatili e i coccodrilli dei giorni nostri. Per la ricerca sono stati utilizzati i resti fossili di Oviraptor, Citipati e Troodonte ritrovati insieme ai loro nidi, contenenti ciascuno una nidiata costituita da una trentina di uova. Conoscendo le dimensioni medie dei dinosauri e quelle delle uova, i paleontologi hanno provato a desumere il comportamento degli animali rispetto al nido. Leggi tutto “Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova”

Quando i coleotteri banchettavano con carne di dinosauro

I coleotteri potrebbero essere una delle principali cause della scarsità di fossili di dinosauro, almeno secondo un team di ricerca della Young University (Provo, Utah – USA).

Un gruppo di ricercatori dell’università statunitense ha infatti analizzato migliaia di ossa di dinosauro risalenti al Giurassico e al Cretaceo, scoprendo così come gli insetti carnivori abbiano letteralmente azzannato i loro resti, eliminando in parte ciò che dopo milioni di anni si sarebbe tramutato in un fossile.
I principali indiziati per questi banchetti preistorici sono i coleotteri appartenenti alla famiglia delle Dermestidae – in particolare Dermestes maculatus – estremamente ghiotti dei resti organici come ossa e carne. Individuata la carcassa di un dinosauro, questi insetti erano soliti deporre una grande quantità di uova, destinate a schiudersi e a liberare le larve che con lenta meticolosità si sarebbero poi dedicate a mangiare e digerire buona parte dell’animale preistorico. Leggi tutto “Quando i coleotteri banchettavano con carne di dinosauro”

Pinguino gigante

Pinguinogigante_3Grazie a film di successo, come Happy Feet, e alla crescente diffusione del software libero Linux, i pinguini sono diventati in questi ultimi anni delle vere e proprie star. Amati per il loro buffo aspetto e le simpatiche movenze, questi curiosi uccelli capaci di volare solo in acqua hanno conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Eppure, la recente scoperta di un fossile in Perù ci dimostra come il pinguino non sia stato sempre il simpatico volatile in smoking intento a scorrazzare sul pack antartico.

Nei giorni scorsi in Perù, un’équipe di paleontologi ha riportato alla luce i resti dei primi antenati del pinguino, comparsi in quell’area 36 milioni di anni fa con fattezze a dir poco mostruose. Le misurazioni sul fossile lasciano ben poco spazio alla fantasia. Questo enorme uccello tropicale era alto 1,5 metri e pesava quanto una persona adulta. Dal petto largo e prominente si sviluppava il collo, largo e tozzo, su cui poggiava la testa relativamente piccola, ma dotata di un affilato e micidiale becco lungo 18 centimetri. Leggi tutto “Pinguino gigante”