Sulle tracce di Charles Darwin

Il 12 febbraio di due secoli fa, nella cittadina britannica di Shrewsbury nasceva un uomo destinato a rivoluzionare la nostra visione del mondo. Quell’uomo era Charles Darwin.

Charles Darwin (1809 - 1882)
Charles Darwin (1809 - 1882)

Grazie alle sue intuizioni e alle numerose osservazioni condotte in alcune delle isole più remote del Pianeta, il famoso naturalista giunse alla fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento alla formulazione delle sue teorie sull’evoluzione e l’origine delle specie. Darwin, infatti, intuì che le specie vegetali e animali evolvono per la selezione naturale di alcune mutazioni, del tutto casuali ed ereditarie, che si rivelano utili per la prosecuzione della specie. Con le sue teorie, Darwin mise profondamente in discussione la Scienza del suo tempo, fornendo nuove evidenze sull’evoluzione stessa dell’uomo da un antenato comune anche ai primati e dunque non creato uguale e immutabile da una divinità.

Le iniziative per ricordare e divulgare l’opera del naturalista britannico a duecento anni dalla sua nascita sono innumerevoli, e naturalmente interessano anche il Web. Ecco qualche spunto per conoscere e approfondire il fondamentale apporto alla Scienza fornito da quella mente brillante che fu Charles Darwin. Leggi tutto “Sulle tracce di Charles Darwin”

Anche i nativi del Nord America impazzivano per la cioccolata

Chaco canyon
Chaco canyon

Anche in Nord America, circa mille anni fa, non si disdegnava una bella tazza di cioccolata. L’importante scoperta, destinata ad vere numerose ripercussioni sulle nostre conoscenze legate alle popolazioni native d’America, è stata realizzata osservando del vasellame rinvenuto nel Nuovo Messico e risalente a un millennio fa. I piccoli vasetti erano, infatti, utilizzati come recipienti per contenere una bevanda a base di cacao, una vera e propria prelibatezza, molto preziosa e probabilmente utilizzata nel corso dei rituali più importanti dai nativi.

Tra il IX e il XII secolo e.V., l’area del Chaco Canyon nel nordovest del Nuovo Messico era densamente popolata. In particolar modo, la zona corrispondente all’attuale Pueblo Bonito ospitava uno dei principali accampamenti, popolato da circa 1000 Anasazi, un popolo nativo del Nord America. Per oltre otto anni, l’archeologa Patricia Crown della University of New Mexico ha studiato il vasellame ritrovato nell’area di Chaco, cercando di capire a che cosa facessero riferimento le decorazioni sui piccoli recipienti di ceramica, decorati per l’appunto con particolari linee geometriche.

La curiosità intorno a questi piccoli vasi era dettata dalla presenza di contenitori con simili decorazioni presso le popolazioni del Centro America, che utilizzavano quel tipo di vasellame per bervi una bevanda a base di cacao durante alcuni rituali.  La ricetta era molto differente dall’attuale e comprendeva tra gli ingredienti: fave di cacao, mais, peperoncino e acqua. Leggi tutto “Anche i nativi del Nord America impazzivano per la cioccolata”

Perché le lettere sulle tastiere hanno una certa disposizione?

La usiamo ogni giorno per navigare online, lavorare e scrivere i messaggi ai nostri amici, eppure la maggior parte di noi non conosce la storia che ha permesso alla tastiera di assumere la sua forma attuale.

Sholes-Glidden Type-Writer
Sholes-Glidden Type-Writer

Le tastiere americane, quelle principalmente utilizzate in campo informatico, devono la disposizione dei loro tasti a Christopher Latham Sholes, uno stampatore di Milwaukee che verso la fine degli anni Sessanta del XIX secolo progettò con Carlos Glidden un sistema per la scrittura meccanica sulle pagine. Nel 1873 il brevetto dell’invenzione fu venduto alla E. Remington & Sons che produsse un primo modello, noto come Sholes-Glidden Type-Writer.

I due inventori erano giunti al modello finale attraverso una lunga fase di prove ed errori. Il problema principale, infatti, era dato dalla complessità del meccanismo che consentiva l’impressione di una lettera sulla carta. Nelle prime versioni, molto rozze e poco efficienti, i martelletti tendevano a incastrarsi con estrema facilità tra loro, specialmente nel caso di numerose battute al minuto. Leggi tutto “Perché le lettere sulle tastiere hanno una certa disposizione?”

I 250 anni dell’Osservatorio di Torino

Pochi divulgatori riescono a raccontare l’affascinante storia della Scienza come Piero Bianucci. In un ottimo articolo, chiaro e divertente, il papà di Tuttoscienze (l’inserto scientifico del quotiano La Stampa) racconta la curiosa storia dell’Osservatorio di Torino, che quest’anno celebra il suo 250esimo anniversario.

Il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite, è per Torino anche il 250° anno dalla nascita dell’Osservatorio astronomico della città. La nascita di questa istituzione risale infatti al 1759, quando Carlo Emanuele III decise di dotare l’Università di Torino di una piccola specola, che fu installata su una torretta di via Po, nel palazzo dove abitava Padre Beccaria, lo scienziato a cui il Savoia aveva affidato la misura del “Gradus Taurinensis”.

L’Osservatorio passò poi nel 1789 sui tetti dell’Accademia delle Scienze e nel 1822 , con la direzione di Giovanni Plana, a Palazzo Madama, dove rimase fino al 1912, quando Padre Giovanni Boccardi inaugurò la sede attuale sulla collina di Pino Torinese.

Una mostra di antichi strumenti dell’Osservatorio celebrerà il compimento dei due secoli e mezzo di questa istituzione scientifica torinese: si inaugurerà a Palazzo Lascaris il 1° ottobre e ci sta lavorando Ester Antonucci, attuale direttrice dell’Osservatorio, con il supporto dell’Inaf, della Regione Piemonte e altre istituzioni.

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Perché nelle domande utilizziamo il punto interrogativo?

Punto interrogativoIl sistema di punteggiatura utilizzato nella nostra lingua deriva dal greco e dal latino classici, lingue nelle quali la punteggiatura era principalmente utilizzata per guidare la lettura ad alta voce e solo marginalmente per contribuire alla comprensione dei testi. Diversi segni permettevano al lettore di capire quando mettere in risalto alcune sillabe, inserire delle pause o prendere fiato per mantenere regolare e cadenzata la lettura di un testo.

Mentre il greco contrassegnava spesso una domanda attraverso l’utilizzo di un punto e virgola, in latino il tono interrogativo era indicato dalla parola quaestio. Durante il Medioevo, non era raro trovare tale parola abbreviata semplicemente con le due lettere QO, espediente utilizzato dai monaci copisti per evitare la ripetizione dell’intera parola.

La dicitura QO poteva però essere confusa con altre abbreviazioni. Ciò spinse numerosi scrivani a tramutare ulteriormente l’abbreviazione, collocando la lettera Q al di sopra della O. Nel corso del tempo le due lettere sovrapposte divennero sempre più stilizzate: la Q si tramutò in una sorta di svolazzo mentre la O divenne un semplice punto. Era nato il punto interrogativo come lo conosciamo oggi. Leggi tutto “Perché nelle domande utilizziamo il punto interrogativo?”