Immaginate di poter mangiare torte, dolci, budini e qualsiasi cibo preparato con lo zucchero senza ingrassare di nemmeno un grammo. Fantascienza? Per noi sicuramente, ma per una particolare specie di mammifero no.
La maggior parte dei mammiferi, esseri umani compresi, ottiene l’energia per il proprio sostentamento dal metabolismo delle riserve di grasso e glicogeno (una macromolecola del glucosio, il composto organico più diffuso in natura) combinate con i cibi assimilati durante i pasti. Banalizzando molto, possiamo immaginare gli organismi dei mammiferi come complesse stufe, in cui le proteine, i carboidrati e i lipidi sono la legna da bruciare per mantenere sempre accesa ed efficiente la stufa. Quando la quantità di legna accumulata supera la legna effettivamente bruciata, l’organismo accatasta il legname in esubero creando una riserva per i possibili momenti di “magra”.
Questa efficienza energetica è alla base della sopravvivenza di tutti i mammiferi che, in misura naturalmente diversa da specie a specie, possono sempre fare affidamento sulle energie immagazzinate (generalmente sotto forma di lipidi, cioè grassi) e non ancora spese. Ma, come spesso accade, anche in questo caso un’eccezione conferma la regola.
In natura esiste infatti un mammifero “sprecone”, dotato di un organismo incapace di conservare a lungo le riserve di grasso: il pipistrello del nettare. Questo particolare chirottero ha una dieta molto speciale, povera di grassi e proteine, ma incredibilmente ricca di carboidrati semplici come gli zuccheri. Per mantenersi in volo, questo mammifero consuma quotidianamente ingenti quantità di energia e, non potendo fare affidamento su alcuna scorta, metabolizza direttamente gli zuccheri che assimila svolazzando di fiore in fiore.
Incuriositi da questa singolare peculiarità, un gruppo di ricercatori, guidati dal prof. C. C. Voigt e dal prof. J. R. Speakman, ha indagato le zuccherose abitudini alimentari del chirottero del nettare, arrivando a conclusioni davvero sensazionali.
I ricercatori hanno scoperto che il metabolismo del pipistrello del nettare ha la capacità di adattare il proprio ciclo al tipo di carboidrati semplici assunti durante i pasti. Nutriti in laboratorio con fruttosio (un monosaccaride a lento assorbimento), glucosio o saccarosio (il comune zucchero da tavola) i chirotteri si sono dimostrati in grado di calibrare i propri pasti in funzione della velocità di assorbimento dei tre tipi di carboidrati messi a disposizione dai ricercatori.
Il team di ricerca ha inoltre scoperto che, ogni giorno, i pipistrelli del nettare consumano il 50% delle loro esigue riserve di grasso. Un consumo sorprendentemente alto, mai riscontrato in altre specie di mammiferi.
Nonostante i chirotteri del nettare consumino ogni giorno la metà dei grassi a loro disposizione, le rimanenti riserve di energia sono perfettamente calcolate per mantenere in vita i pipistrelli nella dozzina di ore di riposo diurno. Questi mammiferi dimostrano quindi una strabiliante velocità nel metabolizzare e trasformare gli zuccheri, senza pari in tutta la famiglia dei mammiferi.
Pubblicato sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica Functional Ecology, lo studio di Voigt e Speakman apre nuove e inesplorate vie per la ricerca sul metabolismo dell’insulina e l’insorgenza del diabete nell’uomo. Le incredibili doti metaboliche del chirottero del nettare potranno costituire un valido modello per trovare nuove ed efficaci cure per gli oltre 230 milioni di persone che in tutto il mondo soffrono di questa invalidante patologia.