Il dr Iain Lang e il suo team di ricerca hanno dimostrato come il passaggio da lavoratori attivi a pensionati possa essere un ottimo momento per provare e a smettere di fumare. Per dimostrare la loro tesi, i ricercatori hanno coinvolto 1712 fumatori con una età minima pari a 50 anni, registrando il loro stato lavorativo (ancora occupati o in pensione) e il loro approccio con il fumo (fumatori o ex fumatori).
I risultati della ricerca hanno, così, messo in evidenza come il 42,5% degli intervistati abbia smesso di fumare in concomitanza con il pensionamento, rispetto al 29,3% di coloro ancora impiegati e al 30,2 dei fumatori già andati in pensione da qualche anno. Lo studio statistico dimostra quindi come il momento del pensionamento sia spesso associato alla perdita del vizio del fumo.
Incentivare i comportamenti virtuosi per la salute nel momento di transizione da lavoro attivo a pensione comporterebbe innumerevoli vantaggi sociali ed economici. Le patologie respiratorie e tumorali legate al fumo, specialmente in età avanzata, comportano ingenti costi per l’intera società. Creare maggiore consapevolezza in chi si appresta a vivere la terza età potrebbe abbattere sensibilmente i costi per la sanità. Il dr Iain Lang ipotizza delle vere e proprie politiche di “accompagnamento” per stimolare una condotta sana da parte dei neopensionati, che potrebbero così perdere il vizio del fumo molto più facilmente.
Dunque, è proprio vero: non è mai troppo tardi per smettere di fumare.