Quando la discriminazione arriva dai tumori

Non è certo una notizia piacevole per parte della popolazione, ma sembra proprio che il cancro faccia favoritismi. Ormai da diversi anni i ricercatori sanno che la razza si rivela essere un fattore importante in tema di sopravvivenza ai tumori. Le donne afroamericane, per esempio, hanno meno probabilità di contrarre il cancro al seno rispetto alle donne bianche, ma tale patologia si rivela per loro mortale in un maggior numero di casi.

Per molto tempo ci si è interrogati se tale differenza risiedesse solamente nelle diverse possibilità di accedere al servizio sanitario statunitense, a controlli regolari e a trattamenti efficaci o se fosse anche implicato un fattore biologico. Ora una nuova ricerca condotta su decine di trial clinici sembra essere giunta a una improtante conclusione: alcuni tipi di cancro come quello al seno, alla prostata e alle ovarie compiono una sorta di discriminazione tra le razze.

L’oncologa Kathy Albain, Loyola University (Chicago – USA), ha condotto il proprio studio realizzando una ricerca molto ampia sui trial clinici realizzati dal Southwest Oncology Group (SWOG), un insieme di cooperative che forniscono i medesimi standard di cura in tutti gli Stati Uniti per studiare le forme tumorali. Insieme ai suoi colleghi, Albain ha così analizzato 35 specifici trial clinici realizzati tra il 1974 e il 2001 su circa 20mila pazienti adulti. I test eseguiti dal SWOG erano stati realizzati per studiare il cancro al seno, ai polmoni, al colon, alle ovaie, alla prostata, e alcune tipologie di mieloma, linfoma e leucemia. I ricercatori hanno poi preso in considerazione tutti gli afroamericani presenti nel campione dei 20mila pazienti e li hanno suddivisi prendendo in considerazione alcuni fattori specifici come area di residenza, status economico, peso…

Nella maggior parte dei casi, i tumori hanno avuto il loro normale decorso senza particolari differenze nei fattori di sopravvivenza tra bianchi e afroamericani. Ma per tre tipologie di cancro (alla prostata, alle ovaie e al seno) si sono invece registrare differenze non trascurabili.

Nei casi di cancro al seno nelle donne ormai prossime alla menopausa, le probabilità di sopravvivenza per un periodo di 10 anni si sono rivelate pari al 68% nelle donne afroamericane a fronte del 77% delle pazienti di razza caucasica. Per il cancro alle ovaie in stadio avanzato, l’aspettativa di vita si è rivelata di 1,3 anni per le donne afroamericane a fronte dei 2,3 anni per il resto del campione analizzato. Meno marcato il delta per il cancro alla prostata: 2,2 anni per gli afroamericani contro i 2,7 per gli altri individui analizzati durante i trial.

I risultati dell’importante ricerca sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica Journal of the National Cancer Institute e dimostrano come nella maggior parte dei casi le differenze di razza non portino a particolari difformità nelle possibilità di sopravvivenza a un cancro. Secondo Albain, le differenze rilevate per i tumori al seno, alle ovaie e alla prostata sarebbero principalmente dovute a una combinazione di diversi fattori biologici, tra i quali spiccano le risposte ormonali dei pazienti, la reazione ai farmaci a causa del differente patrimonio genetico e altre reazioni metaboliche.

La ricerca di Kathy Albain è stata accolta al momento con molta cautela dalla comunità scientifica. La corretteza dei dati forniti dall’oncologa non è in discussione, ma in molti temono che i fattori presi in considerazione non siano sufficienti per dimostrare con certezza la presenza di differenze così marcate legate alla razza. Comprendere meglio la relazione tra differenze razziali e reazioni ai tumori potrebbe portare all’elaborazione di procedure cliniche diversificate, tali da poter garantire migliori esiti di cura. Il tema è però delicato e non poco controverso.