Secondo uno studio, la tendenza ad elaborare pensieri positivi sarebbe indotta e determinata da due specifiche regioni del nostro cervello.
Un gruppo di neurologi guidati da Elizabeth Phelps, New York University (NYC – USA), ha sfruttato le proprietà della risonanza magnetica funzionale per analizzare il cervello di 15 volontari, stimolati a pensare a vari eventi ipotetici, comprendenti momenti “sì” (come la vincita di un premio) e momenti “no” (come la rottura di un rapporto sentimentale). Per una metà dei test, i ricercatori hanno invitato i soggetti a visualizzare un evento, positivo o negativo, collocato nel futuro; nell’altra metà di test, invece, ai volontari è stato chiesto di immaginare eventi simili, ma riferiti al passato.
I risultati delle risonanze magnetiche hanno poi suggerito come il cervello possa creare queste attese positive/negative legate al futuro. Le analisi hanno registrato l’attività cerebrale dei soggetti, identificando due aree particolarmente attive – l’amigdala e una specifica area della corteccia cerebrale (rACC) – durante la creazione di pensieri legati a eventi futuri negativi.
Non tutti i soggetti restano particolarmente colpiti da un pensiero negativo sul proprio futuro, ma alcuni di essi – con evidenti disfunzioni all’amigdala o alla rACC – possono diventare preda di forti stati depressivi, in grado di condizionare la loro capacità di elaborare pensieri positivi e ottimistici.
La cura per il “male di vivere” potrebbe essere più vicina del previsto…