Una nuova ricerca ha identificato una minuscola molecola in grado di rendere le cellule tumorali del seno più attive e invasive. Questa molecola potrebbe diventare presto un nuovo bersaglio per la cura del cancro.
Nonostante non sia ancora completamente chiaro come ciò possa avvenire, recenti studi hanno evidenziato come molti microRNA si sviluppino nelle aree del genoma umano (il nostro patrimonio genetico) che determinano la predisposizione ad alcune tipologie di cancro.
I ricercatori hanno così identificato un particolare tipo di microRNA, chiamato miR-10b, molto presente e attivo nelle cellule tumorali più aggressive. Bloccando l’azione del miR-10b, il gruppo di ricerca è riuscito nella complicata impresa di diminuire fino a 10 volte l’aggressività di queste cellule tumorali.
Per confermare la loro scoperta, i ricercatori hanno poi introdotto le molecole di miR-10b in alcune cellule “non invasive” del tumore al seno che, in brevissimo tempo, sono diventate altamente aggressive e in grado di produrre estese metastasi.
Pubblicata sulla rivista scientifica Nature, la ricerca condotta da Weinberg e il suo team potrebbe portare a una nuova terapia per la cura del cancro al seno.
Impegnato ad approfondire i legami tra miR-10b e alcuni geni responsabili della moltiplicazione cellulare, Robert Weinberg invita però a non lasciarsi prendere dai facili entusiasmi ricordando che “Non abbiamo ancora una conferma definitiva che intervenendo su miR-10b sia possibile invertire i processi di metastasi.”
Lo studio portato a termine dal team del Whitehead Institute for Biomedical Research ha suscitato grande interesse tra genetisti e oncologi, sempre più convinti che la strada per sconfiggere il cancro passi dalla doppia elica del DNA.