Secondo una recente ricerca, la vitamina D potrebbe rivestire un ruolo fondamentale nel rallentare i processi di invecchiamento e prevenire alcune malattie legate all’età avanzata. Condotto in Gran Bretagna, lo studio ha coinvolto oltre duemila donne su cui sono stati analizzati i livelli di vitamina D. Le donne con bassi livelli di questo nutriente presentavano segni biologici maggiormente evidenti legati all’invecchiamento.
Durante l’estate buona parte della vitamina D di cui l’organismo ha bisogno viene creata grazie a specifiche reazioni chimiche attivate dalla luce solare. Nei mesi invernali, invece, l’organismo accumula quotidianamente vitamina D dai cibi sopperendo alla minore quantità di luce solare cui viene esposto. Partendo da questo presupposto, il team di ricerca, guidato dal prof. Brent Richards, ha registrato i livelli di vitamina D di 2.160 donne in un’età compresa tra i 18 e i 79 anni tramite un banale prelievo di sangue. I ricercatori hanno poi analizzato i campioni isolando i globuli bianchi e studiando alcuni specifici marcatori genetici.
Per l’esperimento le volontarie sono state divise in tre gruppi, organizzati in base ai loro livelli di vitamina D. La ricerca ha così evidenziato come le donne con un’alta concentrazione di vitamina D abbiano mediamente telomeri più lunghi, rispetto a quelle con bassi livelli del medesimo nutriente.
Pubblicata sulla prestigiosa rivista American Journal of Clinical Nutrition, la ricerca ha destato molto scalpore e interesse in ambito medico. Secondo il prof. Richards i risultati “sono molto interessanti poiché dimostrano per la prima volta che le persone con un alto livello di vitamina D potrebbero invecchiare molto più lentamente rispetto alle persone con bassi livelli di vitamina D. Questo potrebbe aiutarci a spiegare come la vitamina D svolga la sua funzione protettiva sul DNA e nei confronti di malattie legate all’avanzamento dell’età, come patologie cardiache e cancerogene”.
Le recenti linee guida nutrizionali raccomandano l’assunzione di una quantità minima di vitamina D pari a 200 UI (unità internazionali) per i soggetti giovani, che raggiunge le 600 UI per gli over 70. Una scatoletta di tonno da 85g contiene generalmente 200 UI di vitamina D. Ma attenzione, in caso di sovradosaggio questo nutriente può rivelarsi tossico e portare a nausea e gravi danni renali. Conviene dunque invecchiare con morigeratezza…