Visto al microscopio elettronico, questo nuovo tipo di materiale – ricavato da un polimero (una macromolecola formata da numerose molecole più piccole) simile a quello comunemente utilizzato per i calchi dentali – ricorda un piccolo campo di funghi, dal cappello di meno di 50 micrometri (un micrometro è pari a un milionesimo di metro) di diametro.
Questo particolare polimero si comporta come una efficientissima ventosa, in grado di sfruttare l’interazione elettromagnetica per aderire saldamente a una superficie.
Incredibilmente, l’acqua è l’elemento in cui questa nuova macromolecola dà il meglio di sé. Il team di ricercatori tedeschi ha registrato un aumento del portentoso “effetto ventosa” pari al 25% dell’intera capacità di adesione del nuovo materiale.
Ottenuto senza l’utilizzo di alcun solvente chimico, questo nuovo collante potrà essere impiegato in ambiente medico scongiurando l’insorgere di fastidiose controindicazioni, così come nei cantieri navali per la sua grande resistenza all’acqua e nell’industria tessile per una nuova generazione di abiti senza cuciture.
Non male, se pensiamo che il punto di partenza era un piccolo coleottero…
[tags]coleotteri, colla, collante, polimeri, scienza[/tags]