Per oltre 150 anni, scienziati e paleontologi hanno discusso sulle possibili modalità di caccia attuate da questo predatore, cercando di capire in che misura potessero influire le sue due affilate zanne.
Un recente studio condotto in Australia, e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science, potrebbe finalmente fornire una risposta definitiva all’annosa questione… creando non pochi danni alla mitica reputazione di questi incredibili felini.
Generalmente utilizzata per lo studio di treni, aeroplani e automobili, la FEA ha permesso ai ricercatori di calcolare con precisione quali forze fosse in grado di sopportare una struttura cranica come quella dello Smilodon, giungendo a risultati a dir poco sorprendenti.
La limitata potenza delle sue fauci influenzavano sensibilmente le modalità di predazione dello Smilodon. Ottimo “lottatore”, dotato di una corporatura solida e possente, lo smilodonte atterrava le proprie prede a terra prima di morderle in punti vitali come la gola, causando una rapida morte per emorragia nella sua vittima.
Oltre alla singolare scoperta, la ricerca condotta dal team australiano ha dimostrato come procedure di analisi simili alla FEA possano essere utilizzate non solo nel campo delle costruzioni e dell’ingegneria, ma anche nella medicina e nella ricerca.