140 milioni di anni per la ragnatela più antica

Erano alla ricerca di alcuni fossili di dinosauro, ma si sono imbattuti nella più antica ragnatela finora conosciuta. Conservata in alcuni frammenti di ambra, la resina degli alberi fossilizzata, l’opera di un ragno realizzata nel Cretaceo (tra 140 e 65 milioni di anni fa) era stata scoperta lo scorso dicembre da Jamie e Jonathan Hiscocks, due cercatori amatoriali di fossili , su una spiaggia dalle parti di Bexhill-on-Sea nel sud dell’Inghilterra. L’importante ritrovamento è alla base di una recente ricerca scientifica.

Tracce della ragnatela intrappolata nell'ambra (credit: Martin Brasier - Oxford University)
Tracce della ragnatela intrappolata nell'ambra (credit: Martin Brasier - Oxford University)

L’ambra è stata analizzata dai ricercatori della University of Oxford, che hanno potuto osservare alcune porzioni di una ragnatela della lunghezza di un millimetro unite tra loro nella inconfondibile struttura realizzata dai ragni tessitori. Ulteriori indagini hanno consentito di rilevare la presenza di alcune parti di insetti, materia vegetale, corteccia, linfa abrustolita e taluni microbi. I ricercatori hanno inoltre trovato alcune tracce di attinomiceti (Actinobacteria), batteri coinvolti nella formazione del suolo, che potrebbero ora fornire nuove informazioni sull’evoluzione degli strati più superficiali del terreno. Leggi tutto “140 milioni di anni per la ragnatela più antica”

Un dinosauro per Darwin

Per l’evoluzione delle specie è tempo di aggiungere un nuovo tassello. Il fossile di un rettile in grado di volare da poco scoperto copre una importante lacuna in una progressione di fossili e potrebbe fornire importanti dati per comprendere meglio il funzionamento della selezione naturale.

Darwinopterus (credit: Lü Junchang)
Darwinopterus (credit: Lü Junchang)

Il rettile è stato, non a caso, battezzato Darwinopterus in onore di Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione nato due secoli fa. Il Darwinopterus era uno pterosauro e, come gli appartenenti a questo particolare gruppo di animali preistorici, volava nei cieli del Mesozoico, tra i 251 e i 65 milioni di anni fa. Leggi tutto “Un dinosauro per Darwin”

Ardi potrebbe riscrivere la storia della nostra evoluzione

ardiUn gruppo di ricercatori ha da poco svelato lo scheletro quasi completo di quello che potrebbe essere il più antico antenato del genere umano finora conosciuto. Nonostante avesse il corpo e il cervello con dimensioni paragonabili a quelle di uno scimpanzé, l’Ardipithecus ramidus non saltava da un albero all’altro come un primate, ma camminava mantenendo una postura eretta.

L’importante scoperta è stata riportata nella rivista scientifica Science e potrebbe gettare nuova luce sui primi stadi evolutivi della nostra specie. Per questo motivo, secondo numerosi ricercatori, l’importanza del recente ritrovamento sarebbe paragonabile alla scoperta di Lucy, il celebre scheletro ritrovato nel 1974 e risalente a circa 3,2 milioni di anni fa che rivoluzionò lo studio delle origini dell’uomo. Leggi tutto “Ardi potrebbe riscrivere la storia della nostra evoluzione”

Un tirannosauro a misura d’uomo

Una recente scoperta potrebbe complicare la vita ai paleontologi. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto una sorta di Tyrannosaurus rex in miniatura, prontamente battezzata Raptorex kriegsteini, che potrebbe modificare almeno in parte l’attuale approccio nello studio dell’evoluzione del temibile predatore preistorico.

raptorex

Divenuto noto al grande pubblico grazie ai film di fantascienza più che alla divulgazione scientifica, il tirannosauro presenta tratti inconfondibili come una testa enorme, una bocca piena di denti acuminati, arti posteriori possenti e una lunga coda per bilanciare l’andatura. Partendo proprio da queste caratteristiche, ricostruite attraverso lo studio dei fossili, i paleontologi avevano ipotizzato che il T. rex fosse l’evoluzione di un dinosauro simile e con le medesime dimensioni, ma meno specializzato ed evoluto come l’Allosauro che popolò la terra almeno 50 milioni di anni prima della comparsa del tirannosauro, vissuto approssimativamente tra i 70 e i 65 milioni di anni fa. Leggi tutto “Un tirannosauro a misura d’uomo”

L’antenato che regalò i denti ai piranha

piranhaGrazie alla conformazione della loro bocca e ai denti particolarmente affilati, i piranha sono in grado di cibarsi di prede con una stazza molto superiore alla loro. Ma come hanno fatto questi animali a sviluppare una dentatura così particolare? La recente scoperta di un fossile sembra gettare nuova luce sull’evoluzione dei famelici piranha.

Per comprendere la portata della scoperta, occorre compiere un piccolo passo indietro per conoscere meglio la famiglia di questi particolari pesci. I parenti più vicini dei piranha sono i pacu, pesci erbivori che vivono nell’America del Sud dotati di una dentatura che ricorda quella dei loro simili carnivori, ma molto meno appuntita e organizzata su due file di denti, dunque utile per triturare i vegetali. Partendo da queste conoscenze, intorno agli anni Cinquanta si ipotizzò che i piranha e i pacu potessero avere un antenato comune caratterizzato da una dentatura su due file successivamente evolutasi in un’unica linea di denti affilati nel caso dei piranha. Un’ipotesi suggestiva, ma non supportata dalla presenza di alcuna prova concreta. Leggi tutto “L’antenato che regalò i denti ai piranha”

Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico

Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)
Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)

Da tempo i paleontologi cercano di capire con precisione come i primi vertebrati preistorici riuscissero a mantenersi in volo. Ora, un recente studio sembra aver svelato l’arcano, rivelando come gli Pterosauri – vissuti tra i 220 e i 65 milioni di anni fa – sfruttassero le medesime caratteristiche dei volatili dei giorni nostri per volare.

Gli Pterosauri dominarono i cieli del nostro Pianeta durante il Triassico e il Cretaceo. Questi particolari rettili in grado di volare avevano dimensioni molto differenti a seconda delle specie e spaziavano dai più piccoli, grandi quanto un passerotto, agli esemplari più grandi che potevano raggiungere le dimensioni di un aeroplano da turismo.

Dopo averne studiato per decenni l’anatomia, la maggior parte dei paleontologi  sembra ormai convenire su un’unica ipotesi: gli Pterosauri volavano sbattendo le ali e non planando. Una teoria che trova numerose rispondenze nelle caratteristiche anatomiche di questi rettili, ma che solleva non pochi interrogativi sulla capacità muscolare e metabolica posseduta da questi animali per librarsi nei cieli preistorici. Sbattere le ali mette a dura prova la muscolatura e richiede un dispendio considerevole di energia.

Determinato a fare maggiore chiarezza, nel corso degli ultimi cinque anni il paleontologo Leon Claessens (College of the Holy Cross di Worcester, USA) ha confrontato le caratteristiche di 100 fossili di Pterosauro per approfondire le sue conoscenze sull’anatomia di questi incredibili animali. Dopodiché, il ricercatore ha svolto un’accurata indagine rilevando, attraverso i raggi-X, il movimento delle ossa – durante la respirazione – di alcuni rettili e volatili dei giorni nostri. Leggi tutto “Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico”