Corto magnetico

L’affascinante cortometraggio Magnetic Movie ha conquistato uno dei premi dell’Immagine Science Film Festival 2009. Un riconoscimento meritato per un film che ci mostra ciò che solitamente è precluso alla nostra vista.

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Il breve filmato illustra la natura caotica e in continua mutazione dei campi magnetici. Le immagini sono state girate nei pressi degli Space Sciences Laboratories della NASA (UC Berkeley) e sono accompagnate dalle voci di alcuni ricercatori, intenti a illustrare il frutto delle loro scoperte legate principalmente allo studio del Sole.

Nei laboratori, gli scienziati riproducono in scala e studiano i devastanti eventi che si verificano sulla nostra stella, dagli effetti della fotosfera ai potenti venti solari, che reagiscono con il campo magnetico terrestre creando le aurore ai poli.

Gli autori del corto hanno combinato le conoscenze scientifiche con alcuni particolari effetti sonori e visivi molto coinvolgenti e in grado di riprodurre fedelmente le dinamiche dei campi magnetici e di renderle visibili. Un piccolo capolavoro anche di divulgazione, che nel corso degli ultimi anni ha calamitato – è il caso di dirlo – una considerevole mole di premi.

Veronesi: più Scienza e meno armi

AVoiComunicare, il blog coordinato da Telecom Italia per offrire uno spazio di dialogo e confronto tra utenti della Rete e personaggi di spicco della società civile, ha da poco avviato un’interessante collaborazione con Science for Peace, il progetto nato su iniziativa di Umberto Veronesi per «la nascita di un grande movimento per la pace alla cui guida vede impegnato il mondo della scienza».

Punto fondante del nuovo movimento è la proposta di ridurre le spese per gli armamenti in modo tale da porter dedicare più risorse alla ricerca scientifica. Un obiettivo ambizioso e difficile da realizzare in tempi brevi, ma che potrebbe portare a una significativa rivoluzione per la ricerca e per la salute di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Leggi tutto “Veronesi: più Scienza e meno armi”

SuperQuark, cenerentola del servizio pubblico

superquark

Con la puntata andata in onda su RaiUno ieri sera, si è conclusa l’edizione 2009 del programma televisivo SuperQuark condotto e curato da Piero Angela. Per l’ennesima volta, l’unica trasmissione di divulgazione scientifica in prima serata del canale principale del servizio pubblico è stata relegata nel palinsesto estivo, periodo dell’anno in cui la media degli spettatori e degli investimenti pubblicitari cala considerevolmente. Una riserva indiana nella quale i dirigenti Rai provano a ripulirsi un poco la coscienza, dopo mesi di assenza di adeguati spazi per la divulgazione della scienza. Leggi tutto “SuperQuark, cenerentola del servizio pubblico”

I 250 anni dell’Osservatorio di Torino

Pochi divulgatori riescono a raccontare l’affascinante storia della Scienza come Piero Bianucci. In un ottimo articolo, chiaro e divertente, il papà di Tuttoscienze (l’inserto scientifico del quotiano La Stampa) racconta la curiosa storia dell’Osservatorio di Torino, che quest’anno celebra il suo 250esimo anniversario.

Il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite, è per Torino anche il 250° anno dalla nascita dell’Osservatorio astronomico della città. La nascita di questa istituzione risale infatti al 1759, quando Carlo Emanuele III decise di dotare l’Università di Torino di una piccola specola, che fu installata su una torretta di via Po, nel palazzo dove abitava Padre Beccaria, lo scienziato a cui il Savoia aveva affidato la misura del “Gradus Taurinensis”.

L’Osservatorio passò poi nel 1789 sui tetti dell’Accademia delle Scienze e nel 1822 , con la direzione di Giovanni Plana, a Palazzo Madama, dove rimase fino al 1912, quando Padre Giovanni Boccardi inaugurò la sede attuale sulla collina di Pino Torinese.

Una mostra di antichi strumenti dell’Osservatorio celebrerà il compimento dei due secoli e mezzo di questa istituzione scientifica torinese: si inaugurerà a Palazzo Lascaris il 1° ottobre e ci sta lavorando Ester Antonucci, attuale direttrice dell’Osservatorio, con il supporto dell’Inaf, della Regione Piemonte e altre istituzioni.

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Piero Angela: 80 anni e una vita dedicata alla divulgazione

Piero Angela
Piero Angela

«Se dopo i 60 anni al mattino ti alzi senza qualche doloretto vuol dire che sei morto». Ama dire così Piero Angela, classe 1928, da un giorno oltre la soglia degli 80 anni. Il divulgatore scientifico più famoso d’Italia merita sicuramente di essere festeggiato e ricordato per aver portato la scienza nei tinelli di milioni di famiglie italiane, scrivendo libri e creando programmi televisivi pacati e obiettivi in grado di spiegare con semplicità l’incredibile complessità della Scienza.

In pochi paragrafi un altro padre della divulgazione scientifica italiana, Piero Bianucci, disegna con efficacia il profilo dalle mille sfaccettature di Piero Angela.

Migliaia di ore di televisione, 32 libri per tre milioni di copie vendute, il premio dell’Unesco per la divulgazione, otto lauree ad honorem. E’ il mezzo secolo di lavoro che Piero Angela ha dedicato alla diffusione della scienza. Delle otto lauree, una gliel’ha data l’Università di Torino. Bella rivincita per il ragazzo che dopo due anni di Politecnico aveva preferito fare jazz e tentare un concorso da annunciatore alla Rai per poi passare al giornalismo.

Radiocronista, corrispondente da Parigi, conduttore del tg. Anche senza essere ingegnere, Angela fa la sua bella carriera nella Rai degli Anni 50 e 60. Il virus della scienza lo contrae raccontando le imprese spaziali: la corsa alla Luna, le prime sonde sparate verso i pianeti. E’ lì che decide di dedicarsi in modo esclusivo a programmi di divulgazione. Scienza, alla Rai, significa anche libertà, i manovratori politici si occupano di altre cose.

Così Angela attraversa imperturbabile la grande metamorfosi dal monopolio alla tv commerciale, dalle calze nere delle Kessler agli strip delle casalinghe alle Isole dei famosi. Lui non cambia: sempre con il ginocchio ben accavallato, cravatta, voce da salotto, casa e lavoro, astemio e parco a tavola, un po’ di jazz con gli amici quando càpita. Una longevità biologica unita a quella, ancora più rara, dei primati di share.

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